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U-Mask Antitrust

Ecco come l’Antitrust ha smascherato le U-Mask

Multa di 450 mila euro dell’Antitrust a U-Earth Biotech e Pure Air Zone Italy, le società che producono le mascherine U-Mask. Tutti i dettagli

 

Conto salato per le società U-Earth Biotech e Pure Air Zone Italy. Le aziende che producono le mascherine U-Mask dovranno pagare 450 mila euro, come deciso dall’Antitrust.

A fine gennaio, la Procura di Milano aveva disposto il sequestro delle U-Mask per effettuare analisi sulla loro effettiva capacità di filtraggio. L’inchiesta, come scriveva Start Magazine, era partita da “da un esposto di una ditta concorrente, che ha allegato alla denuncia anche le analisi di laboratorio che proverebbero che la capacità di filtraggio della mascherina biotech con il filtro che dura 150-200 ore sarebbe in realtà del 70-80% a fronte del 98-99% dichiarato ufficialmente”.

LE RAGIONI DELLA MULTA

Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), le società U-Earth Biotech Ltd. e Pure Air Zone Italy srl hanno indebitamente equiparato le mascherine U-Mask ai dispositivi FFP3, oltre ad aver vantato un’inesistente approvazione da parte del Ministero della Salute.

LE BUFALE DELLE DUE SOCIETÀ

Per oltre un anno, si legge sul sito dell’Antitrust, U-Earth Biotech e Pure Air Zone Italy hanno promosso su internet le mascherine chirurgiche biotech U-Mask equiparandole indebitamente a dispositivi di efficacia protettiva superiore, come le FFP2.

Le attribuivano addirittura proprietà virucide e una durata di 200 ore certificate sulla base di test svolti in autonomia. Caratteristiche, scrive l’Agcm nel comunicato, “non debitamente comprovate”.

Inoltre, fino a fine febbraio 2021, le condizioni generali di contratto erano disponibili solo in lingua inglese e veniva vantata un’inesistente approvazione della mascherina da parte del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.

MODALITÀ INGANNEVOLI E AGGRESSIVE

Quanto descritto, secondo l’Autorità, è “una pratica posta in essere con modalità ingannevoli e aggressive, in quanto suscettibili, da un lato, di ingannare i consumatori sull’effettiva capacità protettiva della mascherina, mettendo in pericolo la loro salute e, dall’altro, di far leva sulla situazione di emergenza sanitaria per indurre indebitamente questi ultimi all’acquisto del prodotto”.

LA SENTENZA

Considerando la gravità e la durata delle violazioni del Codice del Consumo e anche l’elevato numero di consumatori coinvolti per via dell’utilizzo di internet, l’Antitrust ha multato U-Earth Biotech Ltd. e Pure Air Zone Italy S.r.l. con una sanzione amministrative pari a 400.000 euro per la pratica commerciale scorretta e un’altra di 50.000 euro per le condotte illecite inerenti ai diritti dei consumatori nei contratti.

CHI SONO U-EARTH BIOTECH E PURE AIR ZONE ITALY

La startup U-Earth, come riportato da Start Magazine, è stata fondata da Betta Maggio.

Nata in Italia, è stata trasferita poi a Londra. L’azienda innovativa è attiva nello sviluppo, produzione e commercializzazione di biotecnologie esclusive per la decontaminazione e il trattamento di aria, acqua e terreno in applicazioni mediche, industriali e commerciali. Con l’inizio della pandemia ha iniziato a produrre, in Italia, oltre 20mila mascherine al giorno.

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IL COMUNICATO DI U-MASK

U-Earth non ha mai commercializzato mascherine dannose per la salute né ha mai ingannato, né inteso ingannare i consumatori. Anche per questi motivi, la Società contesterà le conclusioni raggiunte dall’Antitrust con il provvedimento odierno circa la comunicazione asseritamente ingannevole ai consumatori delle attività di promozione e vendita della U-Mask, e presenterà ricorso al TAR del Lazio per il suo annullamento, certa della correttezza del proprio operato e della piena conformità delle mascherine alla normativa di settore. Il TAR del Lazio, peraltro, si è espresso già a favore della Società, annullando il provvedimento del Ministero della Salute di ritiro dal mercato della mascherina.

Inoltre, quanto alla comparazione della U-Mask con le mascherine di tipo FFP2 e FFP3, si sottolinea che l’azienda non ha mai affermato che la mascherina avesse le stesse caratteristiche delle mascherine di tipo FFP2 o FFP3; anzi, ha sempre espressamente chiarito come la mascherina fosse registrata come semplice Dispositivo Medico di Classe 1 e non come DPI. La società ha soltanto inteso illustrare la migliore efficacia della U-Mask rispetto alle normali mascherine chirurgiche e le ulteriori specificità che ne caratterizzano le capacità di filtrazione e anti-proliferazione assente nei DPI usa e getta.

Inoltre, le qualità protettive della mascherina sono state oggetto di molteplici e comprovati test, svolti da autorevoli laboratori e soggetti certificatori terzi. In particolare, con riferimento alla contestata efficacia protettiva fino a 200 ore della mascherina, le performance della stessa sono state certificate da indagini specifiche svolte sempre da laboratori terzi e autorevoli come il Laboratorio Sana e il Laboratorio Microbe Investigations AG di Zurigo, specializzati in analisi su materiali antivirali.

In merito all’asserita inesistente approvazione da parte del Ministero della Salute, si sottolinea che la U-Mask è stata sempre regolarmente registrata.

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