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Ecco chi (e perché) ha fatto incetta di Btp

Tra gli investitori esteri, più di un terzo del collocamento di Btp a 50 anni è stato assegnato ad investitori tedeschi (circa il 35%). Circa il 22% è stato allocato ad investitori residenti in Gran Bretagna mentre il resto del collocamento è stato distribuito in larga parte in Europa continentale (circa il 17%). L'articolo di Fernando Soto

 

La riapertura del BTp a 50 anni appena conclusa dal Tesoro ha raccolto una domanda complessiva pari a 17 miliardi di euro da circa 200 investitori. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo, si legge in una nota del Mef, sono stati i principali sottoscrittori con una quota superiore al 35% (il 32% è andato a fondi pensione e assicurazioni mentre circa il 3% è stato assegnato a banche centrali e istituzioni governative).

I NUMERI DELL’EMISSIONI DI BTP A 50 ANNI

I fund manager si sono aggiudicati circa il 31% dell’emissione, mentre circa il 21% è stato sottoscritto da banche. Infine, agli hedge fund è stato allocato circa il 13%. Agli investitori esteri è andato circa l’84% del titolo e il restante 16% agli investitori domestici.

ECCO I PAESI CHE HANNO COMPRATO I TITOLI

Tra gli investitori esteri, più di un terzo del collocamento è stato assegnato ad investitori tedeschi (circa il 35%). Circa il 22% è stato allocato ad investitori residenti in Gran Bretagna mentre il resto del collocamento è stato distribuito in larga parte in Europa continentale (circa il 17%), ed in particolare in Francia (4,9%), nei paesi scandinavi (4,3%), in Svizzera (3,6%), in Spagna (2,4%) e presso altri paesi europei per il restante 2,2%.

LE PERCENTUALI FRA EUROPA E USA

Al di fuori dell’Europa, gli investitori Usa si sono aggiudicati circa l’8% dell’emissione, mentre il restante 2% dell’ammontare è stato collocato presso investitori asiatici.

IL COMMENTO DELL’ANALISTA

Nell’attuale «contesto di rinnovata caccia al rendimento svettano gli asset italiani, con i Btp che beneficiano dell’accordo con Bruxelles, della nomina di Lagarde a successore di Draghi» alla guida della Bce, «della nuova Tltro e dell’attesa per un nuovo Quantitative easing», afferma Alessandro Cameroni, gestore del fondo Lemanik Selected Bond. «Nonostante la recente corsa l’appetibilità dei rendimenti sta confinando in secondo piano le possibili tensioni politiche, che per ora sono rinviate sulla manovra autunnale», conclude l’esperto.

I RENDIMENTI NELL’AREA EURO

I rendimenti dell’obbligazionario dell’area euro «sono ai minimi storici e non era mai successo che il decennale tedesco passasse al di sotto del tasso di deposito della Bce», fa notare Olivier De Berranger, chief investment officer di La Financiere de l’Echiquier. «Con la nomina di Lagarde, paladina delle politiche accomodanti, appare evidente che la Bce abbasserà il tasso sui depositi nei prossimi mesi. Tale ipotesi è suffragata dalle varie dichiarazioni dei membri dell’istituto».

LE INCERTEZZE

Mentre le condizioni macroeconomiche continuano a non essere brillanti e le aspettative di inflazione sono di nuovo in calo, «l’incertezza riguarda più la tempistica (a partire da fine luglio oppure in autunno, ndr) e l’entità (10 o 20 punti base, ndr), ma non il verificarsi del taglio. Quest’ultimo dovrebbero essere accompagnato da misure volte a limitare l’impatto negativo dei tassi negativi sul settore bancario. Inoltre lo scenario, benché posticipato, di una ripresa dei programmi di acquisto da parte della Bce diventa ogni settimana più credibile», conclude l’esperto, come riporta Mf/Milano Finanza.

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