skip to Main Content

Mps

Niente maxi sconti fiscali (Dta) per comprare Mps: le banche piangono in Borsa. Tutti i dettagli

Bozza decreto Sostegni bis: assente norma su Dta. Le banche (in primis Mps) calano a Piazza Affari

Salta il rafforzamento degli incentivi per le aggregazioni delle imprese, comprese le fusioni bancarie, e l’ampliamento della percentuale di Dta da trasformare in credito d’imposta.

“Resta il tetto del 2% delle Dta”, le attività fiscali differite, trasformabili in crediti d’imposta, ha spiegato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso della conferenza stampa con il premier, Mario Draghi, al termine del Consiglio dei ministri che ha varato il decreto Sostegni bis.

Il decreto non include infatti il rafforzamento agli incentivi fiscali per le fusioni, ovvero la norma che, secondo le ipotesi circolate, avrebbe dovuto aumentare il tetto sull’ammontare delle Dta trasformabili in crediti di imposta dal 2 al 3% degli asset della banca più piccola coinvolta nella fusione.

Il giallo sulle Dta per le banche spinge al ribasso in Borsa sui titoli di credito. Ecco tutti i dettagli

Alle 13 la Borsa di Milano (+0,2%), dopo torna in positivo e si allinea agli altri listini europei, in attesa dell’avvio di Wall Street dove i futures sono in calo. Lo spread tra Btp e Bund è stabile a 120 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,1%.

A Piazza Affari sono in calo le banche, in attesa delle decisioni del Governo sulla proroga degli incentivi per le aggregazioni delle imprese, compresi gli istituti di credito, e l’ampliamento della percentuale di Dta da trasformare in credito d’imposta. Una misura che andrebbe a favorire il risiko bancario con al centro dell’attenzione Mps (-0,6%), da mesi in attesa di trovare un partner. Soffrono Banco Bpm (-2,6%) e Bper (-1,2%). In calo anche Intesa (-0,6%) mentre è piatta Unicredit (+0,01%).

Che cosa è successo? Salta nella nuova bozza del decreto Sostegni bis la proroga degli incentivi per le aggregazioni delle imprese, comprese le banche, e l’ampliamento della percentuale di Dta da trasformare in credito d’imposta (quella che era stata ribattezzata ‘norma Mps’ perché si può applicare anche alle operazioni tra banche). Rimane invece un nuovo intervento sulla cessione dei crediti deteriorati, con la proroga degli incentivi fino alla fine del 2021 e la previsione che il limite di 2 miliardi valga “per ciascuno degli anni 2020 e 2021”.

Confermato rispetto alle bozze anche il rafforzamento dell’Ace per la patrimonializzazione delle imprese.

Tra le novità ci sono appositi sostegni per il settore della moda, la detassazione sulle plusvalenze da cessione di quote di start up innovative e anche un apposito comparto del Fondo centrale di Garanzia per garantire portafogli di bond. Tra le misure per il lavoro gli incentivi alla rioccupazione, con l’esenzione dei versamenti contributivi (per sei mesi) per chi assume un disoccupato, ma anche le proroghe delle indennità per i lavoratori stagionali, del turismo e dello spettacolo.

Infine, si prevede lo slittamento a fine anno della possibilità per il Patrimonio Destinato gestito da cassa Depositi e Prestiti di operare in deroga alla disciplina sugli aiuti di Stato, ovvero di aiutare le aziende (con fatturato superiore a 50 milioni di euro) che versino in difficoltà a causa del Covid.
(articolo in aggiornamento)
Back To Top