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Disney Streaming

Disney sta perdendo la guerra dello streaming?

I disastrosi dati di Disney relativamente al business dello streaming video nel report BG SAXO, 5 giorni sui mercati

I tassi reali USA sono ora positivi, suggerendo che il ciclo di aumento dei tassi della Fed possa essere finito. La Fed ha aumentato i tassi più rapidamente rispetto alle altre banche centrali, tra cui BCE e BOE, e questa celerità ha permesso che i tassi reali potessero entrare in territorio positivo prima di quanto sia accaduto in altre economie.

Questo, però, avviene mentre l’economia statunitense sta affrontando crescenti ostacoli a causa della crisi bancaria regionale e dei dati economici che iniziano a indebolirsi. Se la Fed sta diventando più cauta, la pausa della politica di innalzamento dei tassi è più facile da realizzarsi quando i tassi nominali saranno superiori all’inflazione.

L’indice dei prezzi al consumo (IPC o CPI) di aprile è stato leggermente al di sotto delle aspettative, al 4,9% anno su anno. È la prima volta che scende sotto il 5% in due anni. La rilevazione dell’IPC core rimane invece ancora alta, con un aumento +0,41% mese su mese e del 5,5% anno su anno. Questi dati dovrebbero indurre la Federal Reserve degli Stati Uniti a non aumentare i tassi a giugno.

L’indice dei prezzi alla produzione USA (PPI) ad aprile è aumentato dello 0,2% mese su mese, meno del +0,3% previsto, mentre il mese precedente è stato rivisto al ribasso, con una diminuzione del 0,4% rispetto a una diminuzione prevista inizialmente dello 0,5%. Il valore di questo indicatore anno su anno è sceso al 2,3% dal 2,7% precedente, rispetto al 2,4% previsto. Il PPI core è invece aumentato del 3,2% anno su anno, al di sotto del previsto aumento del 3,3% ed in calo rispetto al precedente 3,4%.

Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione degli Stati Uniti sono aumentate a 264mila rispetto alle 245mila previste, con la media mobile a 4 settimane che prima di questo rilascio era di 239mila unità. Si tratta della rilevazione del dato più alta dal mese di ottobre 2021 che supporta le aspettative di mercato sulla possibile pausa degli aumenti dei tassi da parte della Fed, anche se saranno necessarie diverse settimane di peggioramento dei dati per giustificare eventuali tagli, e di diversa entità, nella curva forward dei tassi.

Stiamo arrivando al punto cruciale in cui l’obiettivo della Fed di mantenere tassi più elevati per un periodo prolungato si scontra con le aspettative di mercato, che sono state costantemente restie a prezzare questo desiderio sulla parte lunga della curva dei tassi.

I mercati continuano a prezzare circa 100 bps di tagli dei tassi dalla Fed nella riunione di gennaio 2024. Una rapida decelerazione del ritorno all’inflazione di riferimento o un peggioramento del contesto economico sono però sempre necessarie per giustificare tale aspettativa.

La Fed potrebbe frenare la sua politica restrittiva

PERCHÉ SONO CROLLATE LE AZIONI DI WALT DISNEY DOPO I NUMERI SUGLI ABBONATI STREAMING?

Le azioni di Walt Disney sono scese di circa il 10% dopo che l’azienda ha annunciato una diminuzione degli abbonati al suo servizio di streaming Disney+ e ha previsto una perdita maggiore in quel business nel Q2. Disney+, guardando inoltre ai competitor, è stato l’unico servizio di streaming a perdere abbonati nel Q1 2023. Gli attuali utenti di Disney+ sono scesi a 157,8 milioni rispetto alle aspettative di 163,1 milioni.

È preoccupante che Disney abbia perso 659 milioni di dollari nel Q1 sul suo servizio di streaming e si prevede che le perdite aumenteranno nel prossimo trimestre. Bloomberg BI prevede una perdita sull’EBITDA di 3 miliardi per l’intero anno 2023. È preoccupante che il business dello streaming abbia chiaramente peggiori metriche finanziarie rispetto alle altre aree. Il percorso per tutelare gli azionisti deve quindi prevedere un inversione di rotta verso una maggiore redditività, o almeno un contenimento delle perdite.

Contemporaneamente l’azienda sta vedendo un forte declino nel suo tradizionale business televisivo, che include ABC ed ESPN e dove il profitto è diminuito del 35% a 1,83 miliardi di dollari.

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COME INVESTIRE NELL’URANIO E NELLE COMPAGNIE DEL SETTORE

L’Uranio e le società produttrici di questo metallo sono in fermento dopo che l’Uranio fisico ha confermato un trend tecnico al rialzo del prezzo. Anche alcune società di energia nucleare potrebbero beneficiarne. In un più ampio contesto vediamo come l’energia nucleare sta riguadagnando sempre più consenso come fonte di energia priva di carbonio nei paesi sviluppati. In particolare va segnalato che Cina e l’India sono tra i Paese che stanno ampliando il loro parco di reattori nucleari, mentre il Giappone sta riattivando le sue centrali nucleari.

Sono sempre di più gli investitori che riconoscono i vantaggi ambientali dell’energia nucleare e investono nel mercato dell’Uranio, che attualmente ha un valore di mercato di 10 miliardi di dollari. Quindi l’eventuale crescita della domanda e la tendenza a lungo termine, potrebbe spingere il prezzo dell’Uranio in alto.

L’energia nucleare rimane una delle soluzioni chiave a lungo termine per le questioni legate alla carenza energetica. Nonostante i fattori positivi sopra menzionati, il prezzo dell’Uranio è rimasto stagnante intorno ai 50 dollari al chilogrammo dall’inizio del 2022 ma adesso sta entrando in un trend al rialzo positivo.

 

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