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Arnese

Dislurp, Biden trumpiano sui migranti, hackeraggi alleati, Caltagirone vuole sbancare Mediobanca

Dis, Nos, Apple, Biden, Caltagirone, Banca Generali, Mediobanca, Censis e non solo. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Startmag   BIDEN MOLTO TRUMPIANO L’amministrazione Biden ha ripristinato il programma sull’immigrazione, introdotto durante la presidenza Trump: prevede che i migranti che tentano di raggiungere gli Stati Uniti attraverso il Messico vengano…

 

BIDEN MOLTO TRUMPIANO

 

CALTAGIRONE VUOLE SBANCARE MEDIOBANCA

Ecco il piano di Del Vecchio e Caltagirone su Banca Generali

 

FORTUNATO SECONDO IL TEMPO

 

SIAMO ALLA FRUTTA?

 

INDAGINI E SONDAGGI MINUZIOSISSIMI…

 

 

HACKERAGGI ALLEATI

 

DISLURP

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU BIDEN:

Il presidente americano Joe Biden ripristinerà l’Ancien Régime di Donald Trump e già nei prossimi giorni un numero compreso tra 15mila e 20mila migranti sarà espulso dagli Stati Uniti. Un dossier raccapricciante dà conto di 1500 casi di baby migranti stuprati e torturati.

La promessa del presidente Biden di creare un sistema migratorio agli antipodi di quello del suo predecessore Trump verrà rimandata “fino a nuovo ordine”.

Il Messico ha accettato la reintroduzione del programma creato dall’ex presidente Trump per la gestione dei visti per i migranti che aspirano ad entrare negli Stati Uniti. Il protocollo, del 2019, li obbligava a rimanere in territorio messicano in attesa che le loro pratiche fossero esaminate dalla giustizia degli Usa. Il protocollo, era conosciuto come “Remain in Mexico” (Resta in Messico) ed era stato cancellato dal presidente Biden; la Corte Suprema statunitense ha ordinato al governo di reintrodurlo. Ciò ha indotto la Casa Bianca a negoziare con il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador (Amlo) la sua reintroduzione.

Biden aveva sospeso il protocollo a causa delle denunce sulle violenze subite dai migranti nei campi profughi messicani. E aveva definito «inumana» la procedura.

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU CALTAGIRONE E MEDIOBANCA:

C’è il risparmio gestito, e in particolare la crescita per linee interne ed esterne di Banca Generali, al centro del piano targato Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio per le Generali.

E questo come logica conseguenza di una serie di eventi e di fattori che hanno scandito la vita del Leone negli ultimi anni. A partire dall’offerta targata Mediobanca per l’istituto guidato da Gian Maria Mossa, poi ritirata ma mai “digerita” fino in fondo, sia per i termini della proposta (un mix di contanti e carta che coinvolgeva sia titoli di Piazzetta Cuccia che di Generali) sia per la tempistica (a marzo 2020 in piena pandemia). Per proseguire con le occasioni mancate, tra le quali Pioneer e Finanza&Futuro, o quelle che non hanno dato i risultati sperati, come la francese Sycomore, rilevata nel 2019 ma non ancora decollata. E, per finire, più in generale la sensazione di una libertà di manovra “ridotta” dalla presenza “ingombrante” del socio Piazzetta Cuccia. Il patto di consultazione delle Generali, ormai a un passo dal 15% della compagnia, è partito da qui, ossia da ciò che a parer loro in questi anni non ha funzionato, per tracciare le linee guida per il futuro di Trieste.

Non c’è solo questo, ovviamente. Ma la convinzione è che in questo segmento di business, sempre più cruciale per un comparto assicurativo alle prese con l’endemico problema dei tassi bassi, si potesse fare molto di più e che si potesse fare diversamente. Anche perché il tema del risparmio ha rilevanza anche politica, che va ben oltre gli obiettivi del gruppo assicurativo. Ed è sulla scorta di tutto ciò che l’intesa a tre tra Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt, ha eretto uno dei pilastri del “contropiano” che il patto punta a svelare al mercato non appena Generali, il 15 dicembre, alzerà il velo sulle proprie linee strategiche.

Gli imprenditori, supportati anche dall’ente torinese e da una serie di advisor finanziari, sono al lavoro per mettere nero su bianco le idee chiave da cui far decollare la crescita del Leone nei prossimi anni. E uno degli elementi cardine, come detto, sarebbe proprio Banca Generali, perno attorno alla quale si vuole realizzare lo sviluppo della compagnia nel risparmio gestito. Proponendola nel ruolo di polo aggregante e di possibile veicolo delle iniziative di espansione future. Del resto Banca Generali ha numeri importanti: 82,1 miliardi di euro di masse a settembre 2021 contro i 56 miliardi del 2018, che vale un tasso di crescita del 47%, e un utile netto di 271 milioni, sempre nei nove mesi, contro i 180 milioni dell’intero 2018 e i 275 milioni del 2020. È solida, complice un Cet1 che supera il 15%, ed è anche sempre stata piuttosto generosa in termini di politica di dividendo: nel periodo 2019-21 ha distribuito 3,3 euro per azione. In ragione di tutto questo, è convinto il patto, è un asset da valorizzare e che può generare ancora parecchio valore, non certo da vendere e neppure da lasciare in disparte.

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