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Industria

Decreto anti Covid-19, ecco il nuovo elenco con i codici Ateco

Novità nell’elenco dei codici Ateco: elenco che indica le attività economiche che possono rimanere aperte nonostante le misure restrittive dell’ultimo decreto Dpcm del 22 marzo. La lista delle attività allegate al decreto poteva essere modificata dal ministero dello Sviluppo economico, sentito il ministero dell’Economia. Da qui nasce l’elenco nuovo che si trova in fondo. Fuori…

Novità nell’elenco dei codici Ateco: elenco che indica le attività economiche che possono rimanere aperte nonostante le misure restrittive dell’ultimo decreto Dpcm del 22 marzo.

La lista delle attività allegate al decreto poteva essere modificata dal ministero dello Sviluppo economico, sentito il ministero dell’Economia. Da qui nasce l’elenco nuovo che si trova in fondo.

Fuori la fabbricazione di macchine per l’agricoltura e di quelle per l’industria alimentare ma anche degli articoli in gomma, come pneumatici; dentro quelle per imballaggi e batterie, ma anche le agenzie interinali e servizi di sostegno alle imprese per le consegne a domicilio. Nuovi limiti, invece, ai call center. Sono alcune delle novità contenute in una bozza dell’elenco delle attività indispensabili che rimarranno aperte. Il numero dei codici Ateco resta più o meno lo stesso (80 contro 82 della nuova lista) ma escono alcuni capitoli ed entrano altre voci più dettagliate.

CODICI ATECO, ECCO IL NUOVO E AGGIORNATO DECRETO

In particolare, stando alla bozza che si pubblica in fondo, escono dalla lista dei servizi essenziali i codici relativi alla fabbricazione di spago, corde, funi e reti e di articoli in gomma, tra cui pneumatici. Via anche la fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura e di macchine per l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco (incluse parti e accessori); fuori il commercio all’ingrosso di altri mezzi e attrezzature da trasporto, escluse auto, moto e bici. Entrano invece nella lista di coloro delle attività che potranno aprire la fabbricazione di macchine automatiche per la dosatura, la confezione e per l’imballaggio e la fabbricazione di vetro cavo; di radiatori e contenitori in metallo per caldaie per il riscaldamento centrale; di imballaggi leggeri in metallo; di batterie di pile e di accumulatori elettrici. Ingresso anche per attività delle agenzie di lavoro temporaneo, che operano in relazione alle attività industriali e commerciali aperte, e altri servizi di sostegno alle imprese per le consegne a domicilio.

CODICI ATECO, ECCO IL NUOVO E AGGIORNATO DECRETO

Ma ci sono anche modifiche al perimetro di apertura di alcune altre attività imprenditoriali. Viene corretto un codice: quello della fabbricazione di imballaggi in legno. Vengono invece circoscritte le voci relative alla fabbricazione di carta escludendo ad esempio cartotecnica e carta da parati; la fabbricazione di prodotti chimici (fuori i coloranti, fiammiferi, articoli esplosivi) e di articoli in materie plastiche (come parti per le calzature e oggetti per l’ufficio o la scuola); la riparazione e manutenzione, installazione di macchine e apparecchiature con diverse esclusioni (ad esempio di forme e sagome, di armi e munizioni, casseforti, carrelli per la spesa e porte blindate, giostre, ma anche di aeromobili e veicoli spaziali e di materiale rotabile). Per l’ingegneria civile sì alle opere di pubblica utilità con alcune esclusioni come la costruzione di opere sportive, idrauliche e chimiche.

CODICI ATECO, ECCO IL NUOVO E AGGIORNATO DECRETO

Viene anche limitata l’attività dei call center, escludendo quella in uscita (outbound) ed i servizi telefonici a carattere ricreativo; possono operare quelli in entrata in relazione a contratti stipulati con soggetti che svolgono attività economiche che restano aperte, essenziali.

Nel frattempo, è giunta una grande mole di richieste alle prefetture di tutta Italia per poter restare ancora aperti in queste settimane della serrata contro il coronavirus.

CODICI ATECO, ECCO IL NUOVO E AGGIORNATO DECRETO

Sono decine di migliaia le aziende che fino all’ultimo minuto hanno inviato comunicazioni in cui dichiarano di essere regolarmente operative o perché rientrano tra le attività consentite, malgrado l’emergenza sanitaria, o perché le loro produzioni sono necessarie per non fermare la filiera delle imprese che possono continuare ad operare.

Si tratta dunque di imprese che non rientrando nella lista delle attività essenziali stilate dal governo nel decreto dello scorso 22 marzo, hanno dunque chiesto alle Prefetture di proseguire la produzione. Alcune hanno riconvertito le loro attività in dispositivi di protezione individuali, soprattutto mascherine.

CODICI ATECO, ECCO IL NUOVO E AGGIORNATO DECRETO

Tra le regioni in testa alla classifica per numero di richieste, ci sono le aziende del Veneto. Solo nella provincia di Venezia – riferisce la Prefettura – sono giunte oltre 1500 richieste. Un altro migliaio le ditte che hanno fatto analoga domanda in provincia di Vicenza.

Tra i maggiori brand del tessile-moda in Veneto, hanno annunciato l’avvio della produzione di mascherine e camici il gruppo veronese Calzedonia, e le vicentine Marzotto e Forall Pal Zileri.

CODICI ATECO, ECCO IL NUOVO E AGGIORNATO DECRETO

Stessi numeri per le comunicazioni fatte alle prefetture di Roma, Milano e tante altre città e capoluoghi di provincia. E a Torino, su 270 mila aziende complessivamente registrate alla Camera di Commercio, 122 mila rientrano tra quelle che in base ai codici Ateco (la classificazione delle attività economiche adottata dall’Istat, ndr) possono lavorare.

Queste aziende occupano 400 mila lavoratori, cioè oltre la metà dei 700 mila complessivi. Domande che restano al momento tutte sub iudice, perché dovranno essere sottoposte a controlli da parte della Guardia di Finanza e delle Camere di Commercio.

CODICI ATECO, ECCO IL NUOVO E AGGIORNATO DECRETO

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