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Giuseppe Conte Dpcm Decreto

Ecco il nuovo decreto anti Covid-19 spiegato da Conte

Un decreto legge per fare un po' di ordine nelle norme anti Coronavirus. Il provvedimento spiegato dal premier Giuseppe Conte

Un decreto legge per fare un po’ di ordine nelle norme anti Coronavirus. Per ordinare i precedenti dpcm emanati a ritmo serrato e finiti oggetto di numerose critiche da parte di chi sosteneva che non fossero lo strumento idoneo per misure che comprimono in modo significativo le libertà costituzionali, escludendo peraltro il Parlamento dalla fase decisionale, ma anche per fare ordine e chiarezza sulle voci e bozze che si erano rincorse nel primo pomeriggio e avevano parlato non solo di multe fino a 4mila euro ma anche della possibilità di una proroga delle disposizioni emergenziali fino al prossimo 31 luglio.

CHE COSA HA DETTO IL PREMIER CONTE

Anzitutto, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha risposto indirettamente alle critiche facendo notare che, questa volta, il Consiglio dei ministri ha varato un normale decreto legge, non più insomma il criticato – e abusato, secondo molti osservatori (come il costituzionalista Francesco Clementi oggi sul Sole 24 Ore) – dpcm. “Il decreto legge varato poco fa riordina la disciplina dei provvedimenti adottati, il nostro assetto legislativo non prevedeva simili emergenze”. Il Parlamento potrà insomma operare un controllo a valle del provvedimento.

CONTE DOMANI IN PARLAMENTO

Ampio spazio è stato dedicato proprio al tema del rapporto tra Governo e Parlamento, che aveva visto quest’ultimo esautorato della propria funzione legislativa. “In questo decreto abbiamo fissato i punti di raccordo tra Governo e Parlamento: andrò a riferire alle Camere ogni 15 giorni, in modo che i rappresentanti del popolo siano edotti sulle misure adottate per contenere la diffusione di virus”, ha scandito Conte. Inizierà domani.

LE MULTE PIÙ SEVERE

Quanto alle nuove multe previste per chi dovesse essere fermato in strada senza un reale motivo di necessità, “Alla contravvenzione prevista ora si sostituirà una multa da 400 a 3mila euro. Se si è alla guida di un mezzo, non c’è il fermo del veicolo ma un aumento fino a 1/3 della ammenda. Voglio però precisare – ha aggiunto Conte – che sono soddisfatto della reazione che tutti i cittadini stanno avendo nel seguire le nostre prescrizioni. Le forze dell’ordine stanno facendo un attento monitoraggio ma la stragrande maggioranza si è conformata. Questo ci deve rendere tutti orgogliosi. Come ho detto fin dall’inizio, ciascuno deve fare la propria parte per poterci rialzare quanto prima. Lo si fa per mettere in sicurezza se stessi, i propri cari e per fare cessare prima l’emergenza”.

LE REGIONI POTRANNO VARARE NORME PIÙ RESTRITTIVE

Quindi il nuovo assetto nel modo di concertare le decisioni tra Stato e Regioni, che finora più che agire di concerto hanno lungamente battibeccato. “Abbiamo regolamentato i rapporti tra gli interventi del Governo e le Regioni: i presidenti potranno adottare nell’ambito delle loro competenze esclusive provvedimenti più restrittivi e severi dei nostri. Noi assicureremo l’omogeneità”, ha spiegato il presidente del Consiglio, lasciando intendere che l’ultima parola spetterà quindi all’esecutivo.

NESSUNA PROROGA AL 31 LUGLIO (PER ORA)

Il Consiglio dei ministri non ha comunque perso il vizio di smarrire per strada le bozze dei provvedimenti. Nel pomeriggio il testo provvisorio arrivato alla stampa sembrava lasciar presupporre che fossero in arrivo possibili proroghe delle restrizioni fino al prossimo 31 luglio. Non è così. Il premier, visibilmente irritato, ha chiarito che quello del 31 luglio è il termine in cui cesserà il periodo di emergenza nazionale decretato lo scorso 30 gennaio. “Nulla di vero, assolutamente no. A fine gennaio abbiamo deliberato lo stato di emergenza nazionale, un attimo dopo che l’Oms ha decretato l’emergenza un’epidemia globale. Non significa che le misure restrittive saranno prorogate fino al 31 luglio. Siamo pronti a decretare misure più lievi in ogni momento”, ha concluso Conte.

L’ANALISI DI ITALIA OGGI

Ecco l’analisi di Italia Oggi: “Pugno duro contro chi viola le regole anti-contagio e di social distancing. La sanzione (penale), fino a 206 euro, fa spazio alla sanzione (amministrativa) pecuniaria fino a 3 mila euro e alla chiusura di negozi e attività. È quanto previsto dal decreto legge recante «misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19», approvato ieri dal Consiglio dei ministri”. “Addio, dunque, alla violazione penale per inosservanza di un ordine della pubblica autorità (articolo 650 codice penale), punito con poche centinaia di euro ed oblazionabile. Residua, tuttavia, un caso di reato, che si consuma nel caso di epidemia colposa provocato da chi, positivo, in quarantena, esce di casa: la reclusione può arrivare a cinque anni. Per le altre violazioni (come andarsene in giro senza necessità, o violare le disposizioni su chiusura di negozi o palestre, e così via) si applica una sanzione pecuniaria amministrativa, che va da un minimo di 400 euro a un massimo, come detto, di 3 mila euro. Sarà pure una sanzione amministrativa, che non sporca la fedina penale, ma il trasgressore deve sborsare molto di più. Il provvedimento, quindi, ridisegna il quadro sanzionatorio, con una inversione di rotta nel senso di una depenalizzazione, tranne che per il reato di epidemia colposa, ma non nel senso dell’alleggerimento del carico”, ha sintetizzato il quotidiano economico e giuridico del gruppo Class.

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