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Decreto Primo Maggio Lavoro

Cosa c’è nel decreto Primo Maggio

OIL ha sottolineato l’importanza di massimizzare l’offerta di lavoro attraverso lo sviluppo di mercati del lavoro inclusivi, anche per i lavoratori senior e le persone con disabilità.Rafforzare la partecipazione al lavoro attraverso il lavoro dignitoso è necessario per prevenire e ridurre le disuguaglianze

 

Abbiamo impegnato un po di tempo a studiare la Bozza che oggi dovrebbe festeggiare il 1 Maggio dopo una giornata di riflessione amara su quella dedicata agli incidenti sul lavoro che come tutti gli anni si “arricchiscono” di promesse “mai più”. A mio parere si continua a confondere la funzione di assicurazione contro il rischio disoccupazione e la funzione sociale per contrastare la povertà.

I soldi non basteranno lo stesso e molte scelte sono rinviate a sistema poiché la riduzione del cuneo contributivo sul lavoro e il sostegno fiscale alle famiglie con figli a carico e disabili finanziate con una tantum temporale e sottoposte a controlli ravvicinati con la minaccia di togliere se non a norma il beneficio e comunque deludendo le aspettative perché caricate sui conti pubblici dei prossimi anni.

Paletti e restrizioni che riducono la platea dei potenziali aventi redditi anacronistici con variazioni di più e meno messe alla prova dei mezzi come la Naspi che dovrebbe continuare la sua funzione di scudo a chi perde il lavoro, ma il coacervo continua tra povertà e reddito di inclusione confondendo gli interventi come si fa in altri paesi usando strumenti diversi del welfare e dell’attivazione sociale e incertezza su soluzioni appunto strutturali.

Ci si affida oggi a nuove piattaforme che nel recente passato non hanno funzionato per accreditare un raccordo funzionale digitale  tra INPS e ANPAL (denominata nel Decreto SIISL) sollevando i centri per l’impiego di colpe e caricando le funzioni su percorsi di formazione per giovani e donne  fortemente penalizzati da politiche inadeguate e soprattutto senza mettere mano purtroppo alle competenze confuse tra Stato e Regioni in materia di lavoro che crea sistematicamente deficit.L

a bozza del decreto rappresenta un documento complicatissimo da leggere e ancor più da applicare che farà faticare parecchio i patronati e i commercialisti. E mi chiedo quanto di ciò che OIL (Organizzazione internazionale del Lavoro) che il 24 Aprile aveva  accolto con favore la Dichiarazione dei ministri del lavoro e dell’occupazione del G7, incentrata sulla necessità di investire nel capitale umano e nel lavoro dignitoso, ritroverà nel Decreto del Governo del 1 maggio.

La Dichiarazione infatti si focalizza sulla necessità di promuovere il lavoro dignitoso e la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, l’apprendimento permanente e gli investimenti nello sviluppo delle competenze, un mercato del lavoro inclusivo e l’eguaglianza di genere, come pure il congedo di paternità nei luoghi di lavoro e nell’economia sociale e solidale. Essa sottolinea la situazione di incertezza per il futuro che i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie si trovano a dover affrontare in un contesto segnato da una ripresa disomogenea dalla pandemia di COVID-19, dai cambiamenti climatici, dall’inflazione, dall’erosione dei salari reali e dai cambiamenti strutturali come le trasformazioni digitali e verdi e demografiche.

Sono convinta  che per “rispondere a queste sfide, è importante investire nel capitale umano, in particolare nello sviluppo delle competenze e di un mercato del lavoro inclusivo, al fine di promuovere il lavoro di qualità e garantire il lavoro dignitoso, anche lungo le filiere globali di approvvigionamento, senza che nessuno sia lasciato indietro”, si legge nella Dichiarazione. Vero è che  l’impatto delle diverse crisi sul mondo del lavoro che hanno prodotto maggiori disuguaglianze, in particolare per le donne e i giovani e questo particolarmente in Italia e lo sappiamo bene.

OIL ha sottolineato l’importanza di massimizzare l’offerta di lavoro attraverso lo sviluppo di mercati del lavoro inclusivi, anche per i lavoratori senior e le persone con disabilità. Rafforzare la partecipazione al lavoro attraverso il lavoro dignitoso è necessario per prevenire e ridurre le disuguaglianze, soprattutto quelle causate dai redditi reali e dall’alto tasso di inflazione. Garantire  salari e retribuzioni adeguati, in particolare per i lavoratori sottopagati, salari minimi, legali o contrattati, sono fondamentali per garantire livelli di vita adeguati, limitare le disuguaglianze salariali e innalzare i redditi dei più poveri. Determinante la relazione tra la crescita salariale e la produttività e l’impatto della contrattazione collettiva sull’innalzamento della produttività, evidenziando la necessità di promuovere ambienti di lavoro sicuri e salubri, la conciliazione tra lavoro e vita privata, la diversità e l’inclusione, lo sviluppo delle carriere e l’apprendimento permanente.

Il “Piano d’azione adottato dai Ministri del lavoro del G7 compreso il nostro Ministro include impegni per: sostenere i lavoratori e le imprese nel miglioramento della partecipazione al lavoro e promuovere il lavoro dignitoso attraverso misure volte a ridurre le disuguaglianze; promuovere salari adeguati; garantire la salute e sicurezza sul lavoro; promuovere il benessere lavorativo; migliorare la gestione delle risorse umane e sostenere lo sviluppo delle carriere e delle professioni; promuovere il lavoro di qualità nel settore dell’assistenza e della cura; garantire il rispetto dei principi e dei diritti fondamentali del lavoro; sviluppare delle filiere globali di approvvigionamento più resilienti e sostenibili.

Dobbiamo andare oltre dunque questo decreto del 1 Maggio 2023 perché di aspettative ce ne sono tante di concretezza meno. Ma come dice la Presidente Meloni abbiamo davanti a noi oltre quattro anni di lavoro per mettere in cantiere tutto ciò che il Governo si è impegnato a realizzare, per adesso dobbiamo amaramente consolarci con quel poco che si può fare?

LA BOZZA DEL DECRETO LAVORO

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