Skip to content

debito pubblico

Che cosa non si dice sul debito pubblico italiano

Fatti, numeri e approfondimenti sul debito pubblico italiano. Il punto di Liturri tratto dalla newsletter Out.

Oggi leggerete sui giornali titoli come “Debito pubblico sfiora i 3.000 miliardi”, seguito da preoccupazioni varie assortite sul “fardello sulle spalle delle prossime generazioni” oppure su quanti ospedali potremmo costruire se non avessimo da pagare gli interessi su quel debito.

Se credete a quei luoghi comuni da bar dello sport e non siete disposti a cambiare idea, potreste anche interrompere la lettura.

Ai temerari (o saggi) che continuano, confermiamo che a maggio in effetti il debito delle amministrazioni pubbliche è stato pari a 2.919 miliardi, contro i 2.906 di aprile. 100 miliardi secchi in più rispetto a maggio 2023. È stato l’effetto di un aumento del fabbisogno – in poche parole il saldo delle entrate e uscite – che viene finanziato emettendo nuovi titoli. Per chi ancora crede che il PNRR sia una pioggia di miliardi “gratis”, specifichiamo che quel debito contiene anche ben 88 miliardi di debiti verso “l’Europa”.

Da gennaio il fabbisogno si attesta a 72 miliardi, all’incirca invariato rispetto all’analogo periodo del 2023.

Tutto questo è un problema? Niente affatto. Il debito pubblico è la strutturale forma di impiego del risparmio privato e guai se non ci fosse. I problemi potrebbero sorgere quando la crescita del PIL e le conseguenti entrate tributarie non riescono a rendere sostenibile il pagamento degli interessi. Oppure quando il deficit pubblico alimenta spirali inflazionistiche nell’economia reale che soffre di strozzature nell’offerta. Ma non è questo il caso.

Allora scopriamo che negli ultimi 12 mesi investitori non residenti e famiglie sono così “spaventate” dalla “montagna” di debito, che lo hanno comprato a piene mani. Assorbendo peraltro la parte venduta da Bankitalia e banche.

Da aprile 2023, premesso che Bce/Bankitalia ne detiene il 24%, ha venduto 41 miliardi (sottolineato marrone).

Banche, assicurazioni e fondi ne hanno venduto 60 miliardi (sottolineato azzurro).

Le famiglie ne hanno comprato 102 miliardi (sottolineato verde). E gli stranieri ne hanno comprato 90 miliardi (sottolineato rosso).

E gli interessi pagati (33 miliardi fino a maggio) sono finiti per il 71% nelle tasche di soggetti residenti, che hanno potuto spenderli ed alimentare ancora l’economia.

Nel frattempo il Btp decennale fa segnare un rendimento del 3,75%, molto vicino ai minimi dell’ultimo anno. Ad averli comprati prima!

Torna su