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Partite Iva

Dal 2020 scattano gli aumenti Iva?

Estratto dal rapporto "Congiuntura Ref" curato dal macroeconomista Fedele De Novellis

A partire dal quadro descritto per il 2019, le tendenze per gli anni successivi sono descritte soltanto per grandi linee dalla Nadef. In generale, come visto, il deficit dovrebbe ridimensionarsi leggermente, richiedendo di fatto una interruzione della fase espansiva della politica fiscale. I rischi sul rispetto dei target appaiono però rilevanti. Difatti, nel quadro della Nadef a partire da 2020 ricompare l’Iva, che era stata abolita per il 2019. Non si dispone di quantificazioni precise, ma l’entità della misura è consistente, visto che il profilo dell’inflazione si riporta in linea con i valori del quadro tendenziale. Il punto fondamentale dello schema della Nadef è che, evidentemente, una cosa è “blindare” con le clausole sull’Iva un obiettivo di bilancio in pareggio, come accadeva in passato. Ben altra cosa è imporre la clausola per stare al 2 per cento: di fatto questo implica che il Governo si sarebbe impegnato ad adottare una misura a effetti relativamente depressivi sulla domanda, oltre che relativamente impopolare (e per questo non molto nelle corde di questo Governo).
Infine, vi è il tema della quantificazione degli effetti della manovra sulla crescita. La Nadef ipotizza che una manovra complessiva pari all’1.2 per cento del Pil abbia un effetto sulla crescita del 2019 dello 0.6 per cento. Tale stima è del tutto ragionevole. Su questo punto però va osservato come la stima di una crescita dell’1,5 per cento nel 2019 sia ugualmente un valore troppo alto. Questo perché la crescita al netto della manovra probabilmente è inferiore di qualche decimo rispetto al quadro tendenziale del Governo; inoltre l’impatto sul Pil della manovra potrebbe risentire anche dei maggiori tassi di interesse indotti proprio dalle politiche del Governo.
D’altra parte, se è vero che nel 2019 gli effetti attesi sul Pil sono coerenti con la politica delineata dalla Nadef, lo stesso non vale per gli anni successivi, quando di fatto ci si pone l’obiettivo di riduzione del deficit e quindi si prefigura una manovra moderatamente restrittiva; ma ciò nonostante la crescita nel quadro programmatico della Nadef resta sistematicamente superiore a quella del quadro tendenziale. Un altro modo per rappresentare questo aspetto è quello di guardare all’andamento atteso del saldo strutturale, cioè depurato dagli effetti del ciclo economico. Anche in questo caso si ha conferma della diversa direzione degli obiettivi rispetto alla Nadef dello scorso anno. Il saldo strutturale è ora atteso peggiorare di sette decimi di Pil, mentre la Nadef del 2017 indicava un miglioramento di oltre un punto. La variazione del saldo strutturale, che definisce il cosiddetto “impulso fiscale”, ovvero l’intensità del sostegno alla domanda che deriva dalla politica di bilancio, mostra un segno evidentemente diverso da quello della politica annunciata l’anno scorso. L’aspetto più significativo è che nel 2020-21 l’impulso fiscale si annulla e questo giustifica un certo scetticismo riguardo all’attesa di un effetto positivo sulla crescita dopo il 2019.
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