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Tal Apparel picchia su Del Vecchio per Brooks Brothers

Tutte le ultime novità sul caso Brooks Brothers

 

La famiglia Del Vecchio è stata accusata di avere “sabotato potenziali offerte” per Brooks Brothers, l’azienda di moda uomo controllata dal 2001 da Claudio Del Vecchio, figlio di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica.

Il presunto “sabotaggio” della famiglia Del Vecchio

Il presunto “sabotaggio” costringerà ora l’azienda a presentare istanza di fallimento ed evitare di pagare decine di milioni di dollari all’unico investitore esterno. A riferirlo è il Financial Times, secondo cui “l’azionista di minoranza Tal Apparel (produttore di abbigliamento che fornisce negozi negli Stati Uniti) ha fatto causa a Claudio Del Vecchio, a suo figlio Matteo Del Vecchio e alla Delfin, la holding che controlla gli investimenti della famiglia in EssilorLuxottica, Mediobanca e Generali”. Come scrive il quotidiano inglese le offerte “sabotate” avrebbero “prodotto offerte indicative a prezzi inferiori a 625 milioni di dollari, ma avrebbero comunque fruttato centinaia di milioni di dollari per gli azionisti, tra cui Tal”.

Chi è Tal Apparel

Tal Apparel è un produttore di abbigliamento di Hong Kong. Una camicia formale su sei venduta negli USA è prodotta proprio da Tal Apparel. L’azienda ha sede negli Stati Uniti e lavora con alcuni dei più grandi marchi di moda del mondo e offre servizi di consulenza attraverso le sue controllate Weave Services Limited, TPC (HK) Limited e Size Stream LLC.  Il procedimento legale di Tal Apparel.

Il procedimento legale

Sul capo di Brooks Brothers pende un procedimento legale, avviato presso un tribunale di New York, nell’ambito del quale Tal Apparel ha chiesto danni per oltre 100 milioni di dollari, “per recuperare quanto era dovuto”, come ha spiegato un avvocato di Kirkland & Ellis, che rappresenta legalmente Tal.  “Le accuse in oggetto sono false e ci aspettiamo che il tribunale respinga il caso”, ha detto al quotidiano finanziario una persona vicina a Claudio e Matteo Del Vecchio. Nessun commento invece da Delfin.

Le accuse di Tal Apparel

Secondo quanto riportato dal Financial Times Tal sostiene anche che i Del Vecchio abbiano incaricato il loro banchiere di esplorare solo le transazioni che non avrebbero attivato la disposizione “make-whole” nel loro patto parasociale con il gruppo di Hong Kong, non hanno informato Tal e il consiglio di Brooks Brothers del processo di vendita. I Del Vacchio avrebbero inoltre  rifiutato di incontrare acquirenti interessati per negoziare offerte migliori.

La richiesta di Chapter 11

Secondo quanto ricostruito dal Financial Times, Tal sostiene di avere investito 100 milioni di dollari in Brooks Brothers nel 2016, dopo avere ricevuto da Claudio e Matteo Del Vecchio rassicurazioni sul fatto che avrebbe riavuto indietro l’intero investimento in caso di vendita del retailer a una cifra inferiore rispetto a quella d’acquisto (625 milioni di dollari). Lo scorso luglio Brooks Brothers ha presentato richiesta di Chapter 11, il corrispettivo dell’amministrazione controllata, a causa delle ricadute della pandemia. All’epoca era stato sottolineato che il Chapter 11 avrebbe “facilitato un processo di vendita in grado di massimizzare il valore”.

Brooks Brothers: una storia finita male

“Brooks Brothers sta alla sartoria americana così come Coca Cola sta alle bevande gasate”. A scriverlo è la rivista Business of fashion. L’azienda di abbigliamento è stata fondata a New York nel 1818. Molto popolare per il suo stile formale e ricercato, nei decenni ha vestito alcuni dei più grandi attori del cinema. I suoi abiti sono spesso ben in vista nella serie Mad Men, è stata citata da Francis Scott Fitzgerald e Bret Easton Ellis e ha vestito quasi ogni presidente statunitense, da Abraham Lincoln a Barack Obama. Dal 2001 è stata acquistata dalla famiglia Del Vecchio e dal 2019 le cose avevano iniziato ad andare male.

La crisi prima della pandemia

Nel 2019 la società di Claudio Del Vecchio aveva dato mandato alla banca PJ Solomon di esplorare diverse opzioni strategiche per il risanamento dell’azienda. E tra queste era contemplata anche la vendita del marchio. “Nel corso dell’ultimo anno, il consiglio di amministrazione, i manager e i consulenti finanziari e legali di Brooks Brothers hanno valutato varie opzioni strategiche per riposizionare l’azienda in vista di futuri successi, inclusa una potenziale vendita”, ha affermato un portavoce della società alla Cnbc, secondo quanto riportaRepubblica. “In questa revisione strategica il Covid-19 è diventato immensamente distruttivo e ha messo a dura prova la nostra attività”, ha aggiunto il portavoce.

Il ciclone Covid-19

La scorsa estate, in un’intervista al Corriere della Sera, Claudio Del Vecchio ha detto che Brooks Brothers è sempre stata in grado di adattare il proprio modello di business alle mutevoli richieste dei consumatori, ma la pandemia aveva “spazzato via” i piani dell’azienda. “Stavamo ripensando il nostro concetto di negozi al dettaglio, rinegoziando i contratti di locazione, poi la pandemia ha colpito”, ha concluso.

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