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Boeing Sciopero

Da Boeing decollano i (primi) licenziamenti

Il colosso aeronautico americano ha avviato la procedura licenziamento per 2.200 addetti. La notizia era attesa: già lo scorso ottobre, Boeing aveva annunciato l'intenzione di ridurre il 10% della forza lavoro. Tutti i dettagli

Nel bel mezzo delle turbolenze, Boeing lancia i primi licenziamenti.

Il produttore di aeromobili americano ha inviato le prime notifiche di licenziamento nell’ambito del piano di riduzione del 10% della sua forza lavoro globale, che riguarda quasi 2.200 persone solo nello stato di Washington. Il passo segue all’annuncio di tagliare 17.000 posti di lavoro, avvenuto il 12 ottobre.

“Come annunciato in precedenza, stiamo adeguando il livello della nostra forza lavoro per allinearlo alla nostra realtà finanziaria e alle nostre nuove priorità”, ha detto il gruppo all’Afp. Un altro round è previsto a dicembre.

Il colosso aerospaziale statunitense è alle prese con gravi difficoltà finanziarie e le ricadute di una serie di scandali di sicurezza susseguitisi negli ultimi anni riacutizzati con l’incidente di gennaio quando è saltato in aria un pannello di una porta di un aereo 737 Max. A fine ottobre il produttore di aerei ha lanciato un aumento di capitale da 19 miliardi di dollari per rimpinguare le finanze e scongiurare il declassamento sulla scia del maxi sciopero iniziato da 33mila macchinisti durato oltre sette settimane.

Tutti i dettagli.

I LICENZIAMENTI PREVISTI DA BOEING

Secondo un documento reso pubblico lunedì dal Washington State Employment Security Service, il produttore di aerei americano ha deciso di licenziare 2.199 persone a partire dal 20 dicembre.

Quasi 2.200 avvisi di licenziamento sono stati inviati ai lavoratori di Washington e altri 220 nella Carolina del Sud, i due stati in cui Boeing costruisce aerei di linea commerciali.

Boeing licenzierà più di 2.500 lavoratori negli stati americani di Washington, Oregon, Carolina del Sud e Missouri, secondo le dichiarazioni richieste a livello federale pubblicate lunedì e un funzionario sindacale, come parte del piano del produttore di aerei statunitense indebitato  ovvero il 10% della sua forza lavoro globale. A fine 2023 l’azienda impiegava 170.688 persone.

LA POSIZIONE DEL CEO

A ottobre, il nuovo ceo di Boeing, Kelly Ortberg, ha affermato che la società non intende “togliere personale dalla produzione o dai laboratori di ingegneria”.

LA RIDUZIONE DELLA FORZA LAVORO MENTRE CERCA DI RIAVVIARE LA PRODUZIONE

Le notifiche arrivano mentre la Boeing cerca di riavviare la produzione del suo 737 Max più venduto, dopo che uno sciopero durato settimane da oltre 33.000 lavoratori della costa occidentale degli Stati Uniti ha interrotto la produzione della maggior parte dei suoi jet commerciali.

La società ha affermato di avere un piano in atto per garantire che il riavvio delle operazioni avvenga in modo sicuro e metodico. Tuttavia, ci vorranno diverse settimane prima che la produzione riprenda completamente. Il gruppo ha discusso diverse fasi necessarie per riavviare le catene di montaggio, rileva Afp.

Senza un accordo, gli stabilimenti che costruiscono gli aerei di linea 737, 767 e 777 sarebbero rimasti ancora fermi, prosciugando ulteriormente i ricavi dell’azienda sempre più a corto di liquidità e rischiando di provocare ulteriori interruzioni nella sua catena di approvvigionamento. Sempre Boeing ha già avvertito gli investitori che sconterà flussi di cassa negativi anche nel 2025, dopo aver consumato oltre 10 miliardi di dollari nei primi nove mesi dell’anno.

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