Lecornu, la sopravvivenza a qualunque costo
(L’Opinion, Dinah Cohen e Matthieu Deprieck, 15 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- Sébastien Lecornu evita la censura socialista sospendendo la riforma delle pensioni fino al 2028, rinunciando al 49.3 e aprendo al dibattito parlamentare.
- Nel discorso all’Assemblea, rinvia temi come sicurezza e transizione ecologica, puntando sul bilancio e delegando responsabilità al Parlamento.
- Il Parlamento deve approvare il bilancio entro 70 giorni, altrimenti ordinanze ignoreranno le concessioni, con rischi di tensioni con LFI e MoDem.
Lecornu ha puntato tutte le sue carte sull’appoggio dei socialisti, di cui ha assecondato le richieste. Ma potrebbe perdere pezzi su altri fronti.
Cinque citazioni chiave
1. Lecornu cede ai socialisti per evitare la censura:
«“L’Assemblea voleva che non usassi il 49.3: mi ci sono impegnato. L’Assemblea voleva ridiscutere delle pensioni: lo farà. L’Assemblea voleva sospendere la riforma in attesa di un dibattito. Lo faccio”. Ci rivediamo a dicembre?»
2. Lecornu si rivolge solo ai socialisti, bilanciando con altri:
«Lecornu si nasconde dietro “l’Assemblea”. In realtà, ha ceduto solo ai socialisti. Ora dovrà rivolgersi al blocco centrale (Horizons ha riserve sulla sospensione delle pensioni) e alla destra.»
3. Il primo ministro chiama il Parlamento alla responsabilità:
«“Da ora, dipende da voi”, ha detto Lecornu nell’emiciclo. “Il governo proporrà, noi discuteremo, voi voterete”, ha ripetuto sei volte, invitando il Parlamento a essere all’altezza.»
4. Lecornu definisce la condivisione del potere una rivoluzione:
«Chiama questo “un bell’esercizio di responsabilità” per dimostrare che “la democrazia parlamentare non è morta”. È il “nuovo mondo” 2025, dove il normale diventa una “rivoluzione”.»
5. Lecornu respinge le accuse di ordinanze da LFI:
«A una deputata LFI che anticipava un colpo di forza del governo, Lecornu si è arrabbiato: “Chi vi parla di ordinanze? A voi dibattere. I vostri elettori vi guardano. Vi hanno eletti per questo”.»
Per soddisfare il PS, Lecornu sacrifica le pensioni
(Le Figaro, Wally Bordas con Loris Boichot, 15 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- Sébastien Lecornu ha annunciato la sospensione della riforma delle pensioni del 2023 fino al 2028, cedendo alle richieste del Partito Socialista (PS) per evitare una mozione di censura.
- La decisione, accolta come una vittoria dai socialisti, evita l’uso dell’articolo 49.3 e delega al Parlamento il potere decisionale, ma crea tensioni con LR e Horizons.
- La sospensione costerà 400 milioni nel 2027 e richiede compensazioni; due mozioni di censura saranno discusse giovedì, ma il PS garantisce la non-censura.
I socialisti esultano. Non so fino a quando.
Cinque citazioni chiave
1. Lecornu annuncia la sospensione della riforma per placare i socialisti:
«Il governo è pronto a un nuovo dibattito, richiesto da forze politiche e sindacali legittime. Proporrò al Parlamento questo autunno di sospendere la riforma delle pensioni, ha dichiarato il primo ministro all’Assemblea nazionale.»
2. La concessione è una vittoria storica per il PS:
«I sorrisi socialisti non mentono. Il cenno vittorioso di Olivier Faure ancora meno. Martedì, nell’emiciclo, il primo segretario del PS e i suoi deputati hanno ottenuto la loro più grande vittoria politica da molti anni.»
3. Lecornu sottolinea la condivisione del potere col Parlamento:
«Il governo proporrà, noi discuteremo, voi voterete. È una rottura, si è felicitato, confermando, altra concessione al PS, che non userà l’articolo 49.3 nelle discussioni di bilancio.»
4. La sospensione richiede compensazioni economiche:
«Essa costerà 400 milioni di euro nel 2027 e toccherà 3,5 milioni di francesi. Dovrà quindi essere compensata da risparmi, ha sostenuto Lecornu. Io faccio passi avanti, ora tocca a ciascuno farne.»
5. Boris Vallaud celebra, ma avverte il governo:
«È una vittoria, certamente, ha detto il presidente del gruppo socialista, prima di felicitarsi per un primo passo che permette di immaginare i successivi: il blocco e l’abrogazione della riforma delle pensioni.»
Potere socialista
(Le Figaro, Vincent Trémolet de Villers, 15 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- Sébastien Lecornu ha ceduto al Partito Socialista, sospendendo la riforma delle pensioni e rinunciando all’articolo 49.3, in un discorso che segna una vittoria della sinistra e un’umiliazione per il governo.
- Il primo ministro, appoggiato da Macron, apre al Parlamento un “open bar” decisionale, rischiando un’impennata fiscale e trascurando temi come sicurezza e immigrazione.
- La strategia è vista come una capitolazione che favorisce sinistra e RN per il 2027, con un governo in preda al panico per evitare elezioni anticipate.
L’assemblea nazionale sembra il mercato delle vacche. Si tratta su tutto, pur di evitare lo scioglimento dell’assemblea o, peggio, elezioni presidenziali anticipate.
Cinque citazioni chiave
1. Lecornu si piega al Partito Socialista, rinunciando alla riforma delle pensioni:
«Testa bassa, Sébastien Lecornu ha trasformato la sua dichiarazione di politica generale in una grande svendita autunnale: il 49.3 a prezzo scontato! La sospensione della riforma delle pensioni, è offerta dalla casa!»
2. Il governo si arrende, mascherando la capitolazione con toni forti:
«Momento penoso sentirlo alzare il tono mentre abbassava bandiera. Sébastien Lecornu ha indietreggiato come un leone; Emmanuel Macron è tornato alla fonte della sua vita politica: il socialismo.»
3. La rinuncia alla riforma apre a un caos fiscale parlamentare:
«All’abbandono dell’unica riforma di questo secondo quinquennio si aggiunge la scelta di un “open bar” parlamentare, dove il governo propone e i deputati decidono. È facile immaginare che i 14 miliardi di aumenti fiscali siano solo l’inizio di un delirio fiscale.»
4. Sicurezza e immigrazione sono trascurate per non urtare la sinistra:
«La sicurezza, l’immigrazione? Si sono trovati i termini, pronunciati timidamente alla fine del discorso. Non bisognava urtare troppo la sinistra dell’emiciclo. La fine vita, invece, appare come una priorità.»
5. Una falsa vittoria che prelude a una sconfitta politica:
«Falsa vittoria, vera sconfitta di un potere popolato da Machiavelli tascabili che confondono doppiezza e politica. Affliggente spettacolo di un suicidio collettivo del blocco centrale e dei LR, lasciando campo libero, per il 2027, alla sinistra e al RN.»
14 miliardi di aumenti fiscali nel bilancio
(Le Figaro, Julie Ruiz Perez, 15 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- Il bilancio francese 2026 si basa su aumenti fiscali per 13,7 miliardi per ridurre il deficit sotto il 5% del PIL, con misure come il congelamento delle fasce IRPEF, tagli alle nicchie fiscali e una tassa sui patrimoni alti.
- Le imprese affrontano una sovrattassa ridotta e la fine di esenzioni su apprendisti e benefit, mentre l’unica riduzione significativa è sulla CVAE (1,1 miliardi).
- Il governo di Lecornu, sotto pressione del PS, apre a ulteriori tasse come la “tassa Zucman” e una CSG sugli investimenti, con misure ecologiche e sui piccoli pacchi.
Il menù delle nuove imposte è bello ricco e assortito. Finora sono caduti in due, attendiamo il terzo primo ministro alla prova.
Cinque citazioni chiave
1. Il bilancio si basa su aumenti fiscali per ridurre il deficit:
«Secondo le stime del Haut Conseil des finances publiques, l’aumento delle imposte obbligatorie derivante dalle nuove misure nei testi finanziari ammonterebbe a 13,7 miliardi di euro l’anno prossimo per imprese e privati.»
2. Congelamento delle fasce IRPEF per tutti i contribuenti:
«Come annunciato da François Bayrou a metà luglio, il testo prevede un congelamento delle fasce dell’imposta sul reddito, tradizionalmente indicizzate all’inflazione. Questa misura, che colpisce circa la metà dei nuclei familiari, dovrebbe generare 1,9 miliardi.»
3. Riduzione delle nicchie fiscali per finanziare il bilancio:
«La maggior parte delle nicchie fiscali dell’imposta sul reddito citate nel bilancio sono soppresse o ridotte. L’abbattimento per “spese professionali” dei pensionati diventa forfettario per ridurne il costo. Previste anche l’eliminazione della riduzione per le spese scolastiche e altre piccole agevolazioni fiscali.»
4. Nuove tasse sui redditi e patrimoni alti:
«Il testo propone la proroga della contribuzione differenziale sui redditi alti (CDHR), un’imposta minima del 20% per i nuclei più ricchi, e una nuova tassa sulla parte non professionale del patrimonio nelle holding, per un totale di 1,3 miliardi secondo la Corte dei conti.»
5. Impatti sulle imprese con tagli alle esenzioni:
«Il testo prevede 5,6 miliardi di tagli su varie esenzioni contributive. Propone la fine delle esenzioni sui contributi per gli apprendisti e un aumento dei contributi datoriali su benefit come buoni pasto, buoni vacanza e vantaggi culturali finanziati dai comitati aziendali.»
La Francia e il suo doppio declino
(Le Figaro, Bertille Bayart, 15 ottobre 2025)
L’articolo in breve
- La Francia affronta un doppio declino: economico, con una crescita al 0,7% nel 2025 e un PIL pro capite al 77,6% di quello USA, e politico, con un dibattito avulso dalla realtà.
- Deficit al 5,4% del PIL, debito al 114% e interessi in aumento verso i 120 miliardi entro il 2029, mentre il commercio estero e l’innovazione crollano, con export di materie prime e import di prodotti trasformati.
- Il dibattito sulla sospensione della riforma pensioni, richiesta dai socialisti, ignora la crisi demografica e finanziaria, rischiando di aggravare l’impoverimento del paese.
I numeri impietosi che raccontano di una Francia con l’economia a pezzi
Cinque citazioni chiave
1. La Francia cresce poco, penalizzata dall’instabilità politica:
«La crescita, colpita dall’instabilità politica che le costa 0,2 punti di PIL, si ferma allo 0,7% previsto dalla Banca di Francia per il 2025. La settima potenza economica mondiale si sta spegnendo.»
2. Il PIL pro capite francese è in forte calo rispetto agli USA:
«Secondo l’OFCE, il PIL pro capite in Francia (in parità di potere d’acquisto) è crollato dall’87,9% del 2000 rispetto agli Stati Uniti al 77,6% nel 2025, contro l’88,1% di un tedesco.»
3. I conti pubblici sono in grave crisi:
«Il deficit raggiungerà il 5,4% del PIL quest’anno, ultimo in Europa. Il “buco della Sécurité sociale” tocca i 23 miliardi di euro. Gli interessi sul debito, a 70 miliardi nel 2025, potrebbero quasi raddoppiare entro il 2029, arrivando al 3,2% del PIL.»
4. Il commercio estero riflette una perdita di valore aggiunto:
«Il commercio estero francese è molto deteriorato, con un deficit di 78,5 miliardi di euro. Il rapporto del 2021 del Haut-Commissariat au Plan ha evidenziato un’inversione, con export di prodotti grezzi e import di prodotti trasformati, segno che il valore aggiunto si produce altrove.»
5. La sospensione della riforma pensioni è una follia economica:
«I socialisti e i sindacati chiedono di lavorare meno e spendere di più, pronti a ogni ricetta – contributi, tasse sui ricchi, uso del fondo pensioni – per finanziare questa follia. Tornare indietro sulla riforma delle pensioni garantisce l’impoverimento di lavoratori, pensionati, imprese e del paese.»
(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)