L’economia della Germania è in difficoltà. A luglio, dicono gli ultimi dati, la produzione industriale – appesantita dalla congiuntura internazionale e dai prezzi alti dell’energia – è calata dello 0,8 per cento rispetto al mese precedente, più di quanto previsto dagli analisti. Nel periodo maggio-luglio, la diminuzione è stata ancora più netta: l’1,9 per cento in meno rispetto al trimestre precedente. Preoccupa l’andamento del settore manifatturiero e in particolare il settore automobilistico (qui l’approfondimento di Start Magazine).
La salute della Germania è importante per l’Italia, dato che il paese è il nostro primo partner commerciale: lo è sia come mercato di sbocco delle nostre esportazione, sia come territorio di provenienza delle nostre importazioni. A parti invertite, la situazione è diversa: l’Italia è comunque una socia commerciale cruciale della Germania, ma è al quinto posto nell’elenco dei fornitori e al sesto posto nella classifica dei mercati di destinazione delle esportazioni, stando a quanto riportato da infoMercatiEsteri.
COME VA IL COMMERCIO ITALIA-GERMANIA
Secondo i dati ISTAT, nel 2022 l’interscambio Italia-Germania è ammontato a 168,5 miliardi di euro; nel primo quadrimestre del 2023 è stato invece di 57,3 miliardi.
La Germania è inoltre il primo paese straniero in Italia per numero di imprese, e il terzo per fatturato.
L’IMPORTANZA DEL SETTORE MANIFATTURIERO
La Camera di commercio italo-germanica, in un rapporto dedicato alla relazione bilaterale, parla di un interscambio “accresciuto negli anni” e di una “interdipendenza reciproca” tra Roma e Berlino fondata sul settore manifatturiero, che vale oltre la metà del valore totale degli scambi.
“Commercio e manifattura reggono gran parte della presenza tedesca nel nostro Paese. Tanto nell’export quanto nell’import, siderurgia, chimico-farmaceutico, macchinari e mezzi di trasporto rappresentano il fulcro dei rapporti economici tra i Italia e Germania”, scrive la Camera. “Questi settori, inoltre, sono quelli dove più forte è la presenza di aziende italo-tedesche nei due Paesi, che alimentano spesso indotti significativi anche al di fuori dell’interscambio strettamente inteso”.
La situazione di difficoltà dell’industria tedesca rappresenta dunque un rischio per il commercio con l’Italia e per l’intero ecosistema produttivo italiano alimentato da questo interscambio. Ad esempio, nel periodo gennaio-maggio del 2023, il comparto chimico-farmaceutico e quello siderurgia hanno perso valore, passando rispettivamente da 14,9 miliardi a 11,8 miliardi e da 11,3 miliardi a 10 miliardi. Stando alle previsioni della Camera italo-germanica, il 48 per cento delle aziende teme un calo della domanda e il 30 per cento teme delle alterazioni alle catene di fornitura. Il 56 per cento delle imprese pensa che i rapporti tra Italia e Germania vadano approfonditi anche con un dialogo politico.
La Camera di commercio italo-germanica si aspetta un peggioramento del contesto nei prossimi mesi: “un colpo di coda della crisi energetica […] si innesta su una dinamica di recessione per la Germania, destinata a coinvolgere l’Italia” e le catene del valore condivise.
LE DICHIARAZIONI
Secondo Giovanni Baroni, presidente della Piccola Industria di Confindustria Giovanni Baroni, “i due sistemi economici [italiano e tedesco, ndr] sono così interconnessi da rappresentare un unico ecosistema, e pertanto integrare strategie e soluzioni, soprattutto in materia ambientale e digitale, può essere cruciale per aiutare le imprese a far fronte a una nuova fase di stress”
Secondo Paolo Poma, vicepresidente AHK Italien, “l’interscambio italo-tedesco è in crescita costante e i due paesi sono fortemente interconnessi […]. Il contesto attuale, però, può mettere a repentaglio i nostri legami, ed è per questo che il dialogo, politico ma anche economico, tra i nostri due paesi è fondamentale in questa fase, per innovare i nostri sistemi produttivi compiendo la transizione e conservando il nostro ruolo leader nella manifattura europea”.