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Come devono cambiare le Case auto (senza sussidi vecchio stile)

La crisi dell’auto in Europa: ripensare il modello industriale per competere. L'intervento di Gianmarco Gabrieli, imprenditore It.

La crisi che sta colpendo l’industria europea dell’auto non è solo una questione di mercato o di domanda in calo. È il risultato di una strategia che per troppo tempo si è basata su un’innovazione superficiale, focalizzata su ritocchi marginali ai prodotti esistenti, anziché su un ripensamento strutturale del settore. Di fronte a una transizione epocale come quella verso l’elettrificazione e la sostenibilità, molte case automobilistiche europee sembrano essersi attardate in scelte conservatrici.

UN ESEMPIO VIRTUOSO E UNO MANCATO

Guardiamo a Tesla: non si tratta solo di una casa produttrice di auto elettriche, ma di un’azienda che ha riscritto le regole del gioco. Tesla non ha elettrificato modelli preesistenti, ma ha creato piattaforme totalmente nuove. Ha rivoluzionato i processi produttivi con gigafactory ad altissima efficienza, riformulato il sistema distributivo eliminando i concessionari tradizionali e ridotto i costi offrendo una gamma limitata di modelli. Il risultato? Una leadership globale nel settore dell’elettrico e margini di profitto impensabili per i costruttori tradizionali.

Di contro, molti brand storici europei, come Fiat, rappresentano il paradigma opposto. Anziché sviluppare piattaforme dedicate per l’elettrico, si sono limitati ad adattare i loro modelli esistenti, spesso con risultati poco competitivi sia in termini di prestazioni che di costi. Questo approccio non ha solo penalizzato il prodotto finale, ma ha anche mantenuto immutata una struttura produttiva e commerciale che oggi appare obsoleta.

IL RUOLO CRUCIALE DEGLI STATI

In questo contesto, gli Stati nazionali e l’Unione Europea devono interrogarsi sul loro ruolo. Continuare a sostenere con incentivi aziende che non investono in un cambiamento strutturale rischia di perpetuare il declino del settore. Al contrario, le risorse pubbliche dovrebbero essere destinate a premiare chi innova davvero: startup e aziende che ripensano l’auto e la sua produzione per rispondere alle sfide del XXI secolo.

Le esperienze recenti dimostrano che l’innovazione non è un lusso, ma una necessità per competere in un mercato globale sempre più dominato da giganti tecnologici e produttori asiatici. Se l’Europa vuole mantenere un ruolo di primo piano, deve incentivare investimenti in ricerca e sviluppo, semplificare le normative per le imprese innovative e promuovere sinergie tra settore pubblico e privato.

RIPENSARE L’AUTO PER RILANCIARE L’EUROPA

La crisi dell’auto non è solo una questione industriale: è un banco di prova per la capacità dell’Europa di guidare la transizione tecnologica e sostenibile. Tesla ha dimostrato che innovare non significa solo cambiare il prodotto, ma trasformare il processo e, con esso, l’intero modello di business. L’Europa può fare altrettanto, ma deve liberarsi da logiche protezionistiche e dalla tentazione di salvaguardare il passato.

Il futuro dell’industria automobilistica europea dipenderà dalla capacità di scommettere sul cambiamento. Non possiamo più permetterci di inseguire, dobbiamo tornare a guidare. E per farlo, serve visione, coraggio e, soprattutto, la volontà di investire nel nuovo.

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