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Covid-19, la miopia dell’Europa e i rischi per l’Italia

Il commento dell'economista Massimo Rodà del centro studi di Confindustria (l'opinione non impegna le posizioni della confederazione) sulle mosse dell'Europa ai tempi del Coronavirus

 

La mia impressione è che questa drammatica situazione ancora sia trattata, a tutti i livelli, con molta miopia (se non improvvisazione), senza alcuna strategia di medio periodo.

L’attuale recessione, profonda e senza precedenti in periodi di pace, rischia di diventare una depressione che spingerà all’ingiù stabilmente i livelli di benessere del nostro Paese.

Lo stato di emergenza nazionale era stato dichiarato il 31 gennaio scorso, prima del 22 febbraio quando è stato identificato il primo focolaio di Covid-19 e molto prima dell’affrettata decisione del 22 marzo quando è stato deciso il lockdown che sta distruggendo una buona parte del sistema economico nazionale.

Fino ad oggi cosa è stato concretamente fatto per le famiglie e le imprese? Pochissimo. E quanto tempo dovrà passare ancora prima che scoppi il caos? Due, tre settimane al massimo.

Ad agitare ancora di più gli animi di molti ha contribuito l’ennesima dimostrazione di incapacità dell’Europa, anch’essa miope e sconsiderata. L’Italia, che rappresenta quasi il 13% del PIL europeo ed è il secondo paese manifatturiero dopo la Germania, se abbandonata nella corsa verso il caos diventerà il detonatore in grado di fare implodere l’Europa.

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