Nel mese di luglio, i mercati obbligazionari hanno visto aumentare i rendimenti sia negli Stati Uniti che in Europa, grazie a dati economici positivi, aumenti dei prezzi dell’energia, politiche monetarie più restrittive e decisioni politiche che hanno ridotto alcuni rischi. Negli Stati Uniti, l’approvazione del “One Big Beautiful Bill” e la perdita della maggioranza nel Senato giapponese hanno alimentato preoccupazioni sulla situazione fiscale globale.
Per le prossime settimane, si prevede che i rendimenti core dell’Eurozona si stabilizzeranno, grazie alla stagionalità estiva e a una possibile riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE a settembre, favorita dal calo dell’inflazione e dalla crescita economica sotto il potenziale.
Si prevede un aumento dei rendimenti, grazie anche all’accordo commerciale tra UE e USA che ha eliminato un rischio economico importante, e all’attenzione degli investitori sugli effetti macroeconomici dello stimolo fiscale tedesco. Sebbene le aspettative sui tassi di interesse a medio termine siano leggermente sovrastimate, il loro impatto sui rendimenti a lungo termine è diminuito grazie all’aumento del premio di durata.
La curva dei rendimenti si sta distanziando, con le aspettative di crescita nominale che si spostano dal 2,5% al 4% entro il 2026, potenzialmente portando a un aumento significativo dei rendimenti a lungo termine. Nonostante a luglio la Fed non abbia ridotto i tassi, si prevedono due tagli quest’anno e altri due nel 2026; tuttavia, i mercati attualmente scontano solo 36 punti base di taglio entro fine anno, inferiori alle attese di 50 punti.
La previsione a medio termine sui tassi (OIS a 5 anni e 3 mesi) è troppo alta, circa 3,75%. A breve termine, si stimano rendimenti sui titoli decennali del 4,30% a 3 mesi e del 4,05% a 12 mesi. Per quanto riguarda l’Eurozona, gli spread dei titoli di stato non core si sono ridotti a luglio, raggiungendo minimi pluriennali, come lo spread tra BTP e Bund a 10 anni, sceso a 80 punti base, segno di una percezione del rischio migliorata e di maggiore stabilità.
Il quadro generale per i prossimi mesi è positivo: si prevede un’ultima riduzione dei tassi della BCE a settembre, con il mercato che prezza circa -3 punti base. Le prospettive macroeconomiche sono favorevoli grazie alle misure fiscali della Germania, all’assenza di rischi di guerra commerciale con gli USA, alle tendenze stagionali e all’attività di emissione di titoli di stato, che sta procedendo con successo, con oltre il 70% dell’obiettivo 2025 già raggiunto.
I governi dell’Eurozona hanno ridotto significativamente la quota di obbligazioni a lunga scadenza nelle nuove emissioni, passando dal 43% nel 2024 al meno del 25% nel secondo trimestre 2025, rispondendo alla minore domanda di duration e facilitando l’assorbimento dell’offerta. Nonostante il mercato primario sia ancora poco attivo ad agosto, si prevede una buona collocazione delle emissioni future anche dopo la pausa estiva.
Infine, a livello di spread, si prevede che ci siano poche possibilità di ulteriori riduzioni, limitate principalmente ai paesi più piccoli come Slovacchia e Lituania. Tuttavia, non si aspetta un calo sostenuto degli spread, quindi i titoli non core dell’Eurozona probabilmente supereranno le performance dei Bund tedeschi, grazie anche alla maggiore attenzione alle aspettative di crescita nominale, che potrebbe portare a un aumento dei rendimenti a lungo termine.