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Cosa lega i francesi del Credit Agricole al Banco Bpm e all’Italia

Tutte le mosse dei francesi del Credit Agricole su Banco Bpm e non solo

Pur essendo in attesa di avere il via libera dalla Banca centrale europea per superare il 20%, i francesi di Credit Agricole hanno intanto portato la loro quota dentro Banco Bpm al 20,1%, dopo aver rilevato uno 0,3% in derivati. Uno 0,3% potenziale “tramite un contratto derivato ‘total return swap’ «con regolamento in contanti ma con diritto di Delfinance Sas di richiedere, previo ottenimento delle autorizzazioni necessarie, che il regolamento avvenga con consegna fisica delle azioni sottostanti al contratto derivato»”, spiega il Sole 24 Ore.

LA MOSSA DI CREDIT AGRICOLE SU BPM

Secondo quanto scritto in una dichiarazione d’intenti alla Consob, i francesi di Credit Agricole hanno messo in chiaro che la crescita nel capitale permetterà “di qualificare il proprio investimento e la propria partecipazione da un punto di vista tecnico e – in particolare – contabile, nell’ambito della cosiddetta influenza notevole, in maniera stabile e coerente con il proprio ruolo di socio e di partner industriale di lungo termine”.

La banca francese ha comunque ribadito di non voler prendere il controllo su Banco Bpm, mantenendo la propria partecipazione sotto la soglia dell’Opa, né tantomeno vuole – a quanto pare – integrare o revocare gli organi attualmente in carica. Certo è che comunque una salita, i francesi, la stanno facendo.

PORTE APERTE DEL GOVERNO

E la stanno facendo grazie, di base, al governo italiano. Giorgia Meloni, e soprattutto la quota Lega del suo esecutivo, con il vicepremier Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Lega) in testa, hanno bloccato l’ops di Unicredit (banca italiana) su Banco Bpm (banca italiana) calando la carta del golden power, “favorendo di fatto la crescita di azionisti francesi”, si ricordava su queste pagine.

COSA LEGA IL GOVERNO A BANCO BPM

Sempre su queste pagine si sottolineava cosa ha portato la Lega in particolare a schierarsi in difesa di Banco Bpm contro l’operazione di piazza Gae Aulenti. “Banco Bpm è considerata molto vicina a pensieri e azioni della Lega perché l’istituto capeggiato da Giuseppe Castagna finanzia molte pmi lombarde che la Lega considera un suo bacino elettorale. Un milieu economico-imprenditoriale-sociale simile a quello arato in Francia dal Credit Agricole”, si scriveva.

E poco importa se per difendere Banco Bpm da Unicredit si sconfessa la linea di sovranismo e nazionalismo lasciandola in mano ai francesi. “Credit Agricole ha fatto di tutto per presentarsi come un socio senza ambizioni di comando, anzi, disponibile a collaborare con il governo. Roma fin qui è stata al gioco, a costo di ribaltare una narrativa costruita a suon di roboanti dichiarazioni a difesa dell’italianità del sistema finanziario”, si legge sul quotidiano Domani.

La banca francese, “nell’arco degli ultimi due decenni – ricorda sempre Domani – è cresciuta molto nel nostro paese, rilevando, tra gli altri, istituti come Cariparma e più di recente il Credito Valtellinese. Se a queste attività adesso di aggiunge il controllo di fatto, se non di diritto, del Banco Bpm, il gruppo francese diventerebbe un attore di prima grandezza sul mercato italiano del credito, alle spalle dei colossi Intesa e Unicredit”.

E Credit Agricole potrebbe voler giocare un ruolo anche nella possibile futura nuova partita del risiko bancario italiano, quella della creazione di un terzo polo creditizio con la fusione tra Monte dei Paschi di Siena, magari dopo aver vinto l’ops su Mediobanca, e proprio Banco Bpm. A quel punto Credit Agricole potrebbe mettersi di traverso o dare il suo ok ma passando all’incasso.

LE ATTIVITÀ DI CREDIT AGRICOLE IN ITALIA

Andando a vedere sul sito di Credit Agricole Italia (guidata da Giampiero Maioli, nella foto a destra con Federico Freni, sottosegretario leghista) si vede come l’istituto ci tenga alle sue attività nella Penisola. “L’Italia è l’unico paese oltre alla Francia dove Credit Agricole è presente con tutte le line di business: dalla banca commerciale, al credito al consumo, al corporate and investment banking, all’asset management, al comparto assicurativo, fino al completamento della gamma di offerta con i servizi dedicati ai grandi patrimoni”, si legge.

I dati sul sito, al 31 dicembre 2023, inquadrano la situazione dell’istituto francese in Italia: più di 2,8 milioni di clienti, circa 1200 punti vendita (di cui 1.014 filiali) con circa 12.500 collaboratori. La densità di sportelli è più alta al centro nord, in particolare in Emilia-Romagna, e in Sicilia. E la raccolta totale è di 158 miliardi di euro, con circa 64 miliardi di euro di impieghi complessivi lordi.

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