Movimenti in cantiere nelle assicurazioni: Generali e Allianz valutano vendita di asset nel ramo vita, scrive la stampa tedesca; mentre il numero uno del Leone delinea scenari e sfide non solo per il settore dopo la pandemia. Ecco tutti i dettagli.
Le compagnie assicurative Generali e Allianz stanno valutando vendite per miliardi di euro in attività del ramo vita. E’ quanto riferisce oggi il quotidiano “Handelsblatt”, che cita fonti informate sui fatti.
In particolare, la compagnia assicurativa tedesca Allianz intenderebbe realizzare vendite fino a nove miliardi di euro, anche in Italia. A tal fine, il gruppo avrebbe incaricato la banca d’investimento statunitense Morgan Stanley di riesaminare il proprio portafogli. Come ricorda “Handelsblatt”, Allianz ha avviato una valutazione delle proprie attivita’ nel settore delle assicurazioni sulla vita in Europa. Una potenziale vendita potrebbe sottrarre al gruppo circa 500 milioni di euro, secondo una fonte interpellata da “Handelsblatt”.
Allo stesso tempo, l’operazione consentirebbe ad Allianz di liberare capitale con cui far fronte alla crisi del coronavirus. A sua volta, Generali potrebbe vendere il ramo vita della propria controllata in Francia e a tale scopo si sarebbe affidata alla società di consulenza Franchurch Advisory.
Se confermata, l’operazione potrebbe fruttare da uno a due miliardi di euro per Generali. Il gruppo, così come Allianz, non ha voluto commentare le indiscrezioni. Tacciono anche Morgan Stanley e Frenchurch Advisory.
Le assicurazioni possono fare di più per accelerare la ripresa economica? “Certamente hanno la possibilità e i capitali per dare una spinta significativa all’economia europea, ma non a qualsiasi condizione. Servono investimenti per uno sviluppo sostenibile e noi daremo l’esempio mettendo a disposizione quasi un miliardo di euro”, ha detto dice Philippe Donnet, amministratore delegato delle Assicurazioni Generali, intervistato dal direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini.
Secondo Donnet, il governo italiano “ha fatto passi doverosi durante l’emergenza sanitaria ed economica mobilitando risorse importanti. Certo si può sempre dire che si poteva e si può fare di più. L’importante è puntare anche sulle forze dei privati. Ognuno deve fare la sua parte. Lo Stato non può fare tutto. E, tra l’altro, sarebbe sbagliato”.
Cosa potrebbero fare le assicurazioni in questa fase e in Europa per accelerare la ripresa economica? “Stiamo vivendo una crisi di proporzioni inaudite – risponde – che richiede sforzi straordinari e un’assunzione di responsabilità senza precedenti da parte dei governi e del sistema produttivo. Come assicuratori, abituati da sempre a fronteggiare i rischi attraverso la diversificazione degli stessi, possiamo dare un contributo importante alla ripresa. Sia proteggendo e assistendo persone e imprese, sia attraverso la politica degli investimenti. Penso, per esempio, al fondo infrastrutture, che rappresenterebbe un volano importante per l’edilizia. Servono fondi da mettere a disposizione – sottolinea – e non prestiti, cioè debiti che rischiano di essere una zavorra quando l’economia riprenderà. Per questo stiamo aiutando i clienti, estendendo le garanzie, sia in termini di tempo sia di tipologie delle coperture”.
Alla domanda se nel settore assicurativo è in arrivo un nuovo giro di aggregazioni, Donnet risponde: “Qualcosa accadrà. In Europa la pandemia ha fatto perdere forza a un discreto numero di piccole e medie compagnie. Alcune, da sole, non ce la faranno”. Generali capitalizza in Borsa poco più di 19 miliardi di euro. È a rischio scalata? “Dopo il crollo dei mercati, tutta la Borsa è caduta di valore. La domanda andrebbe fatta a tanti gruppi bancari e assicurativi.
Però il nostro titolo è tra quelli andati meglio. Non va guardato solo il valore assoluto, ma il confronto con gli altri”. Donnet, tiene molto a sottolineare “la piena salute” del gruppo anche se aggiunge che “il momento è sfidante” e che “a causa della pandemia nulla sarà più come prima”.
Qual è l’impatto del Covid-19 sulla compagnia? “Nel primo trimestre – fa sapere – il gruppo ha realizzato una buona performance con un risultato operativo a circa 1,5 miliardi di euro, in crescita del 7,6%. Per quanto riguarda il 2020 è troppo presto per fare previsioni. La buona notizia è che siamo entrati nella crisi in condizioni eccellenti, diversamente da quanto accaduto in occasione di quella precedente, nel 2008. Oggi la solidità patrimoniale è ben diversa”.