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Circolare Inps

Contributi anti Covid, cosa non va nella circolare Inps e nel decreto Ristori bis

Perché sia la circolare Inps riguardo i contributi destinati ai lavoratori dello spettacolo sia il decreto Ristori bis nei confronti di alcune categorie risultano iniqui

 

Arrivano i contributi per imprese e lavoratori colpiti dalla crisi Covid ma emergono già criticità per alcune categorie.

A partire dai lavoratori dello spettacolo. Secondo la circolare attuativa dell’Inps, potranno richiedere i contributi soltanto coloro che non sono stati titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data del 15 agosto 2020.

Ma anche il recente decreto Ristori bis, appena bollinato dalla Ragioneria di Stato che stanzia circa 1 miliardo per i contributi a fondo perduto ai nuovi codici Ateco aggiunti alla lista del Ristori 1, tralascia alcune categorie. Come quelle della filiera dei matrimoni e degli eventi, fatto denunciato dalla Federmep, associazione che raccoglie imprese e liberi professionisti del comparto wedding & event.

Tutti i dettagli.

COSA PREVEDE LA CIRCOLARE INPS PER I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO

“La circolare attuativa dell’Inps del 28 ottobre relativa all’erogazione dei contributi destinati ai lavoratori dello spettacolo indicati dal dl Rilancio reca la necessità di non essere stati titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data del 15 agosto 2020: una limitazione inaccettabile che escluderà anche quei lavoratori che, nei giorni di agosto, sono riusciti a lavorare con alcuni spettacoli riuscendo a guadagnare qualcosa”, sottolinea in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura, Federico Mollicone.

“La cultura è allo stremo e il secondo lockdown rischia di desertificare il settore. Chiediamo a Tridico di intervenire immediatamente per eliminare questo vincolo per l’erogazione, che escluderà dal perimetro di erogazione chi ha realmente necessità di un contributo”, conclude Mollicone.

Sono decine di migliaia i lavoratori ed artisti, già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito secondo Agis, l’associazione generale italiana dello spettacolo.

Non resta dunque che attendere i chiarimenti di Pasquale Tridico, presidente dell’Inps in audizione il prossimo mercoledì 11 novembre presso le Commissioni riunite Cultura e Lavoro, nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di lavoro e previdenza nel settore dello spettacolo.

LE LACUNE DEL DECRETO RISTORI BIS SECONDO FEDERMEP

Ma anche il recente decreto Ristori bis presenta delle iniquità. “Persino le agenzie di escort riceveranno il contributo previsto dal decreto ristori bis. Non solo i sexy shop, quindi, ma anche le agenzie di accompagnatrici, equiparate, ai fini fiscali, alle agenzie matrimoniali. E invece molte categorie in ginocchio a causa delle restrizioni, alcune delle quali inserite nella filiera dei matrimoni e degli eventi, continuano ad essere escluse”, ha sottolineato Serena Ranieri, presidente di Federmep, associazione che raccoglie imprese e liberi professionisti del comparto wedding & event.

Secondo Ranieri “è la prova provata che i codici Ateco sono una giungla in cui è difficile districarsi e non possono essere il criterio adottato per i ristori. Non si tratta di innescare una guerra tra poveri, ma cercare di adottare parametri di equità e omogeneità”.

RIGUARDO I CRITERI TEMPORALI E GEOGRAFICI

“Altre assurdità riguardano i criteri temporali e geografici”, evidenzia la presidente di Federmep. “Non ha senso tenere come mese di riferimento il mese di aprile, quando nei mesi estivi alcune attività hanno lavorato e altre sono rimaste invece ferme al palo, con perdite di fatturato, penso al nostro settore, che superano l’80% e in taluni casi il 90%. Infine non ha ragion d’essere neanche la distinzione tra zone, a meno che non si voglia credere che un’attività oggi in zona gialla lavori normalmente”.

“Su questi tre punti verte il pacchetto di emendamenti al decreto Ristori che abbiamo inviato ai gruppi parlamentari. Se proprio si vuol mantenere i codici Ateco si estenda l’elenco includendo gli attualmente invisibili, molti dei quali nel nostro comparto, e si calcolino i risarcimenti sul calo di fatturato del periodo marzo-ottobre. Ogni altra misura non farà che accrescere le iniquità e la tensione sociale”. Ha concluso Ranieri.

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