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Bancari

Contratto di lavoro dei bancari, ecco cosa bolle in pentola

Le novità e le posizioni degli amministratori delegati di Intesa, Unicredit, BancoBpm, Bper, Mps, Credit Agricole, Bnl Bnp Paribas, Iccrea. Le spaccature in Abi e il negoziato al via da settembre.

 

«Magari lo stesso Sileoni tornerà sui suoi passi dopo gli attacchi contro il capo delle relazioni sindacali di Intesa, spiegati del resto dal sindacalista come reazione a due precedenti interventi di Filosomi in altrettanti congressi di sindacati confederali nelle quali dettava le linee politiche del nuovo contratto». Mai una profezia si rivelò più azzeccata. La profezia è quella di Francesco Manacorda, editorialista di Repubblica che sulle colonne del quotidiano del gruppo Gedi, a marzo, aveva ribattezzato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, come “il Mourinho dei bancari”. Manacorda aveva di fatto previsto tutto quello che nelle settimane successive sarebbe accaduto nel settore bancario italiano, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo del negoziato volto al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei 270.000 dipendenti delle banche del Paese. Contratto che, va ricordato, è scaduto a dicembre scorso ed è stato prorogato più volte fino al prossimo 31 luglio.

CHI C’ERA AL CONGRESSO DELLA FABI

La situazione si è plasticamente delineata e chiarita al 22° Congresso nazionale della Fabi, che si è svolto a Roma dal 12 al 16 giugno. Più di 1.600 partecipanti, tra ospiti, delegati e osservatori, hanno assistito una serie di dibattiti ai quali hanno partecipato tutti i protagonisti del mondo bancario e i vertici dei principali gruppi bancari e assicurativi: Antonio Patuelli e Ilaria Dalla Riva (Abi), Augusto Dell’Erba e Matteo Spanò (Federcasse), Carlo Messina (Intesa Sanpaolo), Andrea Orcel (Unicredit), Giuseppe Castagna (Banco Bpm), Piero Montani (Bper), Luigi Lovaglio (Mps), Giampiero Maioli (Crédit Agricole Italia), Elena Goitini (Bnl Bnp Paribas), Camillo Venesio (Banca del Piemonte), Mauro Pastore (Iccrea) e Carlo Cimbri (Unipol). La partecipazione di tutti i big della finanza al congresso della principale organizzazione sindacale del credito è un riconoscimento e un attestato politico sia per la Fabi sia per Sileoni.

MESSINA (INTESA SANPAOLO) È IL LEADER DEL SETTORE BANCARIO ITALIANO?

Un congresso di alto livello, quello della Federazione autonoma bancari italiani, dal quale, tra le tante cose, è emersa la leadership di Messina nel settore bancario. E anche il grande capo di Intesa Sanpaolo ha garantito il suo personale riconoscimento alla Fabi nel momento in cui proprio in quel congresso – e non in altri consessi sindacali – è arrivata la sua apertura a concedere aumenti economici di 435 euro ai lavoratori bancari. Secondo l’amministratore delegato di Ca’ de Sass, l’alta inflazione e l’importante redditività delle banche richiedono una adeguata risposta da parte dei datori di lavoro, e la partecipazione agli utili da parte dei lavoratori. Messina, dunque, ha significativamente motivato la sua apertura a spingere gli incrementi di stipendio. Del resto, le banche, che nel 2022 hanno messo insieme 25 miliardi di euro di utili, proseguiranno a macinare profitti anche nei prossimi anni e il nuovo rialzo del coso del denaro che arriverà il 27 luglio, preannunciato ieri dalla presidente Bce Christine Lagarde, favorirà i margini di profitto del settore: insomma, un periodo d’oro destinato a durare a lungo.

FLESSIBILITÀ E ORGANIZZAZIONE

Il segnale di Messina sul versante economico va incrociato con la possibilità di arrivare una migliore regolamentazione delle norme contrattuali relative alla flessibilità organizzativa. Sul fronte sindacale si cominciano a comprendere le necessità dei singoli gruppi, tutti orientati a realizzare il proprio modello di bancari e il proprio modello di lavoro. Quello che è un fondamentale elemento competitivo all’interno del settore rappresenta, allo stesso tempo, il vero nodo politico per il rinnovo del contratto collettivo. Flessibilità e organizzazione diventano più che mai due asset strategici: a pochi sfugge che Intesa Sanpaolo, ad esempio, con Isybank, la banca digitale presentata pubblicamente il 15 giugno, proprio mentre era in corso il congresso Fabi, ha fatto uno scatto in avanti, paragonabile alle fughe dei ciclisti che, a pochi chilometri dal traguardo, si mettono in piedi sui pedali per assicurarsi la vittoria finale. Isybank al momento è riservata ai correntisti che in filiale non mettono più piede da anni, ma in prospettiva potrebbe diventare il contenitore anche di altre fasce di clientela: una rivoluzione.

LE ALTRE BANCHE CONTESTERANNO MESSINA?

Nella settimana del congresso Fabi, dunque, Intesa Sanpaolo ha piazzato due importanti bandierine, una sul contratto e una sul versante dell’innovazione. E a questo punto occorre capire come reagiranno, su tutti e due gli ambiti, gli altri big del credito. Soprattutto, bisogna vedere se ci sarà qualcuno che, con una buona dose di coraggio e di faccia tosta, sarà disposto a contestare a Messina gli aumenti economici annunciati. Una posizione sbagliata? Un conto sono le voci di corridoio e le chiacchiere a Palazzo Altieri, altro è uscire pubblicamente con una dichiarazione nettamente contraria mettendosi contro l’amministratore delegato di Intesa. E per poter dissentire serviranno argomentazioni fondate e chi, all’interno del settore, guadagna cifre astronomiche, difficilmente potrà farle. I ricchissimi bilanci delle banche, poi, rappresentano un altro fondamentale argomento sul quale si basa la richiesta economica dei sindacati.

L’OPERA DELLA FABI DI SILEONI

Dal congresso Fabi in poi, il settore è a un bivio e le posizioni dei banchieri sono chiare. A settembre, quando riprenderanno le trattative, bisognerà capire cosa farà Intesa rispetto al Comitato affari sindacali e del lavoro di Abi, dopo la revoca del mandato comunicata a febbraio. Resta il fatto che la Fabi e Sileoni – rieletto col 98,2% delle preferenze (e adesso qualcuno ritiene che dopo di lui, nonostante la crescita di alcuni dirigenti e il forte ricambio generazionale in atto, la Fabi difficilmente riuscirà a mantenere questo livello di visibilità e importanza politica) – hanno realizzato un capolavoro, come si dice ai vertici dei gruppi bancari: nonostante la evidente spaccatura all’interno dell’Associazione bancaria, tutti i banchieri, per cinque giorni, partecipando al medesimo evento, hanno superato qualunque tipo di pregiudizio e di ritrosia, confrontandosi, anche se indirettamente, fra loro, nelle tavole rotonde all’Ergife palace Hotel di Roma. Insomma, la Fabi è riuscita a far capire che si possono mettere da parte le divergenze esistenti, nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori bancari e delle stesse banche.

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