skip to Main Content

Consob Token

Consob multa Intermonte per il Sole 24 Ore

Come e perché la Consob ha multato Intermonte per i conti del Sole 24 Ore. L'articolo di Emanuela Rossi

 

Un altro tassello nella vicenda sui conti del gruppo Sole 24 Ore che ha portato a un procedimento penale nei confronti degli ex vertici, tra cui l’allora amministratore delegato Donatella Treu, e dell’ex direttore responsabile del quotidiano, Roberto Napoletano. Stavolta sotto i riflettori è finita Intermonte Sim, l’investment bank indipendente fondata nel 1995 rea – secondo la Consob – di aver presentato ricerche con dati falsi e fuorvianti per le scelte degli investitori professionali e retail.

Da ricordare che la Commissione presieduta da Paolo Savona a settembre 2019 ha inflitto una maxi multa di 280mila euro sia a Treu sia Napoletano perché i numeri alterati presentati tra il 2013 e il 2016 hanno “prodotto un quadro informativo falso della situazione economico-finanziaria” del gruppo. Era stata archiviata, invece, la posizione dell’azienda, che però risultava responsabile in solido per il pagamento della sanzione complessiva, oltre 1 milione di euro considerando anche quanto dovuto da altri tre manager del gruppo.

COS’E’ SUCCESSO CON INTERMONTE

Da febbraio 2014 a fine 2017 Intermonte ha avuto un contratto di corporate broking con Il Sole 24 Ore per produrre almeno due ricerche all’anno in occasione della pubblicazione dei risultati di esercizio e dei dati semestrali e per redigere note di commento in occasione dei risultati trimestrali. Tra i compiti della società anche quello di organizzare, tenendo conto della disponibilità del management del gruppo, almeno due incontri l’anno con gli investitori professionali. Per questo incarico Intermonte ha ricevuto 50mila euro più Iva ogni anno. Nel periodo in questione ha pubblicato 12 ricerche sul Sole 24 Ore che contenevano tutte, ad esclusione di quella pubblicata il 12 ottobre 2016, un giudizio operativo Outperform, determinato dalla definizione di un target price superiore al prezzo di mercato. Si tratta di ricerche che sono poi state distribuite agli investitori istituzionali dell’intermediario, rielaborate e diffuse al pubblico retail di Websim, divisione di Intermonte che svolge attività di ricerca e di produzione di contenuti informativi destinati proprio al retail, inviate e pubblicate sul sito istituzionale di Borsa Italiana S.p.A.

Inoltre, segnala negli scorsi giorni la Consob nella delibera, queste ricerche venivano utilizzate come “metodo di controllo per il calcolo delle presunzioni nella perizia di calcolo dell’impairment test del goodwill”. Il 27 maggio 2016 l’ufficio studi di Intermonte ha pubblicato una ricerca su Il Sole 24 Ore contenente un target price di 0,65 centesimi e un giudizio Outperform. L’analista che ha firmato la ricerca, Simone Pozzi, ha stabilito che il fair value, ovvero il valore intrinseco dell’azione Il Sole 24 Ore, era pari a 0,36 centesimi, livello ben al di sotto del target price indicato nella ricerca pubblicata da Intermonte il 21 marzo 2016, quando era pari a 0,70 centesimi, e ne ha dato notizia ad Alberto Villa, responsabile dell’ufficio studi. Nonostante ciò Intermonte ha pubblicato la ricerca contenente un target price di 0,65 centesimi: da notare – evidenzia la Commissione presieduta da Paolo Savona – che se invece fosse stato indicato il target price di 0,36 euro il giudizio operativo sarebbe stato, sulla base del sistema di rating interno di Intermonte, pari a Sell.

Dunque, secondo la Consob, la ricerca del 27 maggio 2016 “era connotata da elementi di falsità, indicando un target price di € 0,65 e un giudizio operativo di Outperform invece, rispettivamente, di € 0,36 e Sell corrispondenti alle valutazioni” dell’analista. In poche parole, questi elementi “erano suscettibili di fornire indicazioni false e fuorvianti in merito agli strumenti finanziari emessi da Il Sole 24 Ore. Tra l’altro, tale falsa rappresentazione era suscettibile di influenzare positivamente in modo ingannevole le scelte degli investitori professionali e retail e di influenzare positivamente il calcolo dell’impairment test da parte di soggetti designati dal gruppo.

La Commissione presieduta da Paolo Savona nella delibera rimarca che “gli effetti distorsivi discendenti dalla pubblicazione della ricerca datata 27 maggio 2016 erano suscettibili di continuare a fornire, in linea con le precedenti ricerche, un segnale positivo sulle prospettive future de Il Sole 24 Ore, sebbene i risultati economico-patrimoniali pubblicati il 12 maggio 2016 dopo la chiusura del primo trimestre 2016 evidenziassero agli analisti finanziari di Intermonte una situazione in netto peggioramento rispetto alle stime elaborate precedentemente”.

COS’HA DECISO LA CONSOB

Una situazione, quella venutasi a creare, particolarmente grave perché, scrive la Consob, “la pubblicazione ella ricerca del 27 maggio 2016 (…) ha continuato a fornire, in linea con le precedenti ricerche, un segnale positivo sulle prospettive future della società sebbene i risultati economico-patrimoniali de Il Sole 24 Ore pubblicati il 12 maggio 2016, dopo la chiusura del primo trimestre 2016, avessero evidenziato agli analisti di Intermonte una situazione in netto peggioramento rispetto alle stime elaborate precedentemente”. Insomma, la ricerca è venuta meno alla funzione di “contribuire a migliorare la trasparenza e l’efficienza stessa del mercato, riducendo i livelli di asimmetria informativa”. La delibera della Consob ha dunque previsto una sanzione amministrativa di 30mila euro per Villa e una sanzione interdittiva accessoria di tre mesi; una sanzione amministrativa di 20mila euro per Pozzi e una sanzione interdittiva accessoria di due mesi. Intermonte, che risponde in solido con Villa e con Pozzi anche delle loro sanzioni, è applicata una sanzione amministrativa di 50mila euro da pagarsi entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento.

Back To Top