Il Consiglio Generale di Confindustria ha approvato la nuova squadra che affiancherà il presidente Orsini. Letta in controluce, essa si rivela discontinua rispetto alle gestioni confederali degli ultimi vent’anni. Non avrà tuttavia molto tempo per affiatarsi perché sarà immediatamente chiamata a confrontarsi con una serie di importanti appuntamenti per il sistema delle imprese italiane. Le elezioni europee sono alle porte e già nell’estate si insedieranno i nuovi organi esecutivi dell’Unione.
I rapporti commissionati a Draghi e Letta su competitività e mercato unico saranno utili a riorientare la nuova legislatura dall’ambientalismo fine a se stesso alla crescita quale obiettivo primario. A questo scopo molte direttive e alcuni regolamenti del recente passato saranno inevitabilmente oggetto di revisione. Sul piano interno, la campagna referendaria avviata dal segretario della Cgil Landini ripropone rigidità il cui superamento sembrava acquisito.
La penalizzazione di appalti e subappalti può frenare i processi di specializzazione. A tutto ciò si deve aggiungere un altro elemento di ritorno, quello del salario come variabile indipendente nella contrattazione collettiva, emerso in particolare nel negoziato relativo ai metalmeccanici. Al contrario, la grande organizzazione delle imprese, dovrà individuare modi con cui garantire il collegamento tra produttività e incrementi retributivi, anche attraverso la detassazione agevolata di quest’ultimi nell’ambito della riforma fiscale in corso di attuazione. Sono fronti oggettivamente aperti in una fase economica densa di incognite ma anche di opportunità.
(Articolo pubblicato anche dal Quotidiano Nazionale)