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Confcommercio scossa, Milanese condannato, Cdp contesa, Reputation manager e giornali finti

Confcommercio, Cdp, Ferrovie, Milei, Papa Francesco, Fatto Quotidiano, Reputation manager e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

LE SCOSSE DI CONFCOMMERCIO

 

PENSIERINI DI PSICOANALISTA SU PATRIARCATO E DINTORNI

 

PAPA BERGOGLIO VISTO DA MILEI, NUOVO PRESIDENTE DELL’ARGENTINA

 

MILEI VISTO DALL’ISPI

 

CARTOLINA DALL’UCRAINA

 

LE VOGLIE DI FDI E LEGA SULLA CASSA

 

LA REPUTAZIONE DELLE FERROVIE

 

MILANESE CONDANNATO

 

ASSICURAZIONI NON DEL TUTTO RASSICURATE

 

CI SONO FINTI GIORNALI CHE POMPANO LA REPUTAZIONE DEI TOP MANAGER?

 

UN GRAZIE AL PROF. PUGLISI CHE SEGUE STARTMAG CON INTERESSE E PASSIONE

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ESTRATTO DI UNA INTERVISTA DEL FOGLIO A LUIGI ZOIA, PSICOANALISTA:

“Il patriarcato non è il responsabile dell’uccisione di Giulia Cecchettin. Sebbene in queste ore sia il principale imputato culturale del delitto. Lo accusano attiviste, influencer, scrittrici, intellettuali. Mentre è piuttosto la sua rarefazione che sta facendo regredire i maschi a una violenza primordiale”. Il dottor Luigi Zoja è uno psicoanalista junghiano di talento, che ha indagato il patriarcato in un libro di ormai più di vent’anni fa, “Il gesto di Ettore”, scritto controvento all’idea che l’unico padre che esista sia quello cattivo, l’Edipo su cui Freud ha costruito la psicoanalisi.

“Uno dei momenti più alti della letteratura universale si trova nell’Iliade, quando Ettore solleva il figlio al cielo e prega Zeus perché sia più forte di lui. E’ il simbolo dei padri che vogliono che i figli siano migliori di loro. E con tutti i difetti che poteva avere, è su questa base patriarcale che si è costruita la civiltà greca e latina, il modello borghese e capitalista, in fondo il meglio del mondo occidentale”. Oggi il patriarcato è invece colpevolizzato e chiamato a rispondere anche delle coltellate con cui Filippo Turetta ha ucciso la donna che era stata sua fidanzata. Sebbene “il nostro mondo non sia più patriarcale da tempo”, dice Zoja. La cultura sessantottina l’ha contestato ferocemente, associandolo a Hitler, Stalin, Mussolini, padri padroni certificati dalle loro carneficine. E Zoja c’era quando nelle piazze di Parigi si urlava che “il padre puzza”, credendo di colpire la fonte dell’oppressione dell’uomo sull’uomo. Oltre che sulle donne. “Oggi noi viviamo, invece, in una società post patriarcale. Ma anziché un mondo meno aggressivo, come si immaginava nel Sessantotto, ci ritroviamo in una situazione opposta. Lo sgretolamento della cultura patriarcale ha sprigionato la violenza primitiva del maschio. Poiché i suoi impulsi più aggressivi non trovano alcun argine di contenimento”.

Dal Sessantotto Zoja si è allontanato durante un corteo, ascoltando lo slogan “Padroni! Borghesi! Ancora pochi mesi!”, per il semplice fatto che lui, il suo padre borghese, non voleva farlo fuori. “Il patriarcato si fondava sulla trasmissione di valori, saperi e regole lungo una linea del tempo ampia. C’era il passato e c’era il futuro. Le generazioni che ci hanno preceduto e quelle che sarebbero venute dopo di noi. Continuità di cui la trasmissione del nome del padre era il simbolo. Oggi, invece, esiste solo l’istante. E non essendoci un prima e un dopo, non si può neanche più aspettare. Dunque, se un ragazzo vuole qualcosa, deve prendersela subito, sia essa un oggetto o una donna”.

 

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