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Cosa farà la Commissione per proteggere la sicurezza economica dell’Ue

La Commissione vuole coniugare apertura economica e sicurezza: ha proposto così l'istituzione di un organismo - "economic security hub" - dedicato alla protezione delle imprese europee dalla concorrenza sleale straniera e dalle tensioni geopolitiche. Ecco cosa ha detto il commissario Sefcovic.

La Commissione europea ha proposto oggi l’istituzione di un “economic security hub”, cioè di un nuovo organismo dedicato alla sicurezza economica e alla tutela delle imprese dalla concorrenza sleale estera, in particolare dall’afflusso di beni importati a basso prezzo.

La settimana prossima, inoltre, Bruxelles dovrebbe presentare un’altra proposta per introdurre delle condizioni agli investimenti stranieri, come i requisiti sui trasferimenti tecnologici e l’utilizzo di quote minime di componenti prodotti nell’Unione.

COMMERCIO E SICUREZZA

“Viviamo in un mondo in cui, semplicemente, l’aspetto della sicurezza sta assumendo un ruolo sempre più importante”, ha detto ai giornalisti il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, aggiungendo che l’Unione è stata particolarmente esposta alla weaponization del commercio, cioè all’utilizzo degli strumenti commerciali come armi geopolitiche. Esempi di questa pratica sono i dazi statunitensi oppure le restrizioni cinesi alle esportazioni di minerali: in entrambi i casi, l’obiettivo è esercitare pressione sui governi che subiscono queste misure in modo da spingerli a cedere.

SEI AREE DI INTERVENTO

Come spiegato da Sefcovic, l’economic security hub della Commissione si concentrerà su sei aree considerate ad alto rischio, tra cui le catene di approvvigionamento, gli investimenti esteri e i settori della difesa e aerospaziale. Inoltre, verrà data priorità alla protezione del primato industriale europeo in alcuni comparti critici e alla prevenzione della fuga di dati sensibili.

L’anno prossimo, poi, la Commissione valuterà i suoi strumenti di difesa commerciali per stabilire se possano venire impiegati più rapidamente. Ad esempio – spiega Bloomberg – la misura anti-coercizione, che consente all’Unione di applicare un’ampia gamma di dazi e di bloccare gli investimenti, richiede un processo di attivazione molto complicato e finora non è mai stata utilizzata.

LE PAROLE DEL COMMISSARIO SEFCOVIC

“Abbiamo davvero bisogno di un dibattito approfondito tra di noi e con le parti interessate, nel quale valutare l’efficacia e l’adeguatezza degli strumenti esistenti”, ha affermato il commissario Sefcovic. “Potrebbe essere necessario riflettere su come utilizzare i nostri strumenti, oppure crearne di nuovi”.

L’Unione europea, in particolare, è preoccupata per i rischi associati agli investimenti stranieri in settori come i microchip o le tecnologie critiche emergenti, ma non solo: i funzionari della Commissione hanno anche evidenziato la possibilità che un’azienda estera possa essere interessata ad acquisire competenze tecniche o proprietà intellettuali per poi trasferirle altrove, danneggiando la competitività dell’Unione.

“Alcuni investimenti in entrata”, ha dichiarato a questo proposito Sefcovic, “possono esporre dati sensibili, come la geolocalizzazione o i dati biometrici, che possono svuotare le nostre catene del valore. Cercheremo di trovare il giusto equilibrio: rimanere aperti e, allo stesso tempo, rimanere sicuri”.

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