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Unicredit

Come vanno i conti di Unicredit. Il nodo Russia

Che cosa emerge dal bilancio 2002 di Unicredit. L’articolo di Emanuela Rossi

Ottavo trimestre in crescita per Unicredit che mette a segno un 2022 da record per i ricavi e un utile che supera anche le stime degli analisti, a 5,2 miliardi. Numeri che hanno spinto il titolo in Borsa, salito dell’8% in apertura, ai massimi da quasi 5 anni.

“UniCredit ha conseguito una serie di risultati finanziari eccezionali che dimostrano i progressi significativi nel percorso di trasformazione industriale e la capacità di ottenere performance eccellenti in tutto il ciclo”, è il commento dell’amministratore delegato Andrea Orcel, al timone di Unicredit da quasi due anni, che in un’intervista a Class Cnbc ha detto: “Abbiamo raggiunto e sorpassato gli obiettivi del 2022 e addirittura quelli del 2024. La sfida per il 2023 è di costruire su questo e di fare meglio”. Il banchiere romano tiene a marcare la discontinuità con il passato: “Era necessario in qualche modo semplificare i nostri processi” e ora Unicredit “è una banca molto diversa dal passato”.

UTILE SOPRA STIME A 5,2 MILIARDI, COSTI IN CALO

Come si diceva, piazza Gae Aulenti archivia un 2022 con utile netto di 5,2 miliardi – a fronte delle attese degli analisti che si fermavano a 5,13 miliardi – e un utile contabile di 6,5 miliardi. Nel quarto trimestre il risultato si è attestato a 1,4 miliardi (1,16 miliardi il consensus) rispetto alla perdita di 1,4 miliardi dello stesso periodo del 2021 per voci straordinarie una tantum e il risultato contabile a 2,4 miliardi. Sono scesi i costi operativi che, esclusa la Russia, fanno segnare un -2,6 per cento “nonostante le significative pressioni inflazionistiche che sono pari quasi al 9 per cento nelle aree geografiche in cui UniCredit è presente” evidenzia la nota che accompagna i conti. “Il gruppo continua a registrare un’efficienza patrimoniale tra i leader del settore, con 117 punti base di generazione organica di capitale nel quarto trimestre e 271 punti base nel 2022, in netto anticipo rispetto al piano, e determinando un Cet1 ratio contabile del 16%, già dedotti l’impatto del quadro normativo avverso, il dividendo accantonato per il 2022 e l’impatto della Russia”.

Per Orcel “la nostra attenzione alla crescita, alla disciplina dei costi e all’efficienza patrimoniale hanno portato il RoTE al 10,7 per cento, superando l’obiettivo UniCredit Unlocked. Questo include accantonamenti significativi e misure proattive prese per potenziare le linee di difesa esistenti, rafforzando il già solido bilancio e la capacità di far fronte alle continue incertezze”.

RICAVI RECORD, REDDITIVITÀ CRESCE

Ottima performance anche sul fronte dei ricavi che, esclusa la Russia, hanno avuto una crescita record, sostenuta dal contesto favorevole dei tassi d’interesse e dal forte slancio commerciale: 4,7 miliardi nel quarto trimestre, in rialzo del 34,9 per cento su anno, e 18,1 miliardi in tutto il 2022, +14,7 per cento su anno. “Il risultato riflette l’elevata redditività aggiustata per il rischio, con raggiungimento degli obiettivi su tutte le leve chiave e in tutti i business, sostenuto dalla significativa crescita del margine di interesse nel trimestre, quasi del 41 per cento anno su anno e del 42,5 per cento trimestre su trimestre, a 3,2 miliardi di euro” si legge nella nota sui conti.

Segno più anche per il margine di interesse che nel 2022 è cresciuto del 16 per cento a livello tendenziale, attestandosi a 9,9 miliardi. Le rettifiche su crediti, pari a 0,6 miliardi nel quarto trimestre, sono diminuite del 17,8 per cento su anno”.

DIMINUISCE L’ESPOSIZIONE VERSO LA RUSSIA

Tema ancora di estrema attualità è quello dell’esposizione cross-border della Russia che dal 2022 tutti i gruppi bancari si sono trovati a dover gestire. Unicredit l’ha ridotta nel corso dell’anno, a costi minimi, complessivamente del 66 per cento circa, ovvero di circa 4,1 miliardi. Il gruppo fa sapere di essere impegnato a “mantenere un progressivo approccio di de-risking” confermando dunque di non voler cambiare strategia e di voler uscire in modo ordinato dal Paese. “La situazione non preoccupa” ha sottolineato Orcel durante la conference call con le agenzie, come riferito dall’Ansa. “Regalare una banca non sarebbe stata la cosa più giusta sia da un punto di vista etico sia per il rispetto delle sanzioni”.

DIVIDENDI IN CRESCITA, OLTRE 5 MLD AI SOCI

Le buone notizie, ovviamente, si ripercuotono anche sul portafogli degli azionisti che, per il 2022, potrebbero vedersi arrivare 5,25 miliardi, ovvero 1,5 miliardi (+40%) rispetto al 2021. La proposta è di un dividendo in contanti di 1,91 miliardi e di riacquisto di azioni proprie per 3,34 miliardi, soggette alle debite approvazioni. Proprio sulla distribuzione agli azionisti il ceo si è detto “fiducioso dell’autorizzazione” da parte della Bce durante la conference call con le agenzie.

ORCEL: DIMOSTRATE RESILIENZA E FORZA, GUARDIAMO AL FUTURO CON FIDUCIA

Dopo questi risultati l’ad di Unicredit non può che avere un atteggiamento positivo per le sfide future. “Siamo cresciuti per otto trimestri consecutivi, chiara testimonianza della trasformazione di UniCredit che ha dimostrato resilienza e forza – si legge nel commento in calce alla nota sui conti -. La crescita a due cifre dei ricavi netti anno su anno è stata sostenuta da uno slancio commerciale positivo, da un contesto di tassi di interesse favorevole, dalla riduzione dei costi che non prescinde dagli investimenti per il futuro e nonostante un’inflazione senza precedenti, e da un costo del rischio costantemente basso”. Tutto questo “rispettando il nostro impegno verso gli azionisti di una politica di distribuzione sostenibile e attrattiva, mantenendo al contempo la nostra solidità patrimoniale”.

L’impegno di Orcel è quello di continuare “a servire e a sostenere i nostri clienti e le nostre comunità in una transizione giusta ed equa, cercando di essere di esempio in tutte le componenti ESG. In vista del 2023, UniCredit è più forte che mai ed è ben posizionata per conseguire eccellenti risultati. Siamo fermamente concentrati sull’esecuzione di UniCredit Unlocked e guardiamo al futuro con fiducia”.

MPS? MANCANO LE CONDIZIONI

Durante la conference call non è mancata la domanda su Montepaschi, che da oltre un anno a questa parte – da quando cioè Unicredit ha annunciato di non voler più procedere con l’acquisizione – viene costantemente riproposta. “Se in un futuro molto lontano ci saranno le condizioni vedremo. Oggi non è così” ha risposto Orcel secondo quanto riferisce Ansa. “Il nostro piano genera più valore di qualsiasi M&A” ha aggiunto chiarendo che “non deve impattare sul nostro piano, sulla distribuzione agli azionisti e deve avere un senso industriale”.

IL COMMENTO DI FABIO PAVESI

“Orcel ha rivoltato come un calzino la banca, reduce da un passato assai travagliato. UniCredit ha ripreso con forza a fare ricavi che erano in fase calante. Ha fatto efficienza sui costi, ha fatto accordi per potenziare la presa sul risparmio gestito, assai trascurato in passato. E soprattutto ha promesso (e lo sta ottenendo) agli investitori, assai mortificati negli ultimi anni, la restituzione di gran parte degli utili che la banca sta producend – ha scritto pochi giorni fa su Mf il giornalista esperto di finanza e banche Fabio Pavesi, già al Sole 24 ore – Il “Ronaldo dei banchieri” ha fatto un ottimo lavoro, soprattutto sulla linea dei ricavi, ma deve anche ringraziare i suoi predecessori: da Ghizzoni e Mustier. Si è ritrovato infatti una banca ripulita dalla zavorra delle sofferenze che per anni hanno funestato i conti della banca. Basti pensare che solo tra il 2019 e il 2020 UniCredit ha messo a bilancio rettifiche sui crediti malati per la bellezza di 8,4 miliardi. Nella sua gestione, con la banca sgravata dal grosso della zavorra, le rettifiche si sono fermate a fine settembre a poco più di 2 miliardi. E così è stato relativamente facile veder crescere gli utili netti”.

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