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Banco Bpm

Tutti i conti di Banco Bpm, Banca Generali, Creval e Credem

Tutti i conti di Banco Bpm, Banca Generali, Credem e Credito Valtellinese secondo le ultime trimestrali

Ancora trimestrali e ancora preoccupazioni per il futuro legate alla pandemia che ha già fatto sentire i suoi effetti a molti ma non a tutti. E così si registrano utili in calo per Banco Bpm e Credem mentre Banca Generali si mantiene in linea con la performance del 2019. Exploit invece per il Credito Valtellinese che nel periodo gennaio-settembre dell’anno in corso quasi raddoppia la performance dello stesso periodo del 2019 con l’utile netto che supera i 65 milioni.

Ma vediamo meglio come sono andati i conti dei primi nove mesi del 2020 per questi quattro istituti di credito.

BANCO BPM

Il consiglio d’amministrazione di Banco Bpm ha approvato i conti dei primi nove mesi del 2020 che vedono l’utile netto in calo del 62,6% su anno, a 262,5 milioni. La flessione è minore (-33,1%) per l’utile netto adjusted che è pari a 263,8 milioni. Segno più, invece, nel terzo trimestre dell’anno che fa segnare un risultato netto a 157,3 milioni contro i 98,2 milioni del terzo trimestre 2019.

E ancora: nel periodo gennaio-settembre il margine di interesse scende a 1,47 miliardi (-2,2%) e le commissioni nette a 1,23 miliardi (-7,3%).

Per quanto riguarda la qualità del credito, i crediti deteriorati netti diminuiscono a 5,1 miliardi (-0,5 miliardi, -8,2% rispetto a fine 2019). Di sicuro, come si rileva in una nota del gruppo, l’emergenza per la pandemia da Covid-19 ha fato sentire il suo peso nonostante il terzo trimestre è stato “mediamente più forte delle attese”. Comunque “le prospettive macroeconomiche per l’ultima parte dell’esercizio rimangono incerte” e dunque “gli obiettivi del Piano Strategico 2020-2023 annunciati all’inizio di marzo non sono più da considerarsi attuali”.

Per Banco Bpm verrà prodotto “un nuovo Piano Strategico una volta che il quadro prospettico sarà meglio definito, così da poterlo basare su nuovi e più aggiornati presupposti sia macroeconomici che di settore”. Comunque è confermato il pagamento delle cedole: “Salvo nuovi significativi peggioramenti del contesto che, considerate l’eccezionalità e l’incertezza del quadro attuale, non possono essere esclusi, la solida posizione patrimoniale del Gruppo, unita alla capacità di generare organicamente capitale, non precluderà una remunerazione degli azionisti subordinatamente alle indicazioni che verranno fornite dalle Autorità di Vigilanza in merito alla distribuzione di dividendi”.

BANCA GENERALI

Utile netto di 195,8 milioni per Banca Generali che conferma la performance dello stesso periodo del 2019. In crescita del 7%, invece, l’utile ricorrente, a 11,6 milioni, e del 10% i ricavi, a 447,4 milioni. La raccolta netta sale dell’8% a 4,1 miliardi mentre quella gestita arriva a 1,8 miliardi (+111%). Nuovo massimo per le masse gestite a 70,4 miliardi (+2% da inizio anno, +7% sul 2019).

Buone notizie anche sul fronte della solidità patrimoniale con l’indice Cet1 ratio che nei primi nove mesi dell’anno è salito al 20,4% e il Total capital ratio al 21,7%. Si tratta, segnalano dall’istituto, di livelli ampiamente superiori ai requisiti fissati dalla Banca d’Italia, grazie alla messa a riserva dei 181,1 milioni del dividendo 2019, in ottemperanza alle raccomandazioni della Bce e di Via Nazionale.

Soddisfatto l’amministratore delegato, Gian Maria Mossa: “Crescita e qualità sono la sintesi di un risultato di cui siamo molto orgogliosi, che ha visto crescere in modo importante il totale degli asset, gli investimenti in soluzioni di risparmio gestito ed assicurativo e gli asset sotto consulenza evoluta anche grazie ad una raccolta in accelerazione rispetto all’anno scorso. Tutte le principali componenti di ricavo sono in netto miglioramento ed i costi risultano sotto controllo”.

Per il futuro, nonostante “le preoccupazioni per l’evoluzione della pandemia caricano di incognite le prospettive per i prossimi mesi”, però “la grande efficienza nella gestione operativa, l’innovazione nelle soluzioni gestite e le risposte positive che continuano ad arrivarci dalle famiglie, ci rendono fiduciosi per l’ultima parte dell’anno dove contiamo di continuare a crescere in modo sostenibile, ad un ritmo superiore al nostro mercato di riferimento”.

CREDITO EMILIANO

Flessione dell’11,7% nei primi nove mesi dell’anno per l’utile netto di Credem che chiude a 139,2 milioni, performance che risente peraltro dei 35,5 milioni di contributi ai fondi per le banche in difficoltà. Il risultato netto normalizzato dalle maggiori rettifiche sui crediti per l’impatto della pandemia da Covid-19 – si legge in una nota diffusa dall’istituto – è di 165 milioni, in miglioramento del 5,1%. A fine settembre i prestiti alla clientela sono pari a 28,1 miliardi, +10,9% a livello tendenziale, cifra che porta ad aumentare i crediti verso clientela di 1,4 miliardi di euro nei primi 9 mesi dell’anno.

Per quanto riguarda gli indicatori di solidità patrimoniale e di qualità dell’attivo, il Cet1 ratio a livello di gruppo, escluso l’utile trimestrale, è del 15,5%, e il Cet 1 di vigilanza, sempre escluso l’utile trimestrale, è del 13,9% rispetto al 7,56% indicato come soglia minima da Francoforte. I crediti deteriorati lordi si attestano al 3,4% degli impieghi totali.

“Ci aspettano mesi sicuramente difficili – ha commentato il direttore generale di Credem, Nazzareno Gregori – forse ancora più difficili di quelli che ci siamo lasciati alle spalle, ma sono molto sereno perché conosco il valore del nostro Gruppo e delle persone che vi operano e so che abbiamo tracciato una strada chiara di crescita e di sviluppo a lungo termine che saremo in grado di seguire nonostante tutte le avversità che potremo incontrare”.

CREDITO VALTELLINESE

Ben diversa la situazione per Creval, che ottiene un utile netto a 65,6 milioni, quasi raddoppiato rispetto ai 33,4 milioni dello stesso periodo del 2019, potendo beneficiare di un ottimo terzo trimestre (risultato netto di 24,6 milioni ovvero +57%). Dunque, nonostante l’impatto della pandemia, la banca presenta una “buona tenuta” dei risultati operativi (ricavi in crescita dell’8,6%, margine d’interesse del 10,7% e commissioni nette del 7,5%) e prevede di mantenere la “posizione patrimoniale su livelli elevati, in grado di fronteggiare anche i possibili ulteriori peggioramenti dello scenario macroeconomico”.

Nel periodo gennaio-settembre 2020 si rafforza la solidità patrimoniale (Cet1 fully loaded al 17,2%) e continua la flessione dei crediti deteriorati (-45,6%). In particolare le sofferenze si riducono del 62,8% e gli Utp del 31%.

Per Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Creval, “i primi nove mesi dell’anno si sono chiusi con risultati molto positivi, in particolare nel terzo trimestre, grazie all’impegno e alla dedizione di una squadra forte e coesa, dimostrando che la banca è pronta a operare anche in una situazione di grande complessità, con un modello di business sostenibile che mette al centro famiglie e piccole e medie imprese”. E qu questa strada si intende continuare nei mesi futuri focalizzandosi “sulle leve che possiamo controllare, con l’obiettivo di mantenere un buon livello di redditività, risultato di un equilibrio ottimale tra la crescita dei volumi commerciali, grazie alla fiducia che ci stanno dimostrando i clienti, e l’efficienza della struttura dei costi”.

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