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Occupazione

Che cosa succede alla bilancia commerciale italiana. Report Istat

Il calo dell'export su base annua è del 3,5%, determinato dalla flessione delle vendite sia per l'area Ue (-4,6%) sia per quella extra Ue (-2,1%)

 

A fine giugno si stima che il surplus commerciale aumenti di 554 milioni, da 5.174 milioni di giugno 2018 a 5.728 milioni. Nei sei mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge 22.107 milioni (+42.414 milioni al netto dei prodotti energetici). Lo comunica Istat, segnalando che a giugno prosegue il trend di crescita congiunturale dell’export che persiste da quattro mesi, determinato dall’aumento delle vendite verso i mercati extra Ue.

A giugno le esportazioni salgono dell’1,2% su mese e l’import scende del 2,1%: l’aumento dell’export è determinato dall’incremento delle vendite verso i mercati extra Ue (+3,9%), mentre quelle verso i paesi Ue risultano in diminuzione (-1%). Nel secondo trimestre si registra un aumento congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intenso per le esportazioni (+1,7%) che per le importazioni (+1,2%).

Il calo dell’export su base annua è del 3,5%, determinato dalla flessione delle vendite sia per l’area Ue (-4,6%) sia per quella extra Ue (-2,1%); analogamente le importazioni sono in diminuzione (-5,5%) sia dall’area Ue (-6,1%) sia dai mercati extra Ue (-4,7%). ù

Tra i settori che contribuiscono alla flessione tendenziale dell’export: mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-26,4%), metallo, esclusi macchine e impianti (-5,9%), petroliferi raffinati (-14,5%) e auto (-8,3%), mentre contribuiscono positivamente gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+34,5%). Su base annua, i paesi che contribuiscono maggiormente alla diminuzione dell’export sono Germania (-8%), Svizzera e paesi Opec (-13,5% per entrambi), Francia (-3,8%), mentre si registra un aumento verso Usa (+4,1%) e Giappone (+27,9%). Nei sei mesi, l’aumento dell’export (+2,7%) e’ determinato da articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+28%), prodotti tessili e abbigliamento, pelli e accessori (+7,3%), alimentari, bevande e tabacco (+6,9%).

Istat spiega che la flessione dell’export su base annua è condizionata dalla contrazione dei beni strumentali, che nel 2018 avevano registrato movimentazioni di elevato impatto. Nel primo semestre 2019 l’export segna una crescita tendenziale del 2,7% in valore che si traduce in una flessione dello 0,9% in volume a causa del sostenuto incremento dei valori medi unitari (+3,6%).

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