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Partecipazioni Statali Borsa

Come stanno le banche italiane. Report Equita

I postumi del caso Credit Suisse. Le parole di Visco (Bankitalia). E il report di Equita sui titoli bancari italiani

 

Banche ancora sotto i riflettori dei mercati dopo il caso Credit Suisse. Il concerto sistemico svizzero – con il beneplacito americano – non è stato particolarmente apprezzato dalle istituzioni europee, Bce in primis. Questo perché sono state più penalizzate le obbligazioni subordinate del Credit Suisse rispetto agli azionisti dell’istituto elvetico nell’ambito dell’acquisizione da parte di Ubs. (qui che cosa si dice e si teme in Svizzera dopo l’operazione Ubs-Credit Suisse).

I POSTUMI DEL CASO CREDIT SUISSE

Il caso Credit Suisse arriva dopo il fallimento di due banche americane come Silicon Valley Bank e Signature Bank. In questi due casi le autorità politiche e monetarie degli Stati Uniti hanno deciso ad hoc di sfondare il tetto dei 250mila dollari, limite oltre il quale non c’era una garanzia statale che è stata approntata in maniera mirata nel caso delle due banche.

ELOGI E ALLARMI DI VISCO (BANKITALIA)

Un intervento che è stato apprezzato dal governatore della Banca d’Italia. “In caso di crisi bancaria in Europa “non c’e’ uno strumento di intervento immediato come negli Stati Uniti”, ha detto oggi Ignazio Visco in audizione davanti alla Commissione Finanze della Camera. Visco ha ricordato gli eventi delle due ultime settimane con la crisi delle banche Usa e di Credit Suisse e nota soprattutto la rapidita’ di risposta negli Usa. “La lezione importante di questi giorni e’ una vigilanza che ha avuto difetti ma una capacita’ di intervento molto rapida negli Stati Uniti mentre in Europa non abbiamo gli strumenti per intervenire rapidamente”. Visco ha aggiunto che negli Usa “c’è la Fdic, essenziale per la rapidità di risposta”. “Se avessimo una crisi” in Europa aggiunge Visco “non abbiamo uno strumento di intervento immediato”. E’ un campanello d’allarme, ha rimarcato il governatore, “che è suonato” nei paesi europei.

COME VANNO LE BANCHE A PIAZZA AFFARI

Non solo per questo motivo – ossia per l’allarme implicito per l’Europa lanciato da Visco – i titoli bancari ancora sotto i riflettori a Piazza Affari – e non solo a Piazza Affari ma in tutta Europa, oltre agli Usa – dopo il salvataggio controverso del Credit Suisse. Sul Ftse Mib i titoli dei principali istituti di credito hanno vissuto una mattinata volatile e ora stanno rallentando il passo pur mantenendosi in generale rialzo. Finecobank segna +1,18%, Intesa Sanpaolo +0,89%, Mps +0,21% e Mediobanca +0,17%, mentre UniCredit è sulla parità (-0,01%).

IL REPORT DI EQUITA SULLE BANCHE ITALIANE

A cercare di rasserenare il clima sul comparto è anche un report di Equita: gli analisti sottolineano che «le banche italiane sono solide, liquide e ben patrimonializzate», pur con rischi in aumento. «Nonostante la rapida soluzione del problema Credit Suisse, che sta dando sollievo al settore – avvertono gli esperti – crediamo che la nostra posizione neutrale sia adeguata a causa delle recenti tensioni sul mercato che hanno colpito diverse istituzioni creditizie e i recenti dati macro che suggeriscono che il rallentamento economico potrebbe peggiorare». Elementi, sottolinea Equita, che «probabilmente porteranno a un aumento del costo del capitale delle banche, almeno nel breve termine».

UNICREDIT OK SECONDO EQUITA

Tra le banche commerciali, la preferita di Equita è UniCredit, grazie «al miglioramento della performance operativa, alla solida posizione patrimoniale e alla remunerazione degli azionisti attraente e sostenibile». Il tutto a «valutazioni attraenti», riporta Radiocor.

LO STIPENDIO DI ORCEL

Equita interviene anche nel dibattito sull’aumento dello stipendio dell’ad Andrea Orcel, che sarà all’ordine del giorno dell’assemblea del 31 marzo. «La modifica della remunerazione dell’a.d. è giustificata dall’intenzione della società di adottare uno schema che assicuri un maggior allineamento con gli interessi degli azionisti, attraverso un sistema di incentivi per il superamento dei target», scrive Equita. Gli analisti riconoscono «il ruolo cruciale avuto da Orcel nel rilancio della banca», che ha «cambiato il suo approccio strategico e il suo livello di ambizione, con risultati tangibili in termini di redditività e generazione di capitale». Di conseguenza, concludono, «crediamo che ogni tensione riguardo all’ad e una sua eventuale uscita sarebbero eventi negativi per il titolo».

IL GIUDIZIO DI EQUITA TRATTO DAL LORO REPORT

“Le banche italiane sono solide, liquide e ben capitalizzate, ma i rischi marginali sono più elevati”, si legge in un rapporto sul settore bancario della banca d’investimento indipendente Equita.

“Ribadiamo la nostra opinione che

  • la dinamica degli NII fornisce un supporto strutturale alla redditività delle banche, che ci aspettiamo rimanga al di sopra dell’era dei “tassi negativi”;
  • il sistema bancario italiano ha compiuto significativi passi avanti in termini di efficienza, con conseguente maggiore flessibilità nella gestione operativa. Inoltre, la posizione patrimoniale, la liquidità e la qualità degli attivi del settore lo rendono capace di affrontare il deterioramento macroeconomico e non è in alcun modo paragonabile al caso degli Stati Uniti.

Sebbene accogliamo con favore la rapida soluzione della questione Credit Suisse, che sta dando un po’ di sollievo al settore, riteniamo che il nostro posizionamento neutrale sui titoli finanziari sia adeguato per il momento alla luce i) delle recenti tensioni di mercato che hanno colpito duramente diversi istituti di credito, ii) dei recenti dati macroeconomici che suggeriscono che il rallentamento economico potrebbe peggiorare.
In effetti, è probabile che questi elementi aumentino il costo del capitale proprio delle banche, almeno nel breve periodo.

Tra le banche commerciali, il nostro nome preferito rimane quello di UniCredit per il miglioramento della performance operativa, la forte posizione patrimoniale e la remunerazione attraente e sostenibile per gli azionisti a valutazioni interessanti (P/TE < 0,5x). Tra gli asset gatherer, confermiamo il BUY di Banca Mediolanum e FinecoBank, con il recente sell-off ampiamente ingiustificato”.

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