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Intesa Sanpaolo

Come saranno i dividendi di Intesa

Che cosa mostrano i conti di Intesa Sanpaolo e che cosa prevede la banca guidata da Messina sui dividendi. L'articolo di Emanuela Rossi

 

Intesa Sanpaolo contrasta a pandemia e chiude i primi sei mesi dell’anno con numeri in deciso rialzo, che spingono l’utile netto del 2021 almeno a quota 4 miliardi di euro. In autunno, poi, arrivano altri stacchi di cedole per gli azionisti che si portano a casa entro l’anno oltre 3,3 miliardi di euro.

CONTI E CREDITI DETERIORATI

Nei primi sei mesi dell’anno Intesa Sanpaolo ha registrato un utile netto di 3,02 miliardi, +17,8% rispetto ai 2,6 miliardi dello stesso periodo del 2020, di cui 1,51 miliardi di euro nel periodo aprile-giugno, in crescita rispetto a 1,41 miliardi dello stesso periodo del 2020. Il gruppo guidato da Carlo Messina ha messo a segno interessi netti pari a 3,95 miliardi di euro, -3,2% su anno, e commissioni nette a 4,7 miliardi, +13,2%. Leggera flessione per il risultato dell’attività assicurativa, a 854 milioni di euro rispetto agli 896 milioni del primo semestre 2020, mentre i proventi operativi netti sono saliti dell’1,7% a 10,67 miliardi.

Sul fronte dei crediti deteriorati Intesa Sanpaolo li ha ridotti ancora, al lordo delle rettifiche di valore, di circa 46 miliardi dal picco di settembre 2015 e di circa 33 miliardi dal dicembre 2017. Superato in anticipo dunque, per circa 7 miliardi, l’obiettivo di ridurli di circa 26 miliardi come previsto dal Piano di Impresa 2018-2021. A giugno 2021 perciò lo stock di crediti deteriorati è sceso rispetto a sei mesi fa del 7,6% al lordo delle rettifiche di valore e del 9,6% al netto delle rettifiche di valore con l’’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi che a giugno scorso è stata pari al 4,1% al lordo delle rettifiche di valore e al 2,1% al netto. Se si considera la metodologia adottata dall’Eba, l’incidenza dei crediti deteriorati è invece risultata pari al 3,1% al lordo delle rettifiche di valore e all’1,6% al netto.

PATRIMONIALIZZAZIONE E SUPPORTO AL CREDITO

Buone notizie anche dal fronte della patrimonializzazione che risulta – secondo quanto indicato da una nota del gruppo – “molto solida” e con coefficienti su livelli “largamente superiori ai requisiti normativi”. Basti pensare che al 30 giugno scorso, già sottraendo dal capitale 2,1 miliardi di euro di dividendi maturati nel primo semestre, il Common Equity Tier 1 ratio calcolato era pari al 14,9%, il Common Equity Tier 1 ratio a regime al 14,4% e il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime al 15,7%, ovvero livello “top tra le maggiori banche europee”.

Sul fronte del supporto all’economia reale nei primi sei mesi del 2021 Intesa Sanpaolo ha registrato circa 43 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine, di cui circa 37 miliardi in Italia e 31 miliardi a famiglie e piccole e medie imprese. Inoltre, per circa 5.000 aziende italiane c’è stato un ritorno in bonis da posizioni di credito deteriorato che ha consentito di conservare 25.000 posti di lavoro. Sono stati poi resi disponibili oltre 400 miliardi di euro di finanziamenti a medio-lungo termine per imprese e famiglie a supporto del Pnrr, sono state sostenute iniziative sanitarie per contrastare la pandemia per oltre 100 milioni di euro e sono stati messi a disposizione delle imprese e dei professionisti 50 miliardi di euro di nuovi crediti per salvaguardare l’occupazione e gestire i pagamenti durante l’emergenza.

Per quanto riguarda le moratorie da inizio 2020 Intesa Sanpaolo, ne ha accordate, inclusi i rinnovi, per circa 109 miliardi di euro, dei quali circa il 77% relativi a imprese e il resto a famiglie. Al momento sono in essere moratorie per circa 16,6 miliardi di euro (dei quali circa l’87% relativi a imprese e circa il 13% a famiglie). “Primo in Italia” a firmare il protocollo d’intesa con Sace per fornire supporto alle aziende in applicazione del decreto Liquidità, finora – includendo anche il Fondo Pmi – Intesa Sanpaolo ha erogato crediti garantiti dallo Stato per circa 39,5 miliardi di euro.

IL PAGAMENTO DEI DIVIDENDI

Anche a Ca’ de Sass si torna a parlare di dividendi dopo i 694 milioni distribuiti lo scorso maggio. In linea con il Piano di Impresa 2018-2021 il gruppo bancario prevede – a valere sui risultati del 2020 – una distribuzione cash da riserve che, aggiungendosi ai dividendi, porti a pagare un ammontare complessivo corrispondente a un payout ratio pari al 75% dei 3,5 miliardi di euro di utile netto rettificato e – a valere sui risultati del 2021 – il pagamento di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto, in parte da distribuire entro il 2021 come acconto.

Prossimo step, a questo punto, la convocazione dell’assemblea da parte del consiglio d’amministrazione nella prima metà di ottobre cui sottoporre la proposta di distribuzione cash dalla riserva straordinaria, a valere sui risultati 2020, pari a 1,93 miliardi di euro, che corrisponde a un importo unitario di 9,96 centesimi di euro per azione. La distribuzione avverrà – si legge nella nota – “alla prima data utile successiva al 30 settembre 2021” – quando termina la raccomandazione della Bce sulle politiche dei dividendi -, e dunque il 20 ottobre prossimo.

Il board ha pure definito in via preliminare come acconto cash da distribuire a valere sui risultati del 2021 un ammontare pari a 1,4 miliardi di euro e delibererà sulla questione il 3 novembre quando è in programma l’approvazione dei risultati consolidati al 30 settembre 2021. Tutto ciò – beninteso – in assenza di controindicazioni derivanti dai risultati del terzo trimestre 2021 o da quelli che si possono prevedere per il quarto trimestre 2021. L’acconto sarà di 7,21 centesimi di euro per ciascuna azione e verrà pagato alla prima data utile successiva alla deliberazione del cda, ovvero il 24 novembre prossimo.

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