skip to Main Content

Fisco

Come sarà la pace fiscale allo studio del governo. Fatti, numeri e scenari

Partirà dal 1° gennaio 2019 la pace fiscale. Ma il nuovo condono delle cartelle esattoriali – dicono fonti del governo – non sarà una via d’uscita più conveniente per chi ha presentato domanda di rottamazione e non pagherà. Ecco di seguito i primi dettagli del provvedimento allo studio del ministero dell’Economia e delle Finanze La…

Partirà dal 1° gennaio 2019 la pace fiscale. Ma il nuovo condono delle cartelle esattoriali – dicono fonti del governo – non sarà una via d’uscita più conveniente per chi ha presentato domanda di rottamazione e non pagherà.

Ecco di seguito i primi dettagli del provvedimento allo studio del ministero dell’Economia e delle Finanze

La cosiddetto Pace fiscale partirà da gennaio 2019 per consentire ai contribuenti in difficoltà di rimettersi in regola con il fisco.

E’ questa una delle ipotesi su cui sta lavorando il governo in vista della manovra.

L’ITER DEL PROVVEDIMENTO

La misura potrebbe essere inserita anche nel decreto fiscale collegato che dovrebbe anche quest’anno accompagnare la legge di Bilancio, ha scritto ieri l’Ansa.

L’INTRECCIO CON LA ROTTAMAZIONE

Si stanno ancora studiando i dettagli anche per evitare, viene riferito, che la “pace” si sovrapponga alla rottamazione delle cartelle ancora in corso.

I PRIMI CALCOLI

Secondo i primi calcoli si potrebbero ottenere circa 3,5 miliardi, utili come coperture, anche se una tantum.

I CONTENZIOSI COPERTI

L’intervento abbraccerebbe tutte le tipologie di contenzioso tra contribuenti e fischi, dagli avvisi di accertamento, alle cartelle, fino al contenzioso davanti alle commissioni tributarie.

LE RATE

La maggior parte dei contributori che ha aderito (circa tre quarti) ha scelto però di pagare un rate, e ancora perdere una scadenza per concludere la prima rottamazione.

PREVISIONI E SCENARI

La procedura di condono prevista dal Contratto di Governo di Lega e M5S consentirà di mettersi in regola con il fisco previo pagamento del 6%, al 10% o al 25% del proprio debito. Il risparmio conseguibile sarà di gran lunga maggiore rispetto a quanto promesso dalla rottamazione, si dice in ambienti dell’esecutivo.

Back To Top