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Cdp

Ecco come sarà la nuova Autostrade per l’Italia (Aspi) targata Cdp

Fatti, numeri e scenari sul nuovo assetto non solo azionario (con baricentro in Cdp) che avrà Aspi (Autostrade per l'Italia) dopo l'accordo di transazione fra governo e Atlantia (Benetton)

 

Un aumento di capitale da almeno 3 miliardi dedicato a Cdp, che la porterà al 33% di Autostrade, una cessione di quote pari al 22% della stessa Aspi da parte di Atlantia a un investitore istituzionale (o a più investitori graditi e individuati da Cassa, come recita il comunicato di Palazzo Chigi) e infine una scissione di Aspi contestuale all’Ipo che vedrà Edizione diluirsi all’11%. Inoltre la garanzia del debito di Aspi (5 miliardi) oggi in capo ad Atlantia passerà a carico dei nuovi investitori.

E’ questo, secondo quanto ricostruito da Radiocor-Sole 24 Ore, il percorso che dovrebbe essere seguito per il riassetto della concessionaria autostradale che avrà come perno Cdp, la Cassa depositi e prestiti controllata dal ministero dell’Economia e partecipata dalle fondazioni bancarie.

Lo schema è ancora passibile di ulteriori aggiustamenti e vari dettagli verranno definiti nei prossimi giorni, tuttavia i capisaldi sono stati definiti e il prossimo passaggio dovrà essere l’accettazione formale da parte del governo della proposta di Aspi-Atlantia.

L’elemento chiave di tutta l’operazione sarà comunque il valore di riferimento di Aspi che ancora non è stato indicato e che influenzerà i termini dell’aumento di capitale.

Al momento non si può stabilire un valore perché serve prima una revisione della concessione che fissi le nuove tariffe: solo così si può calcolare la remunerazione degli investimenti.

Il rendimento sul capitale investito — il cosiddetto indice «Wacc» — scende dal 10% al 7,09%, secondo il modello dell’authority sui trasporti (che era stato contestato da Aiscat, l’associazione che rappresenta le concessionarie autostradali), questo comporterà una riduzione attesa sui flussi di cassa del 5% per i primi 5 anni; dal 2026 ci sarà un nuovo piano economico-finanziario

Il valore di Autostrade in questo momento è un rebus, ha scritto il Corriere della Sera: “Le stime variano tra 5 e i 10 miliardi. L’incasso netto dei Benetton potrebbe oscillare tra i 3 e i 6 miliardi di euro. Ma, in realtà, tutto dipende da quel numero che ancora non c’è”.

“Secondo le stime su cui a Roma — tra Palazzo Chigi, il Mef e la Cdp guidata da Fabrizio Palermo — stanno ragionando, tutta la società varrebbe circa 4,8-5 miliardi di euro come valore del capitale (equity value) – ha aggiunto il Corriere della Sera  – Considerando anche il debito della capogruppo Atlantia attribuibile ad Aspi — che rappresenta circa il 60% dei margini dell’intero gruppo — il valore complessivo dell’azienda (enterprise value) arriva a circa 10 miliardi. La quota in capo ad Atlantia vale quindi 8,8 miliardi di euro, mentre il resto è in mano ai soci di minoranza Allianz e ai cinesi di Silk Road”.

Il riassetto, compresa l’Ipo, durerà circa sei mesi nella migliore delle ipotesi e potrebbe così concludersi a inizio 2021.

Il nuovo assetto azionario di Aspi vedrà un blocco composto da Cdp (33%) con investitori istituzionali (22%) che formeranno così una maggioranza del 55% mentre Edizione (la holding della famiglia Benetton) sarà all’11% e gli altri soci di Atlantia con quote ancora più ridotte; sia la cordata guidata da Allianz (oggi al 7%) sia i cinesi di Silk Road (oggi al 5%) risulteranno diluiti ma potranno nel caso risalire acquistando sul mercato.

Atlantia, la società che attualmente possiede l’88% di Aspi, venderà il 22% del suo pacchetto di azioni ad alcuni fondi infrastrutturali (si fanno i nomi degli australiani di Macquaire e degli americani di Blackstone mentre l’italiano F2i si è mostrato più tiepido, secondo quanto scritto da Radiocor) e quindi incasserà una cifra che varia tra 2 e 2,64 miliardi (secondo i calcoli di Giovanni Pons di Repubblica).

E i debiti? I debiti di Autostrade per l’Italia (9,3 miliardi,) saranno accollati ai nuovi soci inclusi i 5,5 miliardi che oggi sono garantiti da Atlantia. L’aumento di capitale da 3-4 miliardi potrebbe comunque andare ad abbattere una parte di questi debiti, ha scritto Repubblica.

Resta il nodo degli eventuali risarcimenti stabiliti dal processo di Genova, sottolinea il Corriere della Sera: “Gli investitori pronti a subentrare ritengono ineludibile la manleva per tutelarsi dal rischio. Autostrade nell’accordo col governo ha riconosciuto un valore di 3,4 miliardi”.

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