Nuovo capitolo per il settore tlc italiano.
Ieri 1° luglio Telecom Italia ha ceduto la rete NetCo al fondo Kkr mediante il conferimento in FiberCop (società controllata al 58% da Tim) del ramo d’azienda di Tim che comprende l’infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale, e la successiva acquisizione dell’intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo, società controllata da Kkr. Lo ha riferito la società guidata da Pietro Labriola in una nota che specifica il valore dell’operazione: 18,8 miliardi di euro (che può salire fino a 22 miliardi al verificarsi di alcune condizioni). L’operazione consente la riduzione dell’indebitamento: il deleverage, al lordo degli aggiustamenti usuali per questa tipologia di operazioni, è confermato in 14,2 miliardi di euro.
E oggi FiberCop, dopo il closing tra Kkr e Tim, viene lanciato come operatore wholesale di telefonia fissa, che offre servizi di accesso sulle proprie reti in rame e fibra in tutta Italia alle imprese di telecomunicazioni e media.
“Il closing di oggi è il primo pezzo di un puzzle della soluzione degli storici problemi di questo paese e un passaggio chiave per riassetto del sistema telecomunicazioni italiano. Il governo interviene in un settore strategico, con una grande operazione di politica industriale che, tra l’altro, mette in sicurezza Tim e i suoi lavoratori”, ha commentato ieri il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti sul perfezionamento della cessione di Netco a Kkr.
Tutti i dettagli.
PERFEZIONATA LA CESSIONE DI NETCO
Dunque Tim si è separata dalla rete e Fibercop è il nuovo operatore wholesale di telefonia fissa italiano.
L’operazione di cessione di NetCo, valorizzata fino a un massimo di 22 miliardi di euro comprensivi di earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni – spiega la nota del gruppo presieduto da Alberta Figari -, permette a Tim una riduzione dell’indebitamento finanziario in linea con quanto già comunicato al mercato.
Sono altresì confermati – prosegue la nota – gli aggiustamenti e i costi di separazione pari a complessivi 0,4 miliardi di euro, in linea con quanto indicato al mercato nell’Addendum al Capital Market Day lo scorso 11 marzo, determinando un netto effettivo pari a 13,8 miliardi di euro. Tim segnala inoltre che la componente di cassa corrispondente agli anticipi Pnrr relativi a FiberCop, pari a 0,4 miliardi di euro, è stata deconsolidata nel contesto dell’operazione.
COME SARÀ LA NUOVA FIBERCOP
Fibercop è ora interamente controllata da un gruppo di investitori guidato da Kkr, primo socio con il 37,8%.
La compagine societaria sarà poi composta da Azure Vista (veicolo controllato da Abu Dhabi Investment Authority) e una holding di diritto canadese interamente controllata da Canada Pension Plan Investmente Board che deterranno entrambi il 17,5% a testa, il ministero dell’Economia e delle Finanze del Governo italiano (16%) e il fondo infrastrutturale F2i Sgr (11,2%).
L’ambito di attività di FiberCop comprende anche reti ad alta capacità e infrastrutture di trasporto, nonché servizi di monitoraggio, diagnostica, supporto all’installazione e servizi di manutenzione, assicurando il massimo livello di qualità, sicurezza e affidabilità.
La nuova FiberCop conterà su oltre 20 mila persone, di cui già oggi oltre 19 mila lavorano in ambito di Wholesale & Network, mentre altre 900 circa confluiscono dalle funzioni Staff di Tim.
I NUOVI VERTICI
La società ha nominato ieri in serata Massimo Sarmi come presidente e Luigi Ferraris come amministratore delegato. Sarmi ha già ricoperto il ruolo presidente di FiberCop dal novembre 2020, passando ora a presidente della nuova FiberCop. Luigi Ferraris entra in FiberCop da Ferrovie dello Stato Italiane, dove ha ricoperto il ruolo di ceo dal 2021 al 2024.
LE PAROLE DI SARMI E FERRARIS
“Siamo impegnati a costruire e offrire la rete in fibra ottica di cui gli operatori delle telecomunicazioni e dei media hanno bisogno per fornire i migliori servizi digitali e di connettività a cittadini, imprese e istituzioni pubbliche e private in Italia. Il nostro obiettivo e’ contribuire in modo significativo allo sviluppo economico del Paese e avere un impatto positivo sulla società” ha dichiarato il neo presidente di FiberCop Sarmi.
Per Luigi Ferraris, “FiberCop giocherà un ruolo cruciale nella transizione digitale in Italia attraverso la realizzazione e l’offerta di infrastrutture digitali innovative. Sono orgoglioso di guidare una grande squadra di professionisti, tecnici e venditori che operano su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo comune di sostenere un segmento strategico per l’economia”.
COME SARANNO I RAPPORTI TRA TIM E LA RETE
Tornando a Tim, ieri l’azienda ha segnalato, che, a seguito della cessione, i rapporti tra NetCo e Tim “sono regolati attraverso un Master Service Agreement (Msa) che ha durata di 15 anni, rinnovabile per ulteriori 15 anni, e i servizi saranno resi a prezzi di mercato e senza impegni minimi di acquisto”.
LA NUOVA TIM
“Il perfezionamento dell’operazione con Kkr e Mef è frutto di due anni e mezzo di lavoro, che sono serviti a riallineare la gestione ordinaria di Tim e a individuare quelle soluzioni, industriali e finanziarie, che ci permetteranno di affrontare le prossime sfide che abbiamo davanti”, ha commentato Pietro Labriola, ad di Tim.
Secondo la nota aziendale, “l’operazione consente a Tim di adottare un nuovo modello aziendale che permetterà al Gruppo di competere in maniera più efficace sul mercato Consumer ed Enterprise in Italia, grazie a un maggior focus sulle componenti industriali e commerciali e a una solida struttura finanziaria.”
“Adesso inizia un nuovo percorso che dovrà confermare la capacità di Tim di raggiungere gli obiettivi, ora che non c’è più il fardello del debito. Ma neanche la protezione della rete” osserva il Corriere della Sera.
A valle dell’operazione – puntualizza la nota – l’organico totale di Tim scende da 37.065 a 17.281 persone, equivalenti a 16.135 full time. Dunque la nuova Tim alleggerita della rete primaria e del personale ripartirà da 14,5 miliardi di ricavi attesi quest’anno e un margine operativo di 3,75 miliardi.
FOCUS DEBITO
“Soprattutto il gruppo avrà meno debito, previsto a 7,5 miliardi a fine anno senza considerare l’incasso dalle possibili cessioni dei cavi sottomarini Sparkle al governo e del 3% delle torri Inwit” prosegue il Corriere. Secondo Repubblica Sparkle è “valutata poco meno di 800 milioni”.
Al 31 marzo 2024 l’Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease di Tim ammontava a 21,4 miliardi di euro, in aumento di 1 miliardo di euro rispetto al 31 dicembre 2023. “Con la cessione, l’indebitamento finanziario netto di Tim si alleggerisce di 14,2 miliardi, ma considerati costi di separazione e aggiustamenti l’effetto netto è di 13,8 miliardi” precisa il Sole 24 Ore.
Infine, in base dei risultati al 31 marzo 2024, la società aveva confermato le guidance per l’anno in corso tra cui proprio la riduzione dell’indebitamento, con un rapporto Debito/Ebitda After Lease in calo a 1,6-1,7 volte rispetto a 3,8 volte dei pro-forma al 2023.