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Come salvare lo shopping dei turisti?

Rendere i negozi tax free più competitivi, ecco come evitare il rischio chiusura. La proposta della Lega e il dibattito nel comparto del turismo

Da qualche giorno, oltre a come contenere l’emergenza sanitaria, la politica si sta finalmente interrogando come affrontare l’emergenza economica che dovremo fronteggiare nei prossimi mesi, o addirittura anni. Vale a poco dare la colpa alla comunicazione dell’uno o dell’altro, ammesso che una colpa ci sia. Oltre al danno immediato del blocco attività nelle zone rosse, e di una buona parte – discutibile – in quelle gialle, l’effetto negativo si vedrà nel medio e lungo termine. E il settore che ne risentirà maggiormente è il Turismo.

Anche se sovente disorganizzato e senza una strategia nazionale, il turismo rimane comunque l’oro nero dell’Italia, il paese più desiderato del mondo per passarci le vacanze. E se quando si parla di turismo la mente richiama subito Hotel e Musei – che sicuramente necessitano di un’iniezione di investimenti in discussione al Ministero dell’Economia – non bisogna dimenticare un altro player fondamentale che rende attraente l’Italia nel mondo: i negozi.

In paesi dove una strategia turistica c’è, come la Spagna, lo shopping dei turisti è uno dei vettori principali. In Italia, dove porta alcune decine di miliardi di euro annui, se ne parla più raramente.

Ma misure per aiutare le perdite in questo settore sono adesso improrogabili. Non si parla solo della moda e lusso, bandiera sempre sventolata. Per le multinazionali, il prezzo sarà infatti meno alto grazie alla distribuzione a livello mondiale. Ma per i tantissimi – almeno 20 mila – negozi indipendenti italiani, nei centri storici e nelle località balneari, termali e di montagna, il conto estivo sarà salatissimo. Sono i leggendari negozi di cui Amazon, nella vulgata corrente, vorrebbe l’annientamento. E invece si rischia che ad annientarli sia la mancanza di turisti.

Ed è inutile aspettarsi che d’improvviso siano gli italiani, per chi sa quanto in quarantena, martoriati da una crisi del 2008 mai risolta e con un danno economico che si ripercuoterà su tutte le famiglie, a prendere il posto dei turisti cinesi in giro per l’Italia.

Il turismo riprenderà in base a quanto in fretta riusciremo a attrarre nuovamente i big spender extra-europei: Americani, Russi, Cinesi e Arabi. Sperando che qualche competitor europeo non si prenda il nostro posto nel frattempo – perché pur essendone campioni, cultura e shopping non sono un’esclusiva italiana.

In attesa di vedere i contenuti del nuovo DPCM, una proposta concreta l’ha portata avanti la Lega al Ministro Franceschini: l’abbassamento delle soglie del tax free shopping, oggi a 155 € tra le più alte d’Europa. Ovvero permettere anche ai turisti che spendono meno di questa cifra in un negozio, di poter accedere al beneficio dello sgravio sull’Iva. Un potenziale sconto del 22% sugli acquisti che, anche se non riempirà nuovamente gli aerei, sicuramente aiuterà tanti esercenti ad estrarre maggior valore dai pochi clienti della prossima stagione. Il governo farebbe bene ad ascoltare.

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