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Quota 100

Come l’Europa cammina sul filo del rasoio

In Europa un impegno di massima a trovare strumenti alternativi per finanziare in comune la ripresa è sul tavolo dei negoziati. L’opinione dell’editorialista Giuliano Cazzola Anche nei momenti peggiori della vita di una persona o di una comunità c’è sempre qualche aspetto positivo da prendere in considerazione. Oddio, usare l’aggettivo è forse esagerato. Diciamo allora…

Anche nei momenti peggiori della vita di una persona o di una comunità c’è sempre qualche aspetto positivo da prendere in considerazione. Oddio, usare l’aggettivo è forse esagerato. Diciamo allora che, non essendoci limite al peggio, se qualche disgrazia ci viene risparmiata, se qualche croce se la carica in spalla un cireneo, dobbiamo ringraziare l’Onnipotente.

Il mio indimenticabile professore di filosofia mi spiegò – con riguardo al rapporto con la divinità – la differenza tra predestinazione e prescienza. Nel primo caso il nostro destino è tracciato da una volontà superiore, nel secondo, a noi resta il libero arbitrio, ma Dio è a conoscenza delle scelte che faremo.

Per far comprendere il concetto a noi ragazzi, il professore faceva l’esempio di una villa veneta, costruita nel mezzo di un giardino di grandi siepi disposte a labirinto. A fianco della villa c’è una torre, dall’alto della quale un osservatore può seguire il percorso di una persona che cammina nel labirinto ed accorgersi in anticipo se troverà uno sbocco o si perderà in un dedalo senza uscite.

Mi piace pensare, però, che questa volta l’Onnipotente, non fidandosi del libero arbitrio degli italiani, abbia ritenuto di dare loro una mano. Consapevole della sciagura in cui l’umanità stava per incorrere (ovviamente per sua esclusiva responsabilità) ha voluto evitare che l’affrontassimo con Matteo Salvini al Viminale se non addirittura a Palazzo Chigi.

E così il Signore ha mandato un arcangelo al Papeete per confondere la mente (non gli è occorso un grande impegno) del leader della Lega ed indurlo a togliersi di mezzo da solo. La linea di condotta di Salvini durante la crisi del Covid-19 non può essere giustificata con la normale dialettica democratica tra maggioranza e opposizione, che deve esistere ed essere efficace anche nei momenti difficili di un Paese; soprattutto quando un governo (con un personale politico che è quello che è) viene talvolta strattonato dagli eventi e commette qualche errore.

Ma non è consentito a nessuno di giocare con la pelle del Paese. Ed è ciò che Salvini ha fatto con la complicità di Giorgia Meloni in questa giornate convulse in cui si cercava una comune strategia dell’Unione per salvare l’Europa dal collasso e avviare un’incerta prospettiva di ripartenza.

Abbiamo corso il rischio di trovarci fuori dall’Unione a battere i denti per il freddo e consolarci osservando la nostra orgogliosa impotenza. Con il concorso di buona parte dei media, si è cercato di sollevare l’opinione pubblica contro le istituzioni europee e i paesi partner come se il governo non fosse impegnato in una discussione complicata, resa drammatica dalla necessità di agire sollecitamente; come se i governi dell’Unione non avessero a che fare con opinioni pubbliche sobillate da forze sovranpopuliste alleate con la Lega; come se non sapessimo che avevamo tutto da guadagnare da un compromesso e che il ‘’noi faremo da sé’’ era talmente assurdo da essere tragicamente ridicolo.

Certo l’Olanda si è messa di traverso e sono uscite anche delle affermazioni spiacevoli (noi, d’altro canto, l’abbiamo accusata di essere ‘’un paradiso fiscale’’). Ma che senso ha avuto solleticare un patriottismo d’accatto, costruirsi addosso la caricatura dei sofferenti incompresi e disprezzati e la deminutio capitis di essere considerati dei ‘’terroni’’ da parte degli arroganti popoli del Nord?

Chi ce lo ha fatto fare – come ha detto Mario Monti – di impiccarci agli eurobond, nonostante che il primo a sconsigliarci fosse proprio Paolo Gentiloni, il nostro ‘’agente’’ a Bruxelles? E perché sia l’opposizione sia il M5S hanno costretto ‘’Giuseppi’’ ad essere pregiudizialmente contrario al MES (a quel trattato che aveva negoziato da presidente del governo giallo-verde) nonostante la disponibilità dei partner ad accettare modifiche sulla questione delle condizionalità?

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’Eurogruppo ha trovato – per più di mille miliardi – un accordo positivo (per me) ma la vulgata sarà quella di una sconfitta. Per sintesi ricordiamo il commento di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo: ‘’Abbiamo avuto ragione ad avere fiducia nell’Europa. Le proposte formulate dell’Eurogruppo vanno nella giusta direzione, con la trasformazione del MES in ‘Salva Europa’ dall’epidemia Covid-19, da usare subito per aumentare le capacità delle nostre strutture sanitarie, ospedali e centri di ricerca. Per salvare le vite dei cittadini europei. Vediamo con favore il consenso dell’Eurogruppo al Sure e al potenziamento della Bei. Nella giusta direzione l’indicazione al Consiglio UE di istituire un Fondo per la ricostruzione dell’Europa da finanziare anche con strumenti innovativi’’.

Il comunicato è ancora più chiaro: “Il solo requisito per accedere alla linea di credito del Mes sarà che gli Stati si impegnino a usarla per sostenere il finanziamento di spese sanitarie dirette o indirette, cura e costi della prevenzione collegata al Covid-19. La linea di credito sarà disponibile fino alla fine dell’emergenza. Dopo, gli Stati restano impegnati a rafforzare i fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa la flessibilità”. Per l’Italia questa operazione vale circa 35 miliardi.

Come ha ricordato Veronica De Romanis, su Il Foglio, la Commissione europea ha sospeso le regole fiscali, la Bce ha rafforzato lo strumento del QE fino a mille miliardi entro il 2020. E i titoli pubblici non saranno acquistati da Francoforte in base alle quote azionarie, ma secondo le esigenze di ciascun Stato. Peraltro, prosegue l’economista, ‘’il MES è disponibile e va adattato’’, ma corrisponde all’idea di agire in fretta. ‘’Gli eurobond devono essere creati’’. E non è certo una procedura facile. In ogni caso, un impegno di massima a trovare strumenti alternativi per finanziare in comune la ripresa è sul tavolo dei negoziati.

Che altro aggiungere? L’Europa commina sul filo del rasoio. Ma c’è. Purtroppo sono in circolazione tanti avversari in malafede, privi di scrupoli.

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