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Biden

Come le elezioni di metà mandato negli Usa influiranno su mercati e borse

Politica, economia e finanza. Il commento a cura di Matt Miller, economista politico di Capital Group, in vista delle elezioni di metà mandato negli Usa

 

In un anno in cui l’inflazione alle stelle, la guerra in Ucraina e un mercato ribassista hanno dominato i titoli dei giornali, le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti hanno rischiato di complicare ulteriormente le cose. Riteniamo che quelle del 2022 potrebbero essere tra le elezioni di metà mandato più importanti nella storia degli Stati Uniti.

Non illudiamoci: quest’anno qualsiasi mossa a Washington viene attentamente calcolata tenendo conto delle elezioni di metà mandato. Ma se da un lato è in gioco il controllo del Congresso, dall’altro lato è possibile che le elezioni di metà mandato influiscano in qualche modo sui listini azionari?

Per capirlo, abbiamo analizzato più di 90 anni di dati e abbiamo scoperto che la risposta è sì: i mercati hanno esibito un comportamento diverso durante gli anni delle elezioni di metà mandato. Ecco cinque aspetti utili da considerare per gli investimenti durante questo ciclo politico.

1. Il partito del presidente in genere perde seggi al Congresso

Le elezioni di metà mandato si verificano per l’appunto a metà di un mandato presidenziale e di solito comportano per il partito del presidente un calo dei consensi al Congresso. Nelle ultime 22 elezioni di metà mandato, il partito del presidente ha perso in media 28 seggi alla Camera dei rappresentanti e 4 al Senato. Ci sono stati solo due casi in cui il partito del presidente ha ottenuto seggi in entrambe le Camere. Dal momento che la perdita dei seggi è così usuale, di solito questo viene scontato dai mercati all’inizio dell’anno. Ma la portata di uno spostamento del potere politico, e delle seguenti ripercussioni sulle politiche, rimarrà incerta fino a fine anno, il che può spiegare le altre tendenze che abbiamo scoperto.

2. Negli anni di metà mandato, i rendimenti del mercato statunitense tendono ad essere fiacchi fino all’ultimo

La nostra analisi dei rendimenti dell’Indice S&P 500 dal 1931 ha indicato che l’andamento dei titoli durante gli anni delle elezioni di metà mandato varia notevolmente rispetto a tutti gli altri anni.

Poiché i mercati in genere mettono a segno un rialzo sui lunghi periodi, il movimento medio dei titoli nel corso di un anno dovrebbe registrare una crescita progressiva. Tuttavia, abbiamo rilevato che nei primi mesi degli anni con elezioni di metà mandato, i titoli hanno tendenzialmente archiviato rendimenti medi inferiori e spesso guadagnato poco terreno fino a poco prima delle elezioni.

I mercati non amano l’incertezza: un adagio particolarmente calzante in questo caso. All’inizio dell’anno vi sono meno certezze riguardo all’esito e all’impatto delle elezioni, ma i mercati tendono a riprendere quota nelle settimane immediatamente precedenti le votazioni e continuano a salire alla chiusura dei sondaggi. Finora, il 2022 è stato un altro esempio di anno delle elezioni di metà mandato caratterizzato da rendimenti poco brillanti, anche se l’impatto della politica è stato minimo rispetto a quello dell’inflazione e dell’incremento dei tassi d’interesse. L’andamento dei titoli varia notevolmente durante ogni ciclo elettorale e la tendenza generale dei mercati nel lungo termine è positiva.

3. La volatilità è stata più elevata negli anni delle elezioni di metà mandato

Le elezioni possono mettere a dura prova i nervi. I candidati spesso attirano l’attenzione sui problemi del Paese e le campagne elettorali amplificano sistematicamente i messaggi negativi. Le proposte politiche possono essere poco chiare e spesso riguardano industrie o imprese specifiche.

Perciò non dovrebbe sorprendere che la volatilità del mercato sia più elevata negli anni delle elezioni di metà mandato, soprattutto nelle settimane precedenti l’Election Day. Dal 1970, gli anni di metà mandato hanno registrato una deviazione standard mediana dei rendimenti di quasi il 16%, rispetto al 13% di tutti gli altri anni.

4. Dopo le elezioni di metà mandato i rendimenti del mercato statunitense in genere sono stati elevati

Il risvolto positivo per gli investitori è che i mercati hanno avuto la tendenza a rimbalzare fortemente nei mesi successivi, e il rilancio spesso iniziato poco prima delle elezioni non è stato un semplice rally a breve termine. Per l’intero anno successivo al ciclo elettorale i rendimenti sono rimasti tipicamente superiori alla media. Dal 1950, i rendimenti medi a un anno dopo le elezioni di metà mandato sono stati del 15%, più del doppio dei rendimenti di tutti gli altri anni su un periodo analogo.

Naturalmente ogni ciclo è diverso e le elezioni sono solo uno dei molti fattori che influenzano i rendimenti del mercato. Nel corso del prossimo anno, ad esempio, gli investitori dovranno soppesare anche le ripercussioni di una potenziale recessione negli Stati Uniti.

5. I titoli statunitensi hanno messo a segno buoni risultati indipendentemente dalla composizione dei palazzi del potere di Washington

Non c’è niente di sbagliato nel volere la vittoria del proprio candidato preferito, ma attribuire troppa importanza ai risultati elettorali potrebbe creare problemi agli investitori. Questo perché, storicamente, le elezioni hanno avuto un impatto limitato sui rendimenti degli investimenti a lungo termine.

Le elezioni di metà mandato, e la politica nel suo insieme, creano molta confusione e incertezza. Per quanto ogni tornata elettorale alimenti la volatilità, non bisogna lasciarsi spaventare. La verità è che i rendimenti azionari a lungo termine provengono dal valore delle singole società nel tempo. Per investire in modo intelligente è opportuno guardare oltre i massimi e i minimi a breve termine e mantenere invece il focus sul lungo termine.

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