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Aumento Tassi

Come influirà l’aumento dei tassi sui bilanci delle famiglie. Report Fabi

Che cosa emerge dal rapporto Fabi, il primo sindacato del credito, che all’indomani dell’annuncio della Bce di portare i tassi di interesse al 2,5%, ha presentato una ricerca sul tema elaborando i dati della Banca d’Italia. L’articolo di Emanuela Rossi

 

In crescita da alcune settimane, non si ferma la corsa al rialzo dei tassi sui mutui che potrebbero arrivare al 6%. A sostenerlo è la Fabi, il primo sindacato del credito, che all’indomani dell’annuncio della Banca centrale europea di portare i tassi di interesse al 2,5%, ha presentato una ricerca sul tema elaborando i dati della Banca d’Italia.

PRESTITI A FAMIGLIE E IMPRESE TRA 2018 E OTTOBRE 2022

Ecco alcune evidenze dello studio dell’organizzazione sindacale. Nel periodo compreso tra il 2018 e ottobre 2022 i prestiti a famiglie e imprese sono saliti di poco più di 42,5 milioni, da 1,3 miliardi a 1,34 miliardi (+3,3%). In calo quelli alle imprese, -11,4 milioni (-1,7%), scesi da 678,5 milioni a 667 milioni, in crescita quelli alle famiglie (+54 milioni, +8,6%) da 626,2 milioni a 680,2 milioni.

In particolare, sul fronte imprese, si è fatto sentire soprattutto il calo dei prestiti di breve periodo per 65,8 miliardi (-30,3%), riduzione che non ha compensato la crescita registrata dei prestiti oltre i 5 anni, aumentati di 59,3 miliardi (+19,9%). Sul versante dei prestiti a medio termine (fino a 5 anni), la flessione è stata più contenuta ma ha comportato comunque una contrazione di più di 4,9 miliardi (-3%).

Per quanto riguarda le famiglie, sempre tra il 2018 e ottobre 2022, si nota la risalita dei mutui (+ 46,1 miliardi, +12,2%) da 379,1 miliardi a 425,2 miliardi, del credito al consumo (+11,9 miliardi, +11,7%) da 102,5 miliardi a 114,4 miliardi mentre gli altri finanziamenti sono diminuiti di 4,1 miliardi (-2,9%) da oltre 144,6 miliardi a 140,5 miliardi.

FOCUS SUL 2022

Per quanto riguarda l’anno che si appresta a finire, considerando che i dati sono disponibili fino allo scorso mese di ottobre, la Fabi segnala che i finanziamenti delle banche alle famiglie sono cresciuti in media del 2,6%, quelli alle imprese dell’1%. “Sebbene l’incremento complessivo sia un segnale di tenuta del sistema dei finanziamenti, l’analisi degli ultimi dati disponibili mostra segnali di preoccupazione e tensione, per tutte le categorie, ma con particolare riferimento al sistema produttivo del Paese che è sull’orlo di un nuovo credit crunch generato dai tassi” rileva il sindacato aggiungendo che, per quanto riguarda le famiglie, ad ottobre si è registrato un aumento complessivo dei finanziamenti di 900 milioni, dai 663,2 miliardi di gennaio ai 680,3 miliardi di ottobre.

Si tratta di un incremento favorito dal rialzo dei prestiti per acquisto casa per 14,9 miliardi (+3,6%), cui si aggiunge una modesta crescita dei prestiti al consumo, aumentati di 3,6 miliardi. Per le imprese italiane, il calo dei prestiti nei dieci mesi è evidente in tutte le categorie. Ad ottobre, peraltro, i prestiti sono calati di quasi 10 miliardi, portando lo stock totale da 660,5 miliardi a 667 miliardi. Nel dettaglio, i prestiti a breve scadenza sono diminuiti di 5,5 miliardi (-3,5%) da 156,7 miliardi a 151,2 miliardi, mentre i prestiti fino a 5 anni di 1,4 miliardi (-0,9%) da 159 miliardi a 157,7 miliardi. Anche il comparto dei finanziamenti a lungo termine ha avuto una battuta d’arresto, con una riduzione di 2,5 miliardi (+0,7%) da 360,9 miliardi a 358,1 miliardi.

MUTUI, EROGAZIONI TRA 2019 E OTTOBRE 2022

Il sindacato dei bancari ha raccolto anche i dati dei mutui erogati negli ultimi quattro anni e si scopre così che sono cresciuti molto tra il 2019 e il 2021 mentre nell’anno in corso hanno continuato ad aumentare progressivamente ma con un ritmo meno sostenuto. Dunque si è passati dai 388.515 del 2019 ai 391.516 del 2020, ai 409.869 del 2021, il balzo in avanti maggiore. Il 2022 è iniziato con un totale di 410.377 mutui per arrivare, a ottobre 2022, a 425.243.

MUTUI, TASSI D’INTERESSE MEDI TRA 2018 E 2022

Nei dati presentati dalla Fabi si nota come – a parte una leggera discesa nel 2020 e nel 2021 – dal 2018 a oggi i tassi d’interesse si siano progressivamente alzati. Dall’1,78% del 2018, infatti, si è scesi a 1,61% nel 2019 e all’1,74% nel 2021, per poi tornare all’1,78% a gennaio 2022 e salire fino al 3,23% a ottobre 2022, ultimo dato disponibile.

FABI AVVERTE: I TASSI SUI MUTUI SALIRANNO AL 6%

Secondo il primo sindacato dei bancari “dopo mesi di rialzi dei tassi e mutui variabili al limite della sostenibilità, la stretta finale della Banca centrale europea di questo fine 2022 è un ‘regalo di Natale’, seppur da tempo atteso, che la Bce fa ai cittadini europei e traccia un passaggio importante per confermare – nel brevissimo periodo – la traiettoria del costo dei prestiti verso il 6%”. Infatti, ricorda, se ad ottobre i tassi medi si sono attestati attorno a quota 3,2%, quando il costo del denaro era al 2%, “sul mercato alcuni intermediari propongono, già oggi, mutui con interessi superiori al 5%”. Dunque, con il costo del denaro aumentato di mezzo punto percentuale al 2,5%, “l’orizzonte del 6% appare sempre più vicino”.

In un contesto in cui i consumatori sono penalizzati da inflazione e bassa crescita, la mossa di Francoforte “rappresenta non solo il pretesto per far meno ricorso al credito, ma anche la probabile causa di rimborsi sempre più difficili”.

Per la Fabi, infatti, alle banche non sarà sufficiente “avvantaggiarsi del rialzo dei tassi e ampliare l’offerta di prodotti finanziari diversi dai mutui perché il destino di chi non fa in tempo a siglare una surroga o a rimborsare parzialmente il mutuo già in essere, è già segnato e si andrà a sommare all’ombra che incombe da mesi sui salari reali e sulle rate già in aumento di chi deve ripagare i propri debiti”. Il timore dell’organizzazione sindacale è che “il costo più che quadruplicato dei mutui” possa portare a “inevitabili ricadute su rate e nuovi prestiti” che indurranno “a ridisegnare i comportamenti di famiglie e imprese, innescando una condizione di insostenibilità che nuocerà non solo ai cittadini, ma a tutto il sistema”.

IL COMMENTO DEL SEGRETARIO GENERALE SILEONI

Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, pur considerando che la decisione della Bce “farà alzare i tassi di interesse sui mutui alle famiglie, ad eccezione di quelli a tasso fisso, già contratti con le banche”, invita le famiglie italiane a non rinunciare “al sogno della vita, l’acquisto della casa, perché quando i tassi

d’interesse caleranno e diventeranno più favorevoli, sarà possibile estinguere il vecchio mutuo con uno nuovo più vantaggioso”. Il sindacalista invita poi il governo a rafforzare “economicamente il Fondo statale di garanzia per i giovani che vogliono acquistare casa”.

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