Dopo Les Quatre Temps alla Défense (Hauts-de-Seine), le sale ricreative del gruppo La Tête dans les nuages hanno aperto i battenti a Cap3000 a Nizza, La Part-Dieu e Confluence a Lione e Le Spot a Evry (Essonne). Il punto in comune di queste location è che sono tutti grandi centri commerciali. Ormai è impossibile fare shopping senza imbattersi in un luogo colorato e vivace che offre bowling, karting o sale per quiz e giochi – scrive Le Monde. “Il concetto di centro commerciale si è completamente trasformato per diventare un vero e proprio luogo di ritrovo, oltre che di shopping”, commenta Anne-Sophie Sancerre, direttrice generale della strategia clienti e commercio presso Unibail-Rodamco-Westfield. La presenza di una sala ricreativa offre ai clienti un motivo in più per venire da noi. È un’offerta complementare al resto della nostra proposta.
Un’opinione condivisa da Rodrigo Clare, direttore generale di Altarea Commerce, che gestisce 44 siti in Francia, tra cui il centro commerciale Cap3000 di Nizza. “Abbiamo sviluppato molte attività ricreative in tutti i nostri siti, perché crediamo nell’interesse delle famiglie ad avere un’offerta completa che combini lo shopping e la possibilità di trascorrere del tempo insieme”. Per Bertrand Réau, sociologo specializzato in stili di vita e docente al Conservatoire national des arts et métiers, i centri commerciali si ispirano al modello del mall americano e si stanno trasformando in “nuove cattedrali del consumo e del divertimento”.
UN’OCCASIONE ECONOMICA
Diventate destinazioni a sé stanti, queste aree ricreative sono potenti leve per attirare un nuovo pubblico. Questa strategia di diversificazione sembra vincente. Nel 2024, secondo i dati della Fédération des acteurs du territoire (FACT), 7 milioni di persone hanno percorso i corridoi di questi templi dello shopping e del divertimento.
Per le società immobiliari, la presenza di questi nuovi attori è anche un’occasione economica. La crisi che ha colpito il commercio al dettaglio e il settore dell’abbigliamento e dell’arredamento negli ultimi anni ha messo in ginocchio alcuni operatori, costringendoli a chiudere i battenti e lasciando metri quadrati liberi. […]
“Alcuni commercianti hanno sofferto e non ci sono più, il che ha lasciato spazio a più concept di intrattenimento”, ammette Anne-Sophie Sancerre. “Siamo molto richiesti dagli operatori del settore del tempo libero alla ricerca di buone ubicazioni, ma siamo molto selettivi”.
Secondo Bruno Chevalier, presidente di Space, l’associazione professionale degli spazi ricreativi, il tentativo di seduzione è reciproco. «Gli operatori del settore del tempo libero sono piuttosto in una posizione di forza in questo momento», ritiene. Certo, c’è concorrenza per le location chiave, ma se si presenta un bel progetto, un buon studio di mercato… Ti ascoltano con attenzione ed è possibile negoziare un piccolo sconto sull’affitto”. È quello che si chiama un partenariato vantaggioso per entrambe le parti.
(Estratto dalla rassegna stampa estera a cura di eprcomunicazione)