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Distretti Industriali Intesa Sanpaolo

Salini e Webuild tifano per l’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi

Pieno appoggio di Webuild (Salini-Cdp-Intesa) per l'Ops lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. Tutti i dettagli

 

Pesante endorsement di quello che è già di fatto in nuce il campione nazionale nel campo delle grandi opere per la mossa di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca.

E’ un pieno appoggio di Webuild per l’Ops lanciata da Intesa Sanpaolo capeggiata dall’ad, Carlo Messina, su Ubi Banca guidata dall’ad, Victor Massiah.

Così nella contesa non solo finanziaria ma anche istituzionale e legale tra le due banche giunge il plauso dei vertici di Webuild, che è peraltro controllata oltre che da Salini anche da Cassa depositi e prestiti (Mef e fondazioni) e dalla stessa Intesa Sanpaolo (con una quota del 5,2%) frutto anche della conversione dei crediti in azioni.

Pietro Salini dell’omonimo gruppo imprenditoriale che è perno di un campione nazionale in fieri in cui confluiranno altre aziende del settore non ha usato giri di parole per apprezzare ed elogiare il progetto di Messina, numero uno di Intesa Sanpaolo.

“Uno dei problemi che il nostro Paese affronta, che ci rende più deboli come sistema industriale e finanziario e che trova spesso inspiegabili resistenze al cambiamento, è la dimensione di impresa, piccolo è bello, è stato il mantra di una generazione – ha detto Pietro Salini, amministratore delegato del gruppo Webuild -. Questo ci ha reso fragili, privi della capacità di fare i necessari investimenti, della necessaria ottica di medio lungo periodo, di creare lavoro, di competere in modo efficiente, di dare occasioni ai giovani. È per questo che abbiamo dato vita a Webuild, superando la dimensione ed i limiti familiari di un capitale adatto al passato ma non alle sfide future ed ai mercati globali”.

Poi un elogio esplicito: “Un esempio della visione prospettica e del rafforzamento e cambiamento necessario per affrontare il futuro, anche quando i numeri e la solidità della banca non lo rendono necessario, oggi è Intesa Sanpaolo e Carlo Messina che con la proposta fatta ad Ubi intendono creare un pilastro finanziario europeo nel nostro Paese, al servizio di quella ripresa industriale e dei servizi che tutti auspichiamo ed anche a quella modernizzazione ed internazionalizzazione che è indispensabile all’Italia per competere”.

Nel prospetto informativo dell’Ops pubblicato ieri, Intesa ha messo nero su bianco: “La prospettiva del settore finanziario e bancario nei prossimi anni è caratterizzata da un consolidamento nel quale i principali operatori potranno essere campioni sia europei sia extra-europei. E’ interesse di Intesa Sanpaolo raggiungere dimensioni che le consentano di svolgere un ruolo proattivo nel panorama bancario europeo”. Questa in sostanza una delle motivazioni dell’Ops lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, secondo quanto si legge nel documento di offerta relatio all’operazione. Secondo Intesa, Ubi è “un player rilevante del settore”, ma “il contesto di mercato, che e’ in profonda mutazione ed evoluzione ed è caratterizzato da bassi tassi di interesse e dunque bassi margini e dalla necessita’ di sostenere ingenti investimenti tecnologici, comporta che le dimensioni e la capacita’ di operare e competere non solo in ambito nazionale, ma anche internazionale, siano presupposti essenziali per lo sviluppo dell’attività e del valore aziendale al fine di ottenere un’adeguata remunerazione del capitale”.

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