Sarà davvero la volta buona per una salutare riforma fiscale?
Ecco che cosa ha approvato ieri il consiglio dei ministri e gli approfondimenti.
LA RIFORMA FISCALE APPROVATA DAL GOVERNO
L’idea di riforma approvata ieri a Palazzo Chigi prevede un intervento di riduzione e razionalizzazione di tutti i tributi a partire dalla regina delle imposte: l’Irpef che già dall’anno prossimo con la manovra, come ha confermato ieri il viceministro alle Finanze Maurizio Leo intervenendo in serata a Porta a Porta, scenderà da quattro a tre aliquote. La riduzione del prelievo fiscale sarà accompagnata anche da un taglio alle spese fiscali e dall’ampliamento della no tax area dei dipendenti che sarà allineata a quella da 8.500 euro dei pensionati.
IL DISEGNO DI LEGGE DELEGA DI RIFORMA DEL FISCO
Il Consiglio dei ministri ha varato il disegno di legge delega di riforma del fisco e avviato così un percorso che entro 24 mesi dovrà portare all’approvazione dei decreti attuativi di modifica del sistema di tassazione. La novità più significativa è il passaggio da 4 a 3 aliquote Irpef, gli obiettivi politici dichiarati sono la riduzione del carico fiscale sui redditi dipendenti e l’introduzione della possibilità di aderire al regime di flat tax per tutti.
LA NOTA DEL MEF
La riforma, rivendica il Mef, “riscrive l’attuale sistema tributario varato negli anni 70” e garantisce “l’equità orizzontale, attraverso la riduzione della pressione fiscale, passando da 4 a 3 aliquote e con l’obiettivo della flat tax per tutti”. Il testo è stato pensato per semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni e instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo tra le parti secondo le esigenze di cittadini e imprese. Il testo punta anche a garantire la razionalizzazione e semplificazione dell’intero sistema Irpef (Redditi agrari, fabbricati, finanziari, da lavoro dipendente, autonomo, d’impresa e diversi).
LE PAROLE DEL PREMIER MELONI
“Con il nuovo fisco delineiamo una nuova idea di Italia, vicino alle esigenze dei contribuenti e attrattivo per le aziende”, afferma il premier Giorgia Meloni. “La riforma contiene una visione complessiva e programmatica – prosegue – che premia la lealtà e la responsabilità del contribuente, gettando le basi per un nuovo rapporto di fiducia con il fisco. Grazie alla Riforma del sistema fiscale abbassiamo le tasse, aumentiamo la crescita e l’equità, favoriamo occupazione e investimenti”.
LE TRE ALIQUOTE IRPEF
Le tre aliquote Irpef “le avvieremo dal prossimo anno”, specifica il viceministro all’Economia Maurizio Leo. “Sui numeri sarei cauto perché la legge delega – prosegue – non detta i numeri puntuali. Saranno poi i decreti attuativi a individuarli, così come le risorse, senza fare uno sforamento di bilancio”. Da gennaio 2024 invece entrerà in vigore un modulo di riforma: “Troveremo le risorse e le coperture necessarie. Abbiamo indicato le priorità e a quelle faremo fede”.
IL PACCHETTO APPROVATO DAL GOVERNO
Con il via libera del Consiglio dei ministri sia al disegno di legge delega, che ridefinisce il sistema fiscale italiano, sia al disegno di legge di attuazione dell’autonomia differenziata, l’esecutivo di Giorgia Meloni fissa un paio di paletti che nelle intenzioni delle forze di maggioranza dovrebbero connotare la legislatura. La riforma tributaria, composta da 20 articoli, è radicale, la stessa premier Meloni non esita a definirla «una vera e propria svolta per l’Italia. È una riforma epocale, strutturale e organica: una rivoluzione attesa da 50 anni con importanti novità a favore di cittadini, famiglie e imprese. Delineiamo una nuova idea di Italia, vicino alle esigenze dei contribuenti e attrattivo per le aziende».
GLI OBIETTIVI PRINCIPALI DELLA RIFORMA
L’obiettivo principale del governo è trasformare l’attuale regime di tassazione e introdurre la flat tax per tutti (autonomi, dipendenti e pensionati) entro il termine della legislatura. Prima di arrivare a un’unica aliquota di prelievo sull’imponibile delle persone fisiche sarà necessaria una fase transitoria. Dal prossimo anno il governo si propone, quindi, di ridurre da 4 a 3 le aliquote Irpef, contestualmente dovrebbe avverarsi l’estensione della flat tax incrementale ai lavoratori dipendenti, ricalcando così il meccanismo della legge di Bilancio che prevede un’aliquota unica incrementale al 15% per i redditi in più dichiarati dai lavoratori autonomi. Una volta che la riforma sarà a regime la flat tax scatterà per tutti. Al momento non è noto a quanto ammonterà l’aliquota unica: è una delle tante questioni da definire attraverso i decreti attuativi che il governo dovrà emanare (entro 24 mesi).
Nel frattempo il ministero dell’Economia rivendica la riscrittura «dell’attuale sistema tributario varato negli anni 70. Le nuove regole — specifica una nota — vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni e instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo mirato tra le parti secondo le esigenze di cittadini e imprese». La definizione di un fisco meno aggressivo agli occhi dei contribuenti è uno dei focus su cui ha maggiormente lavorato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, tanto che da via XX Settembre fanno notare: «Con l’istituzione del concordato preventivo biennale e il rafforzamento dell’adempimento collaborativo si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale che diventa preventiva e non più repressiva». La delega prevede anche la revisione delle tante detrazioni, deduzioni e sgravi (oltre 600 voci) che caratterizzano l’attuale sistema tributario. Per le imprese si punta alla riduzione dell’attuale aliquota Ires per chi effettua investimenti o assume. Nel pacchetto di interventi figura la graduale eliminazione dell’Irap. Nell’ottica di un fisco più dialogante la delega introduce lo stop all’invio delle comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate nei mesi di agosto e di dicembre e un accesso semplificato a forme di rateizzazione a 120 rate. Nel testo approvato a Palazzo Chigi non figurano, invece, i due articoli relativi ai tributi locali e tributi regionali funzionali alla piena attuazione del federalismo fiscale, sono stati stralciati perché dovranno essere discussi prima in Conferenza-Stato Regioni.
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ESTRATTO DI UN APPROFONDIMENTO DEL SOLE 24 ORE SULLA RIFORMA FISCALE APPROVATA DAL GOVERNO:
La riforma prevede anche la riduzione dell’Ires per le imprese che investono in beni innovativi e qualificato o in occupazione. Nei due anni successivi chi sostiene la crescita della propria attività senza distribuire gli utili potrà arrivare a ottenere un taglio anche di 9 punti dell’attuale aliquota Ires. L’idea di fondo, infatti, sarebbe quella di allineare il nuovo regime duale dell’imposta sul reddito di impresa a quello della nuova Global Minimum Tax che dal 1° gennaio 2024 dovrebbe entrare in vigore per tutte le multinazionali con un prelievo del 15 per cento. Sarà rivista anche la disciplina degli interessi passivi e allo stesso tempo per sostenere, come detto gli investimenti, si arriverà alla cancellazione dell’Aiuto alla crescita economica e alla razionalizzazione dei crediti d’imposta oggi riconosciuti alle imprese.
Per le attività produttive e gli autonomi arriva anche il taglio progressivo dell’Irap. Il tributo regionale sarà cancellato subito per circa 650mila società di persone mentre per gli altri contribuenti l’Irap sarà trasformata in una sovrimposta calcolata con le regole dell’imponibile Ires senza però avere la possibilità di riportare in avanti le perdite. In questo modo il governo ritiene di non perdere quelle risorse che oggi vanno a finanziare la spesa sanitaria delle regioni.
C’è poi una razionalizzazione e una revisione anche dell’Iva a partire dai panieri. Revisioni che sarà adottata secondo le regole Ue il che vorrà dire anche poter prevedere l’applicazione dell’aliquota zero su alcuni beni e servizi in particolari momenti come ad esempio è accaduto durante la pandemia. Alla revisione di panieri e aliquote si aggiunge anche una semplificazione e accelerazione delle procedure di rimborso per imprese e cittadini così come una modifica alla disciplina delle esenzioni Iva.
La riforma nei suoi 20 articoli prevede anche nuove regole in arrivo sull’accertamento e la depenalizzazione delle sanzioni per chi non ce la fa a pagare le tasse o per chi salda il conto, anche a rate, accordandosi con il Fisco prima di essere condannato per evasione fiscale. Sull’accertamento, in particolare, vengono previsti due istituti specifici. Per le partite Iva arriva il concordato preventivo biennale. In sostanza il lavoratore autonomo o il professionista potrà concordare il valore delle imposte dirette che dovrà versare all’Erario nei due anni successivi e sulla base dei dati di cui dispone il fisco con la fatturazione elettronica, gli scontrini telematici o le liquidazioni periodiche. In questo modo per due anni la partita Iva, versando regolarmente le imposte concordate non avrà altre preoccupazioni di possibili controlli del Fisco. Per le grandi imprese la delega prevede il rilancio della cooperative compliance. L’adempimento collaborativo sarà reso accessibile a tutte le imprese medio grandi. Oggi è previsto solo per quelle sopra il miliardo di fatturato. Oltre a ridurre il livello di accesso la delega prevede un potenziamento del regime premiale a partire dalle sanzioni più leggere per chi aderisce all’adempimento collaborativo.