skip to Main Content

Class action in vista sulla fattura elettronica?

L'articolo di Marino Longoni, condirettore del quotidiano Italia Oggi

Il provvedimento del Garante della privacy che ha bocciato le procedure di trattamento dei dati previste dall’Agenzia delle entrate in materia di fatturazione elettronica ha sparigliato le carte, mettendo a rischio un adempimento che sarebbe dovuto scattare il 1° gennaio 2019.

CHE COSA SUCCEDE DOPO LA SBERLA DEL GARANTE PER LA PRIVACY SULLA FATTURA ELETTRONICA

E ora, che succede? La prossima mossa dovrebbe essere dell’Agenzia delle entrate, accusata di aver progettato una procedura che prevede l’archiviazione e l’utilizzo non solo dei dati obbligatori a fini fiscali, ma «di tutte le informazioni di dettaglio ulteriori sui beni e servizi acquistati, come le abitudini e le tipologie di consumo, legate alla fornitura di servizi energetici e di telecomunicazioni (es. regolarità nei pagamenti, appartenenza a particolari categorie di utenti), o addirittura la descrizione delle prestazioni sanitarie o legali».

TUTTI I RISCHI CON LA FATTURA ELETTRONICA

Le nuove procedure potrebbero mettere a rischio anche i segreti industriali. In effetti i dati contenuti in fattura sono di un’ampiezza di un dettaglio tale da aver scatenato la caccia all’oro, non solo da parte dell’Agenzia delle entrate, che ha pensato bene di accaparrarseli nella maggior quantità possibile, ma anche da parte di numerosi operatori economici (banche, assicurazioni, addirittura Amazon) che sono scesi in campo dopo aver fiutato un filone di business assai promettente: non tanto quello della consulenza contabile, quanto quello della gestione dei dati aziendali.

ECCO IL DOSSIER SICUREZZA LEGATO ALLA FATTURA ELETTRONICA

Ma non solo. Il Garante ha denunciato anche «criticità per quanto riguarda i profili di sicurezza, a partire dalla mancata cifratura della fattura elettronica». Rischio talmente serio che l’Agenzia delle entrate aveva pensato bene di declinare ogni responsabilità nei confronti dei contribuenti per perdite di dati o violazioni di diritti di terzi causati da «forza maggiore, caso fortuito o fatto di terzo».

CHI E PERCHE’ PENSA A UNA CLASS ACTION

Ora però l’Agenzia delle entrate, o la politica per essa, dovrà trovare un rimedio, rivedendo procedure che sono frutto di mesi, anzi anni, di lavoro. Non sarà facile. Ma l’alternativa sono sanzioni milionarie da parte del Garante privacy. Mentre chi le fatture elettroniche le ha già spedite con le procedure incriminate, e ora scopre di aver messo in piazza i propri dati, potrebbe scendere in campo con una class action.

(articolo pubblicato su Italia Oggi)

Back To Top