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Africa Gas

Ciao Russia, arriverà più gas dall’Africa per l’Europa?

Perché l'Africa (in primis l'Algeria) potrebbe essere un'alternativa possibile sul gas per l'Europa. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

La crisi in Ucraina e la dipendenza dell’Europa dal gas potrebbe aprire all’Europa le porte dell’Africa la quale potrebbe rappresentare un’alternativa percorribile. Secondo il nuovo State of African Energy outlook pubblicato dalla African Energy Chamber, la domanda globale di GNL crescerà a un tasso di crescita annuo composto del 5% nei prossimi due anni. Un deficit di approvvigionamento è in prospettiva dal 2024, poiché la crescente pressione ambientale per porre fine alla generazione a carbone porta a un maggiore appetito per il gas.

COMPRARE IL GAS DALL’AFRICA? CHI NE PRODUCE DI PIU’

Il Mozambico è all’avanguardia in termini di gas naturale africano recuperabile con il 52% del totale, mostrano i dati di Rystad. I piani per sviluppare il GNL onshore del Mozambico sono stati ritardati da un’insurrezione islamica estremista nel nord del paese Mauritania e Tanzania hanno il 12% ciascuna, con Nigeria e Senegal ciascuna con il 7%.

Altri paesi costituiscono il restante 10%. La vicinanza dell’Algeria al mercato europeo la rende un potenziale fornitore di gas per l’Europa. Il paese è il più grande produttore di gas in Africa e il sesto esportatore mondiale di gas. Prevede di raddoppiare l’esplorazione e la produzione nei prossimi cinque anni. I tempi potrebbero anche essere maturi per l’Africa per attirare investimenti nelle sue infrastrutture del gas.

NIGER, ALGERIA E NIGERIA SI MUOVONO

Questo mese, Niger, Algeria e Nigeria hanno firmato un accordo che vedrà riprendere lo sviluppo del progetto del gasdotto trans sahariano. Il previsto oleodotto da 13 miliardi di dollari collegherà Warri in Nigeria a Hassi R’Mel in Algeria attraverso il Niger. L’obiettivo è trasportare 30 miliardi di metri cubi di gas naturale in Europa all’anno. Una sottolineatura particolare merita la Tanzania. Si stima che le riserve di gas della Tanzania siano le seste più grandi dell’Africa. In particolare Kilwa, Songo Songo e Mnazi nel sud della Tanzania. Complessivamente la Tanzania ha un deposito di circa 57 trilioni di piedi cubi.

JP MORGAN: BOLLETTE EUROPEE DESTINATE A RADDOPPIARE

Gli sforzi di diversificazione sono già in corso in Europa, visti l’aumento dei prezzi dell’energia visto dal gas dello scorso anno. JP Morgan Chase suggerisce che la bolletta del gas in Europa raddoppierà da 500 milioni di dollari nel 2019 a 1 trilione nel 2022, anche senza la crisi russa. Da questo punto di vista la Francia si sta muovendo molto rapidamente siglando accordi tra la Totolo e la Tanzania: sono stati infatti invitati in Tanzania per investire di più nel GNL.

COSA FANNO I COLOSSI DELL’ENERGIA?

Ma anche altre multinazionali si fa muovendo rapidamente in questa direzione: la Royal Dutch Shell e la società norvegese Equinor hanno in programma di costruire un terminale GNL a Lindi, nel sud della Tanzania, dal 2014. Tuttavia, i progressi sono stati minati dai termini rivisti introdotti dal Petroleum Act 2015 della Tanzania, dal Finance Act del 2016 e da una serie di leggi sulle risorse naturali promosse dal defunto Magufuli nel 2017. Questi hanno permesso alle autorità di rinegoziare i precedenti accordi di condivisione della produzione a loro favore e in termini meno attraenti per gli investitori.

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