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Chi vuole mettere in vendita Novavax?

Il secondo maggiore azionista di Novavax spinge per una cessione dell’azienda, citando risultati deludenti nella distribuzione del vaccino anti-Covid e un potenziale inespresso sul mercato. Fatti, numeri e commenti

 

L’hedge fund Shah Capital ha chiesto ufficialmente al consiglio di amministrazione della statunitense Novavax di esplorare la possibilità di una vendita dell’azienda. La richiesta arriva in seguito a tre anni consecutivi di risultati deludenti per quanto riguarda la distribuzione del vaccino anti-Covid Nuvaxovid.

Nella lettera indirizzata al board e condivisa in esclusiva con Reuters, Shah Capital – secondo maggiore azionista della società biotech – ha sostenuto che il potenziale di Novavax sarebbe significativamente maggiore se gestito da una grande realtà farmaceutica internazionale.

L’ACCUSA DI GESTIONE INEFFICACE

Shah Capital, che detiene una quota del 7,2% di Novavax, ha motivato la propria richiesta con una serie di criticità riscontrate nella strategia commerciale dell’azienda. Secondo il fondo, il vaccino a base proteica Nuvaxovid ha ottenuto una quota di mercato del solo 2% nella stagione passata, a fronte di circa 7.000 dosi distribuite. Nello stesso periodo, i concorrenti Pfizer e Moderna – entrambi produttori di vaccini a mRNA – avevano somministrato quasi 6 milioni di dosi.

POTENZIALE DI VALUTAZIONE E SCENARI DI VENDITA

Himanshu Shah, fondatore di Shah Capital, ha dichiarato a Reuters che Novavax potrebbe raggiungere una valutazione di “almeno 5 miliardi di dollari” sulla base del potenziale commerciale dei suoi vaccini. Attualmente, secondo i dati LSEG, la capitalizzazione di mercato dell’azienda si attesta intorno a 1,4 miliardi di dollari.

Il fondo ha anche indicato che aziende come Sanofi, Merck, GSK e AstraZeneca potrebbero rappresentare potenziali acquirenti, pur precisando di non aver avviato alcun contatto diretto con tali gruppi.

LA RISPOSTA DI NOVAVAX

In risposta, Novavax ha comunicato che il proprio consiglio rimane aperto ad “altre opzioni credibili” in grado di massimizzare il valore per gli azionisti. Questa richiesta rappresenta il secondo tentativo da parte di Shah Capital di esercitare pressione sulla governance dell’azienda: una precedente iniziativa contro tre membri del consiglio era stata ritirata dopo la firma di un accordo di licenza con Sanofi.

LA TENTATA RIMONTA

Lo scorso agosto, Novavax aveva alzato le previsioni di ricavi per il 2025 grazie alle partnership per la distribuzione dei suoi vaccini, in particolare con Serum Institute of India, Takeda e Sanofi.

L’annuncio aveva fatto salire le azioni del 15%. L’azienda infatti puntava a ricavi rettificati tra 1 e 1,05 miliardi di dollari, esclusi i proventi da Sanofi. I risultati del secondo trimestre hanno superato le attese, con 239 milioni di dollari di ricavi, spinti da un pagamento da 175 milioni legato all’approvazione di Nuvaxovid negli Stati Uniti.

Approvato dalla Food and Drug Administration (Fda) nel maggio 2025, il suo utilizzo è stato autorizzato solo per adulti anziani e persone a rischio di età superiore ai 12 anni, ma nonostante i limiti nel mercato statunitense, la biotech intravedeva nuove opportunità dopo l’annuncio del governo Usa di ridurre il supporto ai vaccini a mRNA, aprendo spazio per tecnologie alternative come quella proteica di Novavax.

Tuttavia, il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., noto per le sue posizioni critiche nei confronti dei vaccini, nei mesi scorsi ha espresso dubbi sull’efficacia del prodotto.

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