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Industria

Chi traina la produzione industriale

Il commento di Paolo Mameli, senior economist della direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, sul dato produzione industriale a giugno

La produzione industriale è salita per il secondo mese di fila a giugno (+0,5% m/m dopo il +0,8% m/m di maggio), trainata dai beni strumentali. La tendenza annua è ai minimi da aprile dell’anno scorso (+1,7%), ma è espansiva per il ventitreesimo mese consecutivo (il ciclo più lungo da oltre 10 anni). Il rimbalzo dell’output di maggio e giugno crea un effetto statistico positivo per il trimestre estivo, quando l’industria potrebbe tornare a contribuire al valore aggiunto dopo la stagnazione del primo semestre. È pertanto possibile una moderata riaccelerazione del PIL su base congiunturale dopo lo 0,16% t/t visto nel 2° trimestre.

La produzione industriale è salita per il secondo mese di fila a giugno, di +0,5% m/m dopo il +0,8% m/m di maggio (rivisto al rialzo di un decimo). Il dato è in linea con la nostra previsione e leggermente più forte rispetto alle attese di consenso.

L’incremento è diffuso, con la sola eccezione dell’energia (-0,7% m/m dopo il +1,2% m/m di maggio). Trainanti i beni capitali, che crescono per il quarto mese di fila e mettono a segno un incremento di ben +1,4% m/m e 5,4% a/a. La produzione manifatturiera (al netto di energia e attività estrattive) è salita lievemente più dell’indice generale (+0,6% m/m).

La tendenza annua ha perso marginalmente terreno a +1,7% da un precedente +2,2%. Il dato (corretto per gli effetti di calendario) è ai minimi da aprile dell’anno scorso. Tuttavia, si tratta del ventitreesimo mese consecutivo di espansione: è la striscia positiva più lunga da quella a cavallo tra fine 2005 e fine 2007.

Il dettaglio per settore di attività economica resta misto. Tra i comparti manifatturieri, quattro su un totale di quattordici restano in calo su base annua: coke e petroliferi raffinati (-8,6%), legno, carta e stampa (-4,2%), tessile e abbigliamento (-2,3%) e gomma e plastica (-0,4%). Viceversa, i settori più trainanti sono il farmaceutico, i mezzi di trasporto, la meccanica e le apparecchiature elettriche (+11,8%, +7,1%, +6,4% e +5,7%, rispettivamente).

In sintesi, la produzione industriale è risultata stagnante nel trimestre primaverile, come già accaduto nei primi tre mesi dell’anno (-0,2% t/t). Tuttavia, la crescita registrata a maggio e giugno crea un effetto statistico positivo per il trimestre in corso (+0,6% t/t). In altri termini l’industria dovrebbe tornare a contribuire alla crescita del valore aggiunto nei mesi estivi, dopo un apporto nullo nella prima metà dell’anno.

È dunque possibile una marginale riaccelerazione della crescita su base congiunturale del PIL nel trimestre estivo, nella forchetta 0,2-0,3% t/t (da 0,16% nei mesi primaverili). Tuttavia, anche se l’attività economica registrasse un +0,3% t/t, difficilmente la crescita media annua nel 2018 risulterebbe significativamente al di sopra dell’1%.

Inoltre resta scarsa visibilità sull’evoluzione del ciclo nel 2019: l’incertezza sul fronte delle politiche economiche e dei mercati finanziari non ha sinora avuto un impatto tangibile sull’economia reale, ma non è escluso che possa avere effetti su un orizzonte più lungo. In sostanza, nonostante il buon dato sulla produzione industriale di giugno, i rischi sull’orizzonte di crescita restano verso il basso.

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