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Chi influenzerà gli influencer?

Solo in Italia la influencer economy vale 280 milioni di euro e le previsioni, a livello mondiale, stimano che nei prossimi due anni il giro d’affari raggiungerà tra i 5 e i 10 miliardi annui. Un mercato in costante crescita che fa gola a molte aziende e che ora verrà tutelato da Assoinfluencer, la prima associazione italiana di categoria

 

“Tuteliamo i diritti degli influencer. Siamo la formula per il successo di un’intera categoria”. È lo slogan che campeggia sulla homepage di Assoinfluencer, la prima associazione italiana di categoria, inserita dal ministero dello Sviluppo Economico nell’elenco delle associazioni professionali (Mise), che ha l’obiettivo di promuovere e tutelare le professioni di influencer e content creator.

COME È NATA ASSOINFLUENCER

L’idea di Assoinfluencer, che ha iniziato a muovere i primi passi nel 2018, è nata dagli avvocati Jacopo Ierussi e Valentina Salonia per “supportare da un lato e regolamentare dall’altro questa categoria professionale in ascesa, ma ancora poco tutelata sul piano legale”, spiega una nota.

“In questi primi anni di posizionamento, abbiamo partecipato all’indagine conoscitiva in Parlamento che ha portato all’approvazione dell’Emendamento Creators nella Legge sulla Concorrenza 2021”, il primo passo delle istituzioni per lo sviluppo della Creator Economy italiana, come ha raccontato Ierussi.

In quanto associazione a tutti gli effetti, Assoinfluencer ha un proprio atto costitutivo, un codice etico, un elenco pubblico degli associati e un organigramma.

CHI C’È DIETRO

All’apice dell’organizzazione, oltre a Ierussi, che è fondatore ma anche presidente di Assoinfluencer, ci sono Salonia che è la vicepresidente e Clemente Rosario Rovere, alla guida della segreteria generale.

Seguono poi le varie aree: istituzionale, comunicazione, tecnica e terzo settore. Infine, il comitato scientifico composto da diversi ricercatori.

A supporto dell’associazione è stato istituito anche un comitato promotore che si prepara a dare il via a una campagna di tesseramento e al cui interno spiccano alcuni nomi noti sui social come lo youtuber Luis Sal (2,2 milioni di follower su Instagram), il blogger Lorenzo Prattico (in arte ‘prattquello’, 118mila follower), l’avvocato Angelo Greco (253k follower) e altri.

I PARTNER DI ASSOINFLUENCER

Tra i partner con cui Assoinfluencer collabora figurano Confcommercio Professioni, Asi – Associazioni Sportive e Sociali Italiane, il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Coris dell’Università di Roma La Sapienza, Tua Assicurazioni (Gruppo Cattolica), Salonia Associati, Fiscozen.

Non mancano poi collaborazioni con diversi osservatori come Onim (Osservatorio Nazionale Influencer Marketing), Oies (Osservatorio Italiano Esports), ObservatoryZed (Osservatorio Generazione Z) e Oinp (Osservatorio Italiano No Profit).

COSA FARÀ

L’obiettivo primario dell’Associazione, si legge sul sito, è la difesa dei compensi degli influencer. Tra gli altri servizi offerti: networking, tutela legate, formazione e divulgazione, attività di lobbying.

CHI TUTELERÀ

“Quella dell’influencer – ha spiegato Ierussi – è una figura nuova e che cambia tanto rapidamente quanto il mondo dei media. I creator possono essere artisti e imprenditori, atleti e divulgatori, ma sono sempre professionisti, capaci di produrre valore attraverso competenze e strumenti specifici”.

QUANTO VALE IL MERCATO DEGLI INFLUENCER

Solo in Italia, gli influencer e content creator, riferisce la sezione Economia del Corriere della sera, sono 350 mila persone, “per un valore di mercato di 280 milioni di euro”, che nel mondo arriva a 14 miliardi.

Le previsioni stimano che nei prossimi due anni il giro d’affari della cosiddetta influencer economy raggiungerà tra i 5 e i 10 miliardi annui e già negli ultimi cinque anni il numero di influencer si è triplicato.

Un mercato, dunque, in continua espansione tanto che secondo l’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing (Onim), “oltre il 50% delle aziende italiane ha attivato campagne di influencer marketing (IM) nel 2021”.

Le aziende, consapevoli dei benefici economici che possono ottenere da queste figure professionali, non vogliono perdere una simile occasione. Lo sa bene anche il gruppo editoriale Gedi che, come ha scritto Start, con l’acquisto del 30% di Stardust, la “fabbrica degli influencer”, spera di attirare sempre più utenti sui suoi molti canali.

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