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Chi ha interesse a bistrattare l’Italia sui mercati? Il commento di Coltorti (ex capo ufficio studi Mediobanca)

Le revisioni al ribasso del Pil italiano, l'andamento delle aste dei titoli pubblici, il nodo rendimenti e l'auspicio a una maggiore cura con cui si diffondono i dati. Il commento di Fulvio Coltorti, ex direttore dell’area studi di Mediobanca

Pil dell’Italia: l’incremento reale nel 2019 è stato rivisto al ribasso come pure quello dell’eurozona.

Vi è incertezza sia nell’attuale fase congiunturale sia nelle procedure che usano gli enti per le previsioni: la Commissione europea butta un +0,2% mentre il Fondo monetario internazionale quasi in contemporanea si sbilancia con un +0,6%. Differenze enormi in termini relativi ma da valutare cum grano salis essendo vicini alla tolleranza statistica.

Un minor tasso di incremento del Pil richiede una più forte politica espansiva e un’attenta selezione delle maggiori spese da effettuare, soprattutto per investimenti.

Meno credibili (da sempre) le stime del nostro governo che costituiscono piuttosto obiettivi di politica economica.

A mio parere l’Italia non genera pericoli di “contagio”, o quantomeno non maggiori di quelli indotti dal rallentamento della locomotiva tedesca; rallentamento che probabilmente è all’origine di quello italiano considerando i noti legami della grande industria tedesca con le nostre medie e piccole imprese.

D’altro canto non si percepisce alcun serio pericolo dal lato finanziario posto che l’ultima emissione di nostri titoli pubblici ha attirato una domanda di 41 miliardi di euro soddisfatta per soli 8. Il vero problema come noto sono gli interessi da pagare.

I media dovrebbero fare più attenzione sia ai numeri che diffondono sia alle fonti degli stessi che vanno bene esplicitate. Le quali fonti potrebbero essere interessate ad acquistare titoli italiani a prezzo vile.

(post tratto da profilo Facebook di Fulvio Coltorti)

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