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Chi favorisce (e chi ostacola) il blocco dei licenziamenti

Fini, effetti e distorsioni sul lavoro del blocco dei licenziamenti. Le raccomandazioni di Bruxelles e il commento dell'economista Garnero

 

Secondo Bruxelles il blocco italiano dei licenziamenti non determina un aiuto ma favorisce semmai discriminazioni tra lavoratori avvantaggiando quelli a tempo indeterminato a scapito di interinali e stagionali.

E’ questo in sostanza quello che si evince dalle raccomandazioni di primavera, approvate ieri dall’esecutivo di Bruxelles nella riunione collegiale dell’esecutivo comunitario.

«Politiche come il divieto generale di licenziamento tendono a influenzare la composizione ma non la portata dell’aggiustamento del mercato del lavoro», è scritto. Sostanzialmente secondo l’Ue, impedire il ritorno ad una situazione fisiologica in questo settore non determina un aiuto ma favorisce semmai discriminazioni tra lavoratori. «L’Italia – osserva la Commissione in maniera diretta – è l’unico Stato membro che ha introdotto un divieto assoluto di licenziamenti all’inizio della crisi-Covid».

CHE COSA DICE BRUXELLES SUL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI

Gli uffici di Bruxelles sottolineano che la misura è in vigore per tutto il mese di giugno e che per alcune categorie è stata prolungata fino al prossimo ottobre. «In pratica – è scritto – si avvantaggiano per lo più i lavoratori a tempo indeterminato a scapito di quelli a tempo determinato come gli interinali e gli stagionali».

LA CHIOSA DI REPUBBLICA

Insomma, Bruxelles offre il suo sostegno alla posizione assunta da Palazzo Chigi, rimarca Repubblica: “E oltre alle motivazioni fornite in relazione agli effetti discriminanti tra dipendenti, mette sul piatto un’altra considerazione. «Il confronto con altri Stati membri che non hanno introdotto il divieto di licenziamento – insistono i commissari – suggerisce che il provvedimento non è stato particolarmente efficace, anzi è stato addirittura superfluo»”.

IL CONFRONTO IN EUROPA SUL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI

Il giudizio viene espresso in base al criterio dell’elasticità media dell’occupazione nell’Ue: si tratta di un parametro che misura la reattività del mercato del lavoro rispetto ai cambiamenti economici. E la pandemia ha in effetti determinato un cambiamento sotanziale. Ecco, allora, che la media europea è stata dello 0,25 nel 2020 rispetto allo 0,24 registrato nel nostro Paese. Ci sono poi Paesi come Germania e Francia che sono riusciti a contenere l’impatto sull’occupazione senza introdurre «il divieto assoluto di licenziamento».

GLI EFFETTI DELETERI DEL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI

In conclusione la Commissione europea boccia in toto il provvedimento italiano: «Il divieto di licenziamento potrebbe addirittura rivelarsi controproducente. Più a lungo è in vigore e più rischia di essere controproducente perché ostacola il necessario adeguamento della forza lavoro alle esigenze aziendali».

IL COMMENTO DELL’ECONOMISTA GARNERO

Ecco il commento dell’economista Ocse Andrea Garnero sul giudizio della Commissione europea:

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