Primo banco di prova per il piano di scissione del conglomerato francese Vivendi.
La scorsa primavera Vivendi aveva annunciato il proseguimento dello studio per lo spacchettamento del gruppo: l’opzione all’esame era una scissione parziale in cui Canal+, la società pubblicitaria Havas, leader mondiale nelle comunicazioni e nel marketing, e Louis Hachette, la società che raggruppa le sue attività editoriali e distributive, diventerebbero tre società separate ognuna delle quali quotata in Borsa.
Lo scorso 9 dicembre il piano ha ricevuto l’approvazione da parte dell’assemblea dei soci della media company francese che fa capo alla famiglia Bolloré.
Il prezzo del gruppo “non rifletteva il reale valore del suo patrimonio”, ha spiegato Yannick Bolloré, figlio di Vincent Bolloré e presidente del supervisory board di Vivendi. Il che ha costituito “un handicap per i nostri azionisti e per lo sviluppo delle nostre attività”.
“Sotto Vivendi restano il gruppo di videogiochi Gameloft, la partecipazione del 9,98% nella casa discografica Universal Music Group e anche le presenze italiane in Mfe-Mediaset e Tim”, ha ricordato oggi L’Economia, l’inserto economico del lunedì del Corriere della Sera. In particolare, nell’operatore tlc italiano, Vivendi è primo socio con il 23,75% del capitale.
All’apertura dei mercati di lunedì mattina, le aziende della galassia Vivendi quotate in diverse borse hanno registrato performance differenti: le azioni di Canal+ sono scese a Londra, mentre Havas e Louis Hachette, sono saliti rispettivamente ad Amsterdam e Parigi.
A Parigi la holding Vivendi, privata della sue quattro principali controllate, verso le 10,30 segnava un progresso del 36% a 2,15 euro mentre la capogruppo Bolloré perde il 2,8% a 5,79 euro.
Tutti i dettagli.
LA QUOTAZIONE DI HAVAS
Dopo aver completato lo spin-off da Vivendi, si è quotata oggi su Euronext Amsterdam Havas. Al debutto l’agenzia pubblicitaria ha aperto a 1,80 euro e guadagna quasi il 7% rispetto al suo prezzo di riferimento di 1,91 euro,
Come ricorda Teleborsa, Havas è stata quotata tramite l’ammissione alla negoziazione il 16 dicembre delle 991.811.494 azioni ordinarie che costituiscono il suo capitale sociale. Il prezzo di ammissione delle azioni Havas è stato fissato a 1,79 euro per azione, per una capitalizzazione di 1,77 miliardi di euro.
La scelta della quotazione ad Amsterdam deriva dalla volontà di proteggere la società dalle offerte ostili, in un settore in piena trasformazione. Havas ha oltre 23.000 dipendenti, opera in oltre 100 mercati e serve oltre 4.000 clienti in un’ampia gamma di settori.
LE PAROLE DI YANNICK BOLLORÉ
“Il completamento con successo dello spin-off di Havas e la quotazione su Euronext Amsterdam segnano un passo fondamentale verso la realizzazione della nostra visione a lungo termine” ha detto Yannick Bolloré, presidente e ceo di Havas nonché presidente del supervisory board di Vivendi, aggiungendo che “Ci offre ulteriore flessibilità per accelerare la nostra crescita nelle nostre principali linee di business e rafforza la nostra posizione unica nel dinamico settore del marketing e delle comunicazioni.
“La nostra strategia Converged, potenziata da talenti eccezionali, approfondimenti basati sui dati, tecnologia all’avanguardia e acquisizioni mirate, ci pone nella migliore posizione possibile per essere ancora più creativi e strategici e fornire solide prestazioni finanziarie, creando valore a lungo termine per i nostri azionisti” ha concluso Bolloré.
IN AUMENTO LOUIS HACHETTE
Balzo a doppia cifra anche per l’editore Louis Hachette nel primo giorno di quotazione sul listino francese: le azioni sono scambiate a 1,42 euro ciascuna su Euronext Growth Paris, in aumento del 18% rispetto al prezzo di apertura.
Con una partecipazione del 66,5% in Lagardère SA e del 100% di Prisma Media, il gruppo Louis Hachette copre l’editoria (Hachette Livre, numero uno francese), la distribuzione (Relay) e alcuni media (Europe 1, JDD, Voici, Géo…), ricorda La Tribune.
IL CROLLO DEL GRUPPO TELEVISIVO CANAL+ SULLA BORSA DI LONDRA
A differenza delle colleghe di spin-off, crolla il titolo della società Canal+.
Le azioni dell’emittente hanno aperto a 290 penny, dandogli un valore di mercato di 2,9 miliardi di sterline, ma sono scese di circa il 16% da quel prezzo a 242 penny alle 11. A quel valore di mercato, Canal+ avrebbe potuto essere idonea a entrare nell’indice FTSE 250, ma il suo domicilio francese impedisce che sia integrata in qualsiasi indice, precisa ancora Teleborsa.
L’EVOLUZIONE IN 4 DECENNI
Nata come canale televisivo francese in abbonamento 40 anni fa, Canal+ si è evoluta in una società di produzione e TV a pagamento nota per la trasmissione di eventi sportivi in diretta e Studiocanal.
Secondo Yannick Bolloré, per Canal+ a Londra, “la strategia è chiaramente quella di portare il gruppo a livello internazionale” e di consentire “una maggiore visibilità sui mercati di lingua inglese”. Due terzi degli abbonati sono già fuori dalla Francia e questa percentuale è destinata ad aumentare con l’offerta pubblica d’acquisto lanciata dal colosso televisivo sudafricano MultiChoice, la principale società di pay-TV nell’Africa di lingua inglese e portoghese.
L’obiettivo è creare un campione per l’Africa sulla scena globale. Il gruppo è anche il principale azionista di Viaplay, la principale pay-TV scandinava, e detiene una quota azionaria significativa in Viu, che si è costantemente classificata tra le prime 3 piattaforme OTT nel Sud-Est asiatico.
LA STRATEGIA DIETRO SCORPORO
“Vivendi stava soffrendo di uno sconto conglomerato. Quindi, quando hai guardato il valore di Vivendi, era inferiore a 10 miliardi di euro la stima della somma delle parti era molto più grande di quella. Quindi, per sbloccare il potenziale di valore di ciascuna di queste risorse, da qui la scissione”, ha detto Maxime Saada, ceo di Canal+, a “Squawk Box Europe” della Cnbc.
Saada ha aggiunto che la scorporata Canal+ cercherà di espandere la sua presenza anche come emittente sportiva per competere con i player statunitensi in modo selettivo.
I NUMERI PER GLI AZIONISTI
Vivendi, che alla fine del 2023 contava circa 73.000 dipendenti, alla chiusura di venerdì era valutata quasi 8,55 miliardi di euro.
Concretamente, “se possiedi un’azione Vivendi, riceverai un’azione Canal+, un’azione Havas e un’azione Louis Hachette Group, e manterrai la tua azione Vivendi”, ha spiegato il gruppo agli azionisti. “Il prezzo di Vivendi si adeguerebbe”, ha precisato il gruppo, riporta ancora La Tribune.
La scommessa è quindi che la somma dei quattro valori indipendenti sia molto maggiore. A fine ottobre, Yannick Bolloré ha proposto una valutazione complessiva di “circa 16 miliardi” di euro, di cui 6,8 miliardi per Canal+, 3,4 miliardi per Havas, 2,1 miliardi per Louis Hachette Group e 4,5 miliardi per Vivendi.
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
Ma gli analisti prevedono meno per i prossimi giorni.
L’analista di Hargreaves Lansdown Susannah Streeter ha affermato che le nuove quotazioni sono state spesso colpite dalla volatilità durante le prime ore, giorni e persino settimane di negoziazione.
A Reuters invece l’analista di EndersAnalysis François Godard ha detto che ci si aspettava una negoziazione accidentata per Canal+ finché la narrazione della società non fosse stata pienamente compresa dagli investitori. “(Canal+) è sia un’azienda storica che digitale, redditizia ma non come lo sono gli streamer, sta crescendo ma non l’anno prossimo, si sta espandendo in Africa, cosa che gli investitori non capiscono davvero”, ha affermato.
Inoltre, sempre La Tribune ricorda che la scissione ha fatto sussultare alcuni piccoli azionisti, temendo di perderci e vedendo Vincent Bolloré, che ha preso la guida di Vivendi dal 2014, rafforzare il suo controllo. Il gruppo Bolloré era fino a lunedì l’azionista di riferimento di Vivendi con il 29,9%, e nelle nuove entità raggiungerà il 31% circa.
I DOSSIER ITALIANI: DA MFE…
Infine, passando alla presenza italiana del gruppo, secondo l’Economia, “Vivendi potrebbe restare «silente» in Mfe-Mediaset, e questo è quel che si è augurato qualche giorno fa l’ad Pier Silvio Berlusconi: «Silente: è sia come me lo immagino, sia come me lo auguro. Mi viene da dire, mettendo il cappello da manager, che come azionisti i francesi di Vivendi dovrebbero essere ben contenti dei nostri risultati e dei nostri dividendi» (Vivendi possiede direttamente il 4,4% di Mfe più un pacchetto indiretto che porta la quota a ridosso del 20%)”.
…A TIM
Per quanto riguarda Tim, lo scorso aprile il ceo del gruppo Vivendi Arnaud De Puyfontaine (nella foto) aveva sottolineato che “continueremo a supportare attivamente” il gruppo. Nel frattempo, è attesa a metà gennaio la sentenza del tribunale di Milano sulla causa in corso contro la decisione, “presa dal cda senza sottoporla al voto dell’assemblea” sulla vendita della rete, soprattutto perché il valore a cui è stata venduta a Kkr “non è corretto” secondo Vivendi.
CVC COMPRA TIM DA VIVENDI?
Il fondo britannico Cvc, secondo quanto anticipato da Bloomberg, guarda con interesse alla quota del 24% detenuta da Vivendi, media company francese, in Telecom Italia. Non sarebbe la prima volta che il fondo, peraltro azionista con Cdp Equity di MaticMind, guarda con interesse al gruppo Tim. Il 25 marzo 2022 il fondo aveva infatti presentato una proposta per una quota del 49% per l’area Enterprise di Tim, l’attuale Tim Enterprise. Ora, come scritto da Bloomberg, starebbe studiando il dossier riguardo all’intera partecipazione detenuta dalla media company che e’ il primo azionista di Tim. No comment da parte dei due interessati, il fondo Cvc e la media company francese, ma la Borsa ha festeggiato i rumor e il titolo ha chiuso in rialzo del 5,7 per cento. Al mercato, spiegano alcuni analisti, piace tra l’altro la minor conflittualita’ nella governance che potrebbe profilarsi qualora cambiasse il primo azionista di Tim.