C’è qualche correlazione tra la firma del Trattato del Quirinale fra Italia e Francia – che prevede anche corposi articoli sulla difesa – e la flessione a Piazza Affari del titolo Leonardo?
È quello che si stanno chiedendo analisti finanziari e addetti ai lavori dopo la performance odierna del gruppo italiano attivo nell’aerospazio e nella difesa.
Vediamo che cosa è successo in Borsa e poi vediamo gli articoli che indirettamente posso riguardare il gruppo ex Finmeccanica anche alla luce della partecipazione del colosso presieduto da Luciano Carta e guidato dall’amministratore delegato, Alessandro Profumo, al programma per il caccia di terza generazione Tempest avviato dal Regno Unito.
COSA È SUCCESSO IN BORSA A LEONARDO E NON SOLO
Le borse europee nel primo pomeriggio di venerdì 28 novembre hanno ampliato i ribassi sui timori della diffusione della nuova variante sudafricana del coronavirus, che potrebbe portare a nuovi lockdown e ripercussioni sull’economia. A Milano il Ftse Mib segna un ribasso del 3,22% a 26.232 punti, con lo spread Btp-Bund salito a 131 punti. Londra perde il 2,88%, Francoforte il 2,95% e Parigi il 3,70%. Fra le materie prime affonda il prezzo del petrolio con ribassi superiori al 5%: il future sul Wti in scadenza a gennaio scambia a 74 dollari al barile e il contratto sul Brent a 77,9 dollari. Sull’indice principale della piazza milanese soffrono le banche, con Unicredit (-5,87%), Intesa Sanpaolo (-4,46%) e Banco Bpm (-4,30%). Male anche i petroliferi, con ribassi sopra i quattro punti percentuali per Tenaris, Eni e Saipem. Forti vendite su Atlantia, Stellantis, Cnh Industrial e Leonardo (meno 4% alle ore 15,30).
ECCO L’ARTICOLO DEL TRATTATO ITALIA-FRANCIA SULLA DIFESA
Ma che cosa prevede il trattato firmato oggi in materia di difesa? Italia e Francia s’impegnano a facilitare gli investimenti reciproci e producono, in un contesto di bilanciamento dei rispettivi interessi, progetti congiunti per lo sviluppo di startup, piccole e medie imprese (PMI) o grandi imprese dei due Paesi, favorendo le relazioni reciproche e la definizione di strategie comuni sui mercati internazionali, nel quadro di un’Europa sociale. È quanto si legge nell’articolo 5 del Trattato del Quirinale, dedicato alla cooperazione economica tra Italia e Francia. “Le parti – si legge nel Trattato – favoriscono, in particolare attraverso consultazioni regolari, l’attuazione di un’ambiziosa politica industriale europea orientata alla competitività globale delle imprese e a facilitare la realizzazione della doppia transizione digitale ed ecologica dell’economia europea. Esse agiscono per realizzare l’obiettivo dell’autonomia strategica dell’Unione europea, a partire dai settori delle transizioni energetica e digitale, delle nuove tecnologie, della sanità, della difesa e dei trasporti, in particolare promuovendo dei progetti a sostegno dell’occupazione e degli attori economici locali. Esse riconoscono l’esigenza di salvaguardare l’integrità del Mercato unico, sostenendo un’equa concorrenza sia tra le imprese dell’Unione, sia tra le imprese europee e quelle dei Paesi terzi, promuovendo al contempo l’innalzamento degli standard sociali e ambientali.
CHE COSA C’È SCRITTO NELL’ARTICOLO 2 DEL TRATTATO
Italia e Francia s’impegnano a “promuovere le cooperazioni e gli scambi sia tra le proprie forze armate, sia sui materiali di difesa e sulle attrezzature, e a sviluppare sinergie ambiziose sul piano delle capacità e su quello operativo ovunque i loro interessi strategici s’incontrino”. È quanto si legge nell’articolo 2 del Trattato del Quirinale, dedicato alla difesa ed alla sicurezza. “Così facendo – si legge nel testo dell’accordo – , esse contribuiscono a salvaguardare la sicurezza comune europea e rafforzare le capacità dell’Europa della difesa, operando in tal modo anche per il consolidamento del pilastro europeo della Nato. Sulla base dell’articolo 5 del Trattato dell’Atlantico del Nord e dell’articolo 42, comma 7, del Trattato sull’Unione europea, esse si forniscono assistenza in caso di aggressione armata. Le Parti contribuiscono alle missioni internazionali di gestione delle crisi coordinando i loro sforzi”.
INCOGNITA TEMPEST DOPO IL TRATTATO DEL QUIRINALE?
Dunque nel Trattato del Quirinale Italia e Francia si impegnano allo “sviluppo di sinergie ambiziose sul piano delle capacità e su quello operativo ovunque i loro interessi s’incontrino”. E il pensiero vola dubito ai due progetti per il sistema di combattimento aereo del futuro, ovvero il velivolo di sesta generazione: Fcas e Tempest.
In questo caso Parigi e Roma sono rivali: da una parte la Francia con Germania e Spagna è al lavoro sul Fcas e dall’altra l’Italia con Gran Bretagna e Svezia sul Tempest. Nel nostro paese le industrie coinvolte nel progetto Tempest sono appunto Leonardo, Avio Aero, Mbda ed Elettronica.
Al momento i due programmi sono alternativi, sebbene molti (anche nella Difesa italiana) auspichino una futura convergenza tra Fcas e Tempest.
Nel frattempo, l’Italia si è impegnata a investire 2 miliardi di euro nel Tempest da qui al 2035. Lo scorso 9 novembre il governo ha trasmesso infatti la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 36/2021, relativo allo sviluppo del “Sistema di sistemi” di combattimento aereo di sesta generazione.
Inoltre, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini (Pd) ha ribadito l’importanza del progetto Tempest in occasione dell’incontro con il suo omologo britannico Ben Wallace a Roma la scorsa settimana.
“Ritengo fondamentale che la cooperazione nell’industria della difesa tra i nostri Paesi si rafforzi attraverso una bilanciata condivisione delle tecnologie e del know-how, in maniera da rendere Tempest il nuovo modello di riferimento per l’industria aerospaziale e per le future collaborazioni internazionali” ha dichiarato Guerini, come riferisce una nota del dicastero.
Che il Trattato del Quirinale allontani Roma da Londra nell’industria della difesa? O favorisca piuttosto la convergenza tra i due programmi Fcas e Tempest?
(articolo aggiornato alle ore 15,30)