Nel secondo trimestre del 2019 si registra un aumento dell’occupazione rispetto al trimestre precedente (+0,6%), “in un contesto di calo della disoccupazione e dell’inattività”. Con riferimento all’input di lavoro, nello stesso periodo, per le ore lavorate si osserva una lieve diminuzione su base congiunturale (-0,1%) e un rallentamento della crescita in termini tendenziali (+0,4%). E’ quanto rileva l’Istat, nel precisare come “queste dinamiche del mercato del lavoro si inseriscano in una fase di sostanziale ristagno dell’attività economica confermata, nell’ultimo trimestre, da una variazione congiunturale nulla del Pil”.
II trim. 2019: si arresta la crescita dell’occupazione a tempo pieno mentre prosegue quella del tempo parziale (+1,9%); il part time involontario costituisce il 64,8% del totale dei lavoratori a tempo parziale (+1,2 punti in un anno) #istat https://t.co/e9wqf4dSke pic.twitter.com/yt6KxsCadc
— Istat (@istat_it) September 12, 2019
Dal lato dell’offerta di lavoro, rende noto nel dettaglio l’Istat, nel secondo trimestre il numero di persone occupate cresce in termini congiunturali (+130 mila, +0,6%), a seguito dell’aumento dei dipendenti, sia permanenti sia a termine, e con minore intensità degli indipendenti.
Il tasso di occupazione sale al 59,1% (+0,3 punti). Nei dati mensili più recenti (luglio 2019), al netto della stagionalità, il tasso di occupazione e il numero di occupati mostrano un lieve calo rispetto al mese precedente.
Dai dati di oggi emerge anche che i lavoratori a tempo pieno sono diminuiti rispetto allo stesso trimestre del 2018 di 5mila unità. L’aumento è dato solo dagli occupati part time (involontario, e questo dice molto). #Istat pic.twitter.com/87u9thblQu
— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) September 12, 2019
Nell’andamento tendenziale prosegue a ritmi meno sostenuti la crescita del numero di occupati (+0,3%, +78 mila in un anno), dovuta ai dipendenti permanenti a fronte del calo di quelli a termine e degli indipendenti; l’incidenza dei dipendenti a termine sul totale dei dipendenti scende al 17,2% (-0,2 punti in un anno).
Tra le tante contraddizioni nascoste nei dati sul #lavoro diffusi oggi dall’Istat c’è che l’occupazione cresce ma cala il tasso di occupazione del 2,8% tra i 20 e i 24 anni e dello 0,3% tra i 25 e i 34.
Dietro alle medie si nascondo i problemi veri, attenzione. pic.twitter.com/9G689xAE0E
— Francesco Seghezzi (@francescoseghez) September 12, 2019
Dopo il rallentamento nell’ultimo periodo, si arresta la crescita degli occupati a tempo pieno mentre prosegue l’aumento del tempo parziale; l’incidenza del part time involontario è stimata al 64,8% dei lavoratori a tempo parziale (+1,2 punti).
Alla crescita dell’occupazione soprattutto nel Nord e più lievemente nel Centro (+0,7% e +0,1%, rispettivamente) si contrappone, per il terzo trimestre consecutivo, il calo nel Mezzogiorno (-0,3%).
Analizzando i dati di flusso, a distanza di 12 mesi, si stima un aumento della permanenza nell’occupazione, in particolare nel Nord e tra i giovani di 15-34 anni a fronte della diminuzione nel Mezzogiorno e nella fascia di età 50-64 anni. Tra i dipendenti a termine, oltre alla maggiore permanenza nell’occupazione, aumentano in maniera cospicua le transizioni verso il tempo indeterminato.
#Istat "Ci sono 78mila occupati in +" ma 1) aumenta SOLO OVER 50: +78mila occupati significa +285mila over 50 e -194mila (tra 35-49); 2) aumenta SOLO PART-TIME: +78mila occupati significa -5mila tempo pieno e +83mila tempo parziale di cui +105 involontario. Non una buona notizia
— Veronica De Romanis (@VeroDeRomanis) September 12, 2019
Infine, continua l’Istat, dal lato delle imprese, prosegue la crescita della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti dello 0,3% sul trimestre precedente e dell’1,5% su base annua, sintesi della crescita sia dell’industria sia dei servizi. L’aumento delle posizioni lavorative è associato a una diminuzione delle ore lavorate per dipendente pari allo 0,6% su base congiunturale e allo 0,9% su base annua. Il ricorso alla cassa integrazione registra una variazione positiva. Il tasso dei posti vacanti cresce su base congiunturale di 0,1 punti percentuali mentre rimane invariato su base annua.
Il costo del lavoro cresce dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, sintesi di un aumento delle retribuzioni (+0,1% su base congiunturale e +1,6% su base annua) e degli oneri sociali (+0,3% su base congiunturale e +4,5% su base annua).
Gli ultimi dati Istat ci consegnano cifre molto incoraggianti: il lavoro cresce e la disoccupazione cala. Siamo orgogliosi del lavoro svolto da @luigidimaio, che ora continuerà con il nuovo ministro del Lavoro @CatalfoNunzia e con quello dello Sviluppo Economico, @spatua 💪 pic.twitter.com/cRjws5ful6
— MoVimento 5 Stelle (@Mov5Stelle) September 12, 2019